Il cuore artistico dell’Alma Mater ospita le opere straordinarie di Antonio Canova presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna dal 4 Dicembre 2021 fino al 20 Febbraio 2022. La Pinacoteca di Bologna, già ricca di innumerevoli opere d’arte di artisti come Giotto o i Carracci, accoglie in questi giorni la magnificenza del Canova non solo per quanto riguarda le opere da lui realizzate, ma anche per tutte le opere che l’artista ha contribuito a far arrivare nella città quando era in vita. La mostra, situata nel piano sotterraneo della sede universitaria, è infatti un conglomerato di pezzi d’arte che vanno dalle sculture originali di Antonio Canova ai quadri da lui “salvati” dalle mani francesi, il tutto accompagnato da documenti che attestano il suo soggiorno nella città e da scambi epistolari a lui utili per trasferire le opere da diverse zone d’Europa a Bologna. La città ha accolto con piacere l’idea di offrire un tributo speciale ad un ospite importante che, tra il 1779, anno del suo primo soggiorno a Bologna, e gli anni successivi della sua vita ha soggiornato qui più volte e ha ammirato la città contribuendo con la sua cultura ad accrescerne la bellezza.
L’aria che si respira negli ambienti della mostra è ricca di un forte sentimento di passione e della necessità di rievocare i momenti luminosi della vita dell’artista. Attraversando la grande sala blu con un leggero sottofondo musicale è possibile leggere le tappe della vita di Antonio Canova, quelle sfide che lo hanno portato a diventare un punto di riferimento per l’arte bolognese, sia attraverso le sculture che lo raffigurano o che raffigurano personaggi emblematici della sua contemporaneità che attraverso una fitta documentazione scritta. Quest’ultima contribuisce maggiormente a comprendere come si siano intrecciate la vita di Canova e le vite delle grandi personalità culturali della città tra la fine del Diciottesimo e l’inizio del Diciannovesimo secolo. Leggendo le pagine del Diario di viaggio di Antonio Canova, anche esso in mostra alla Pinacoteca, si può quasi sentire l’artista dare inizio con la sua voce al racconto che i visitatori osservano in questa sede, un racconto coinvolgente fatto di parole e di itinerari di viaggio, di iniziative che hanno cambiato il corso dell’arte italiana. Non appena si entra nella mostra è possibile infatti ammirare quelle opere che, grazie al ventennale rapporto dello scultore con gli artisti bolognesi e con l’Accademia delle Belle Arti, e all’audacia di Antonio Canova sono state riportate alla loro originale dimora dopo essere state strappate da Napoleone all’Italia e a Bologna. Queste opere rientrano oggi tra le opere capitali della Pinacoteca.
Procedendo verso il cuore della mostra è possibile ammirare i gessi e le sculture che Antonio Canova stesso scelse per essere riportate a Bologna nell’ambito della missione diplomatica assegnatagli da Papa Pio VII. Alcuni marmi raffigurano i busti di personalità influenti nella contemporaneità dell’artista come il grande busto di Papa Clemente XIII o quello di Napoleone. Non sono solo questi i protagonisti della mostra ma anche figure mitiche come la musa Calliope o figure bibliche come l‘Annunziata (unico pezzo della mostra non fotografabile) o, ancora, come la scultura simbolo di questa esposizione la Maddalena Penitente, gesso del 1809. Quest’ultimo gesso è una rappresentazione realistica e struggente dei sentimenti della Maddalena ritratta con un volto mesto e inginocchiata. La tecnica scultorea utilizzata da Antonio Canova per quest’opera è precisa a tal punto da rispecchiare la perfezione armonica del corpo e la capacità spiccata che l’artista aveva nel ritrarre i soggetti religiosi trasmettendo, con l’arte, l’anima del personaggio. Questi sono soltanto alcuni dei grandi doni che Antonio Canova ha scelto di fare alla città di Bologna.
Il viaggio termina poi con una raffigurazione simbolica di un evento che ha segnato la vita dell’artista e della città di Bologna ovvero l’esposizione dei beni riportati in patria grazie ad Antonio Canova nella chiesa dello Spirito Santo. Questo emblematico avvenimento ha segnato quell’epoca e ha permesso di rinnovare il rapporto tra il popolo italiano e la propria cultura e di diffondere un sentimento di cambiamento e innovazione. L’importanza culturale di questo gesto è visibile ancora oggi non solo nell’ambito ristretto della mostra temporanea, ma in tutte le mostre permanenti nei musei italiani, nonché in tutte le opere sparse sul nostro territorio nazionale. La scelta patriottica di Antonio Canova nei confronti della città di Bologna è stato e dovrebbe essere ancora un esempio di come la grandezza della cultura italiana vada preservata e conservata, ma soprattutto di come l’amore e l’intensità dell’arte possano sollevare delle grandi rivoluzioni.
Bologna ringrazia ancora oggi «il re della scultura» e lo fa con quel fascino che la contraddistingue, imbastendo una mostra coinvolgente, un cammino nella vita di Antonio Canova, una rievocazione del suo grande gesto. L’arte della scultura, con uno dei suoi più grandi rappresentanti, vi aspetta allora per queste ultime due settimane alla Pinacoteca Nazionale di Bologna ed è pronta a mostrarsi a chiunque voglia godere di questo immenso dono.
Francesca Scola