Sull'AMORE Bukowski
Fonte: https://www.guanda.it/bukowski-amore-e-una-sigaretta-col-filtro-ficcata-in-bocca-e-accesa-dalla-parte-sbagliata-528646/

In occasione del mese dell’amore è opportuno celebrare una delle più complesse e straordinarie raccolte di poesie che vertono sul tema: “Sull’AMORE” di Charles Bukowski. Questo capolavoro del genio immenso di Bukowski racconta e coinvolge, nelle sue poesie inedite, tutte le sfaccettature dell’amore esprimendo, con il linguaggio senza filtri dell’autore, la potenza innalzante e, allo stesso tempo, devastante di questo sentimento. La raccolta è stata, infatti, pensata per poter raccontare in maniera esplicita tutte le espressioni dell’amore che oscilla dal tragico al gioioso senza soluzione di continuità. La geniale follia del maestro del Novecento, rende la raccolta “Sull’AMORE“, insieme alle sue altre opere, un capolavoro senza eguali, dove la crudezza dà senso allo scorrere incessante della vita e l’amore diventa protagonista indiscusso della tragicità del vivere e delle vicende dell’autore e dei suoi lettori. L’autore si fa allora spettatore in prima linea delle complessità del sentimento amoroso, scelta che garantisce la verità, seppur cruda, delle poesie ivi scritte. In esse si legge moltissimo di Bukowski e della società a lui contemporanea e, il caso vuole, che la sua attualità sia senza fine, tanto che si leggono ancora le sue profonde parole, tratte anche da “Sull’AMORE“, sulle pagine dei social.

La raccolta si compone di una serie di poesie che puzzano di vita, di quella vita impegnata e vissuta fin nel suo intimo, dando spazio alle amicizie, all’affetto per la figlia, all’amore verso il suo editore, al sesso, alle donne che gli hanno cambiato la vita. In “Sull’AMORE“, Bukowski esplicita il senso più intimo dell’esistenza, fatta di una vita vissuta sino al midollo, sino alla disperazione e alla spoliazione di sé nel proprio io. La passione e l’avversione per la vita si concentrano antiteticamente nello scorrere delle parole che sono intrecciate poeticamente a rappresentare un’anti-poesia. Si tratta di poesie assolutamente anticonvenzionali, di quelle che si leggono in un attimo, di sfuggita, ma che regalano un senso estremo alla vita, ed è proprio questa caratteristica che rende questa, come tante opere di Bukowski, eccezionali. In questa eccezionalità è racchiuso l’amore, amore per qualsiasi cosa caratterizzi un’esistenza piena e completa, l’amore per i libri, per l’alcool, per la musica classica, quell’amore che arricchisce ogni singolo istante vissuto. “Sull’AMORE” è, però, anche piena di narcisismo, egoismo, amore per sé stessi, che esalta le miserie che spesso sono protagoniste di questo sentimento. La raccolta si mostra allora come un succedersi eclettico delle esperienze concrete, avversate e amate dall’autore, che vengono, però, erette a simbolo di una vita tipo, tanto reale da diventare surreale.

Proprio in questa estrema realtà si nasconde la poeticità dell’amore a cui Bukowski dà innumerevoli definizioni, cogliendo nella sua raccolta le immense fragilità a cui tale sentimento sottopone l’uomo, che affronta quotidianamente l’esistenza. La particolarità della descrizione dell’amore, portata avanti in “Sull’AMORE“, è un continuo sopraffarsi tra la nuda realtà e la saggezza infinita del genio dell’autore, fino a sfociare nelle profondità del suo approccio intimo e nascosto con tale sentimento. Bukowski afferma che: «L’amore vero è per la gente vera»; facendo sì che questa verità sia il termine che contraddistingue la sua scrittura. Oltre il radicamento nel vero dell’Amore, l’autore in “Sull’AMORE” mostra, in maniera esplicita,  la singolarità ed eccezionalità di questo sentimento affermando che esso conduce verso una persona esatta per casualità, soltanto perché prima di essa non se ne era trovata una di cui innamorarsi; esprimendo la potenza del caso nelle occasioni della vita. Quando meno te lo aspetti, però, Bukowski inserisce tra le poesie, quasi in un flusso di coscienza, ciò che gli frulla nella testa, interrompendo di colpo la poetica del sentimento, per poi riprenderla nel verso o nella poesia successiva. In questo travagliato esprimersi l’amore prende forma, una forma spesso sconnessa e incomprensibile, ma che ne esalta la purezza e la complessità.

La raccolta, infatti, dopo l’edizione del 2017 ad opera della casa editrice Guanda, ha riscosso un successo poco esplicito, proprio a causa della complessità e della difficoltà nella lettura, che la riguardano. In essa risulta complicato seguire con attenzione gli sbalzi umorali e la forte tensione che attanagliano l’autore. Bukowski definisce, infatti, in “Sull’AMORE“, il sentimento amoroso come un sentimento « discretamente significativo», « una forma di pregiudizio» e, allo stesso tempo, come un valore che allontana dalla solitudine, dando un senso alla realtà. Questo senso appare agli occhi dell‘autore fin troppo smielato e convenzionale tanto che, con fermezza, egli si mostra in grado di avversarlo, pur cedendogli nelle pillole di vita quotidiana. A causa di questa contraddizione che caratterizza lo stato d’animo di Bukowski, “Sull’AMORE” è, ed è stato dai lettori, contemporaneamente, odiato e amato; seguito e lasciato andare. Esattamente come l’amore, Bukowski con le sue parole sfugge alla comprensione dell’uomo, rimandando ad una sfera più alta e impercettibile, ma fin troppo semplice da essere percepita senza ostacoli. Nella semplicità di questo sentimento risiede, infatti, la sua bellezza, ed è quello che l’autore intende comunicare in questa raccolta.

Rompendo gli schemi del politicamente corretto, Bukowski racconta l’amore e tinge la sua poesie dei colori della vita cruda e soffocante, spingendo il lettore a guardarsi dentro, a guardare dentro alle situazioni e ad accogliere, più semplicemente, ciò che la vita gli riserva. Nella lettura di “Sull’AMORE” si verrà catapultati, allora, dalla forza immensa e pervasiva del sentimento che, nel caso di due innamorati e non solo, si abbatte con una potenza sferzante sulla vita, stravolgendola.

Francesca Scola

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