“Lake”, dieci pillole per un risveglio consapevole
Fonte: Emic Entertainment

Vivere profondi momenti di introspezione offre la possibilità di accedere al cambiamento, ad un accrescimento spirituale. È con questa cognizione che Frankie Flow e Sonny Hollis hanno dato vita a “Lake” (Emic Entertainment), un beat tape che si compone di dieci tracce del tutto inedite che innalzano in maniera controcorrente il concetto di arte povera come contemplazione nell’ascolto.

Meditati, elastici, eleganti nell’idea concettuale, i beats che compongono il lavoro dei due artisti, che si raccontano in un’opera musicale congiunta, sono sorretti da una solida, benché composta da pochi e scarni elementi base, ossatura sonora. Un suono eterodosso in maniera avanguardista.

Allegoria del mistero, in quanto tratto in cui la terra scompare aprendosi al mondo delle acque, il lago, per la sua forma concava e contenitiva, rimanda a mire di ripiegamento, all’esigenza di guardarsi dentro, all’eventualità che si stia affacciando una considerevole evoluzione, che offra l’opportunità di ridestarsi attraverso una ricerca e un ritorno ad una condizione primordiale claustrofilica. È il luogo ideale in cui ritirarsi per riacquisire le forze, per riemerge risanati.

Per la presentazione di questo inedito album a quattro mani, abbiamo scambiato un paio di riflessioni con Frankie Flow e Sonny Hollis che abbiamo già avuto modo di conoscere nella nostra precedente intervista.

Bentornati sulle nostre pagine! Cominciamo a parlare del vostro ultimo lavoro, ovvero “Lake”. Come nasce il suo concept?

(SONNY HOLLIS): «Questo disco è nato durante la prima ondata della pandemia di Covid-19. Insieme a Frankie abbiamo deciso di iniziare tale progetto per evadere da quella realtà surreale. La creatività ci ha permesso di esprimere tutto quello che avevamo dentro. Il titolo “Lake” è stata la prima cosa che abbiamo scelto, ancor prima di scegliere i beat: ci siamo immaginati in un luogo lontano e di pace

Lake” offre una struttura quantizzata all’ascolto, all’insegna del contrasto tra diverse qualità sonore: le linee melodiche e ritmiche si auto-contrappongono in maniera ossimorica. Come si sviluppa la sua forma lisergica e plastica all’insegna del sampling? Quali sono i criteri adottati da Frankie Flow e Sonny Hollis nella selezione dei campionamenti?

(SONNY HOLLIS): «Sin dal principio avevamo un’idea molto chiara in testa, ossia il mettere in risalto le nostre differenze di produzione. Frankie ha presentato dei beat con delle atmosfere più aperte e delle strutture più elaborate. Io, dall’altra costa del lago, ho risposto con delle produzioni più spinte con delle sfumature cupe. Si potrebbe suddividere il disco in “giorno e notte”: di giorno ci sono i synth di Frankie, di notte i miei sample jazz.»

Il lago si può, a tutti gli effetti, definire un’entità enigmatica: all’apparenza immobile, non smettendo mai di ricevere e rilasciare acqua in un fluire calmo e costante, in realtà è in una perenne fase di scambio. Seguendo tale criterio, può essere inteso come una porta d’ingresso nella dimensione più inconscia del proprio Io?

(FRANKIE FLOW): «Sicuramente. Credo che, senza rendercene conto, abbiamo scelto il titolo di questo disco pensando ad un’immagine che ci restituisse proprio quel fluire calmo e costante che desideriamo anche nelle nostre vite personali. Il lago per me rappresenta un luogo silenzioso che favorisce la riflessione e, di conseguenza, agevola la pace interiore e la risoluzione di ogni conflitto.»

Il lo-fi è il genere di chi non ama il caos, ma rimette in ordine quello interno. Vi ritenete d’accordo con questa affermazione?

(FRANKIE FLOW): «Sono del parere che dipenda dalla sensibilità dell’artista. Per me è un genere molto istintivo; quindi, nonostante le atmosfere generalmente molto rilassate, non sempre un brano lo-fi mi trasmette la volontà di mettere ordine. C’è da dire anche che io mi ritengo un beat maker che fa hip hop con delle sonorità lo-fi; non inquadro, quindi, il mio discorso artistico solo in un genere. È molto soggettivo il rapporto che ha un artista con la musica che produce o che ascolta.»

Vincenzo Nicoletti

Vincenzo Nicoletti, classe '94. Cilentano d'origine, bresciano d'adozione. Oltre che per la scrittura, coltivo una smodata passione per i viaggi e per lo stare all'aria aperta. Divoratore onnivoro di libri e assiduo ascoltatore di musica sin dalla più tenera età.

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