È stato annunciato il 29 agosto il tema della quinta stagione di Skam Italia, disponibile dal 1° settembre su Netflix. La storia ruota intorno al personaggio di Elia, interpretato da Francesco Centorame, e al percorso di accettazione legato alle dimensioni del suo pene. La tematica del micropene scelta dagli autori ha suscitato non poco scalpore tanto da mandare in tendenza su Twitter #skamitalia nel giro di poche ore.
Tra un meme e l’altro, il tenore delle critiche alla quinta stagione di Skam Italia si è basato molto su due punti principali: il primo è “le tematiche sono tante, parlate di altro”. Una considerazione che potrebbe sorgere è perché in questo “altro” non rientra una tematica che è veramente sconosciuta, come molti dei problemi strutturali di cui anche gli uomini sono vittime. Si usa spesso un parametro puramente soggettivo per decidere quale argomento sia più importante dell’altro e in virtù di tale parametro il soggetto X pretenderà una rappresentazione di tale argomento oscurando gli altri.
La seconda critica più quotata per Skam Italia è stata “io potevo avere un tema diverso, invece devo vedere un maschio, etero, bianco, cisgender lamentarsi perché ha un micropene”. Pietro Turano, che interpreta Filippo nella serie Skam Italia, ha risposto dal suo account Instagram ai commenti degli utenti di Twitter: «fate gli/le woke trans-femministe progredite e poi vi sfugge che la cultura patriarcale e machista si fonda proprio su precisi ruoli di genere maschili e femminili, sulla base di virilità/femminilità e sui genitali e che la lotta si consuma sui nostri corpi. […] Tutti e tutte sono vittime di ruoli e aspettative sociali e gli uomini, rispetto alle donne, sono meno consapevoli delle strutture che li opprimono e che spesso si traduce in repressione, violenza a discapito delle donne e di altri uomini. Su questo si origina la tossicità della nostra società, prima di tutto sui corpi.»
Quando parliamo di corpi si ragiona sempre in base allo schema che la società ci impone: donne docili, magre, senza difetti e uomini potenti, duri che devono avere le sembianze di un dio greco. Ma se gli dei greci venivano scolpiti dagli scultori con il micropene, gli uomini nella nostra società patriarcale non lo possono avere perché vuol dire non essere capace di dominare la donna nell’atto sessuale. Come le donne hanno difficoltà nell’accettare il proprio corpo, lo hanno anche gli uomini ed è difficile pensare che loro possano essere vittime di una società che li dipinge come detentori del potere. Ma questo tipo di società ha imposto dogmi e aspettative anche a loro, soprattutto dal punto di vista della possanza fisica.
Elia, all’interno di Skam Italia, si ritroverà faccia a faccia con questi dogmi che dovrà poi scardinare: se fino ad ora era stato etichettato dalle amiche come il dongiovanni che passa da una ragazza all’altra infischiandosene dei loro sentimenti, mentre gli amici lo acclamavano perché prototipo di maschio alfa, adesso comprenderanno qualcosa di più sul suo comportamento. Dal sentirsi così in imbarazzo da dover allontanare una ragazza che gli piace per paura del giudizio su una parte del suo corpo, paura che gli altri possano scoprire il suo segreto al trovare metodi per risolvere questo “problema”.
Utilizzare il femminismo (il cui fine ultimo per definizione è l’uguaglianza tra i soggetti in una società) per sminuire un problema solo perché è legato all’uomo, che nella narrazione non viene mai visto come il debole, è un utilizzo sbagliato del termine e della battaglia. Sebbene la tematica del micropene possa sembrare inutile, Skam Italia ha intavolato un dibattito per nulla semplice ma necessario per iniziare a scardinare anche i disagi che gli uomini provano verso il loro corpo e far comprendere che anche questi temi fanno parte della lotta verso una reale uguaglianza.
Gaia Russo