Lodo Conte e riforma della prescrizione
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Il lodo Conte non riesce a mettere tutti d’accordo e così traballa ancora l’armonia del Governo. Dovevano essere giorni di respiro quelli successivi alla vittoria in Emilia, e invece un altro tema surriscalda gli animi della maggioranza. Il punto di frattura è la riforma sul processo penale e in particolare la riforma della prescrizione già in vigore dal 1° gennaio. Mentre si lavora per abbreviare i tempi degli iter processuali, i malcontenti generali degli ultimi giorni suggeriscono che non sarà facile trovare una soluzione che metta tutti d’accordo.

Cos’è il lodo Conte

La riforma sul processo penale proposta dal ministro Bonafede è ancora sul tavolo delle discussioni. Ciò che il governo ha tentato di fare in questi giorni è cercare un compromesso tra M5S e PD e le loro posizioni distanti attraverso il lodo Conte, ma Italia Viva ha ribadito il suo rifiuto. Il punto più critico riguarda la riforma della prescrizione: il blocco si attuerà dal primo grado di giudizio nei casi di condanna, per gli assolti è prevista invece una sospensione per un periodo massimo di due anni. Trascorsi i due anni in secondo grado, può essere presentata dalla difesa la richiesta di sentenza entro sei mesi: nel caso in cui non venissero rispettati i tempi si procede con sanzioni nei confronti dei giudici.

Lodo Conte e riforma della prescrizione
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Tensioni palpabili

Sul lodo Conte Matteo Renzi si è espresso su Radio1 senza mezzi termini: “il lodo Conte è anticostituzionale”. Il fondatore di Italia Viva ha evidenziato le sue contrarietà sulla distinzione tra condannati e assolti in primo grado e non alla fine del processo. Di parere diverso è il PD, secondo cui la riforma della prescrizione può essere migliorata ma è una buona base di partenza. Le tensioni sono palpabili. L’obiettivo tuttavia pare essere uno, secondo il segretario del PD Nicola Zingaretti: «C’è una maggioranza da tutelare. Chi vota con l’opposizione indebolisce la maggioranza. Chi punta sulla rottura se ne assumerà la responsabilità». (Porta a Porta)

Paese che vai, diatriba che trovi. Secondo il presidente dell‘Agenzia nazionale magistrati, Luca Poniz, intervistato da Radio Anch’io, la distinzione tra condannati e assolti dopo il primo grado di giudizio non è incostituzionale. Di parere diverso sono gli avvocati: secondo Giovanni Malinconico, presidente dell’Organismo congressuale forense, il lodo Conte mina il principio di presunzione di innocenza.

A colpi di lodi

Il rinvio della proposta alternativa alla riforma Bonafede è servito a guadagnare tempo. Tutto è stato però rimandato in Commissione di giustizia. Benché Italia Viva non abbia votato sul rinvio in Commissione, bisogna dire che si trova a combattere la battaglia sulla riforma di Bonafede insieme a Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia.

Mattero Renzi resta fermo sulle sue idee: “Se qualcuno pensa che per lo status quo del Governo rinunciamo a secoli di civiltà giuridica, si sbaglia“. (Assemblea nazionale di Italia Viva). Al lodo Conte Renzi risponde con il lodo Annibali, ha chiesto infatti di votarlo al Milleproroghe per rimandare di un anno il blocco della sospensione. Un atto, questo, che non piacerebbe di certo al M5S e che minerebbe ancora di più la stabilità del Governo se votato da una parte della maggioranza insieme all’opposizione.

Insomma la serenità nella maggioranza sembra ancora lontana. Conte cercava la mediazione con il lodo che porta il suo nome, ma ha di fatto provocato ulteriori ferite. Il lodo Conte non ha favorito la pace, e la maggioranza rischia di spaccarsi. Di nuovo.

Alba Dalù

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