Un nuovo fenomeno culturale, quello degli audiolibri. Un settore in espansione – certo anche grazie alla presenza di colossi come Amazon con la sua Audible – che sta cambiando il nostro di leggere (o, in questo caso, ascoltare) e che la pandemia ha in qualche modo agevolato.
Libri per le orecchie
Con l’epoca digitale si sono moltiplicate le occasioni di lettura: libri cartacei, libri digitali e audiolibri. Questo è un formato che esiste da decenni in realtà, e che è tornato prepotentemente alla ribalta in epoca pandemica, e il suo utilizzo è stato associato alle persone con disabilità. A Feltre, in provincia di Belluno, esiste una “casa dell’audiolibro”: il Centro Internazionale del Libro Parlato (CILP). Nato nel 1983 e costituitosi associazione dal 1996, oggi il CILP raccoglie oltre 12.000 audiolibri che spaziano dalla filosofia al diritto, dall’informatica all’anatomia, dalle lingue straniere alle scienze.
L’associazione opera nella progettazione e produzione di audiolibri in formato digitale, ma anche di trascrizioni di testi in formato elettronico, stampe in braille e opere artistiche in rilievo.
All’estero gli audiolibri funzionano e funzionano bene. Nel 2017 negli Stati Uniti sono stati venduti 2,5 miliardi di dollari di audiolibri; in Svezia il mercato dei libri, fino al 2015 in declino, ha ricominciato a crescere proprio grazie agli audiolibri. Proprio per questo motivo il Paese, nonostante una densità abitativa non particolarmente alta, ha almeno 3 servizi di abbonamento e in particolare Storytel ha potuto espandersi in 12 paesi arrivando ad acquisire Norstedts, la più antica casa editrice svedese. In Italia il boom non è stato lo stesso: gli audiolibri rappresentano solo il 10-11% del mercato digitale. Inoltre il catalogo non offre tanti titoli, i costi di produzione sono alti e si aggiungono ai costi della carta stampata. Ma con l’arrivo dello streaming -per esempio Audible – e la crescita dei podcast – come Ad Alta Voce – gli utilizzatori di questa nuova piattaforma sono aumentati e hanno fatto capire che la domanda c’è. Proprio per questo motivo sempre più case editrici italiane sia grandi che piccole hanno iniziato a guardare con sempre crescente interesse a questa “nuova” opportunità.
Gli audiolibri e un nuovo pubblico
In questi mesi spesso si è letto come in tempi di pandemia audiolibri e podcast abbiano raggiunto un pubblico sempre più ampio. Emergono spunti molto interessanti da una ricerca “Audiolibri e podcast, conoscenza e potenzialità” condotta da Pepe Research per Storytel (tra le piattaforme di abbonamento in streaming principali, con Audible) lo scorso luglio, su un campione di italiani dai 18 ai 54 anni. Secondo questa ricerca il 9% di chi ha iniziato ad ascoltare audiolibri non era un lettore di libri: un dato estremamente significativo che ha confermato come il tempo dedicato agli audiolibri non solo si aggiunge al tempo dedicato alla lettura, ma in una porzione rilevante raggiunge un altro tipo di utente. Allargando così il mercato.
Sempre stando a questa ricerca, il 39% di chi ha iniziato ad “ascoltare i libri” ha dichiarato di leggere più di prima: gli audiolibri hanno anche l’effetto di far aumentare il tempo dedicato alla lettura di chi è già lettore. L’impatto all’interno del mercato dei libri è quindi sicuramente positivo, e la ragione può essere quasi sicuramente l’ampliamento delle possibilità date ai lettori di leggere e/o ascoltare i libri: ascoltare un libro in una porzione di tempo in cui non è possibile leggere un libro di carta o un ebook.
I partecipanti alla ricerca ritengono questo nuovo modo di leggere rilassante, comodo, e gli audiolibri belli, coinvolgenti, interessanti. Per una parte del campione invece la situazione è assolutamente negativa, trovando il tutto noioso e preferendo il libro classico. Per quanto riguarda i podcast il 90% di chi ha cominciato ad ascoltarne uno continua ad ascoltare con diversi livelli di frequenza; la stessa percentuale è dell’80% per gli audiolibri.
Non è affatto un paradosso che si parli di audiolibri in un’epoca in cui la rete è uno strumento così potente e così utilizzato: percorrere la via dell’ascolto anche per la lettura appare una conseguenza necessaria. E i fatti dimostrano che lo è.
Valentina Cimino