In questo primo sabato del mese di luglio con la nostra solita rubrica ″Il Ventre di Napoli″ viaggeremo nel territorio napoletano soffermandoci nel particolare sul mare di Bagnoli.
Bagnoli una miniera poco sfruttata
Non è la prima volta che ci soffermiamo su Bagnoli, uno dei quartieri più popolati della città napoletana e che come tale rappresenta uno di quei quartieri con maggiori necessità ed esigenze sociali. La storia ci insegna che Bagnoli nasce come riferimento termale ed è attraversata dalle varie civiltà che man mano si andarono ad insediare. Dunque Bagnoli viene ricordata soprattutto per le sue terme: lo dimostra l’attuale esistenza delle cosiddette Terme di Agnano in funzione sin dai tempi dei romani e sfruttanti l’acqua calda e sulfurea che ricorda la natura vulcanica della città di Napoli e dei Campi Flegrei. Ma il territorio vive la grande fortuna – per niente sfruttata – di essere una zona balneare e dunque, circondata dal mare.
Bagnoli, come tante altre zone campane o italiane, potrebbe vivere del suo mare, rendendolo finalmente quella miniera sfruttata e regolamentata secondo buon senso. Il mare di Bagnoli potrebbe rappresentare una possibilità sociale, economica ed anche culturale, non solo per l’intero territorio ma anche per ogni cittadino del mondo; potrebbe finalmente rompere quell’anello di congiunzione col mostro di Bagnoli, di una tradizione industriale che mai si dimenticherà perché ha dato ma ha anche tolto alle famiglie operaie e ai residenti.
Finalmente una Bagnoli ricordata per il suo mare e non per il dolore che ha dato e ancora dà ai suoi concittadini, i quali vorrebbero rivendicare le risorse sul territorio e le possibilità che un territorio come questo potrebbe offrire, risolvendo tanti di quei problemi sociali ed investendo anche in una moltitudine di categorie professionali, nuove occupazioni e finalmente la possibilità di poter fare un bagno a Bagnoli e non chilometri di distanza dal proprio quartiere. I bagnolesi, in realtà, hanno tutte le carte in regola per non invidiare il mare di nessun luogo al mondo.
Promesse mancate, interessi rispettati
I dati ARPAC non perdonano: Bagnoli rientra tra quei comuni dove il mare è sì inquinato, ma da metalli ed elementi in tracce, nonché da idrocarburi policiclici aromatici. Nel resto del litorale partenopeo poche sono le zone balneabili, in altri luoghi troviamo
enterococchi intestinali ed escherichia coli, batteri che rivelano la contaminazione da parte di acque nere non depurate, scarichi di ogni genere. La tentazione è forte, c’è chi nonostante tutto a Bagnoli decide di tuffarsi. C’è anche il lido Comunale Marina di Bagnoli, attrezzatissimo anche per i diversamente abili, docce, bagni, solarium, gazebo e pedane di legno; si fa quel che si può, si cerca di trovare un modo per sfruttare quello che resta in attesa di una reale bonifica che tarda ad arrivare. Tante le domande, poche le risposte che giungono dalla politica nazionale.
Tanti gli incontri con varie autorità, ma resta tutto ancora fermo: tra Commissari vari, riforme, nuovi accordi e possibilità perché la speranza è l’ultima a morire, i bagnolesi in questa estate del 2019 continuano ad essere privati di una miniera così rara, appetibile da molti, dai privati soprattutto che richiedono concessioni, ma mai che il problema di matrice pubblica venga risolto per intero e che diventi finalmente il bene pubblico che per l’appunto è e dev’essere. Il rischio è che a causa di questo paradigma economico, basato sulla deregolamentazione e su questo accesso così fruibile dei privati nel campo pubblico, si perda di vista realmente l’interesse collettivo proprio com’è accaduto con la Porta del Parco, facendovi entrare l’interesse privato dalla finestra o come accade nella realizzazione di opere pubbliche, è insomma cronaca di tutti giorni.
I burocrati e i politici, tuttavia non sanno, ma Bagnoli ha un’altra grande fortuna: il suo popolo.
Bruna Di Dio
E’ falso dire che il mare di Bagnoli è inquinato da Enterococchi intestinali ed escherichia coli, batteri che rivelano la contaminazione da parte di acque nere non depurate, Il divieto di balneazione esistente a Bagnoli e Coroglio con ordinanza sindacale dal 2006 è testualmente scritto: “divieto di Balneazione provvisorio e precauzionale per motivi diversi dall’inquinamento” dovuto ai sedimenti di IPA presenti nel fondale. Infatti l’ARPAC, da sempre dichiara, dai risultati dei prelievi periodici effettuati che, il mare è eccellente. Il tutto venne documentato anche da una trasmissione televisiva di RAI 3 di qualche anno fà. Purtroppo degli scarichi, tra l’altro sembra anche abusivi, si riversano nelle acque del litorale di Pozzuoli.