“Joan Miró e l’impulso creativo“. Questo è il nome della mostra dedicata all’artista catalano, ospitata presso Palazzo Te a Mantova dal 26 novembre scorso, ma prorogata fino al 3 maggio.
“Joan Miró e l’impulso creativo” è la mostra realizzata in collaborazione con la Fundació Pilar y Joan Miró di Palma di Maiorca, una delle fondazioni dedicate e volute dall’artista contemporaneo. L’ultima e più importate istituzione che porta il nome dell’artista è la Fundació Joan Miró di Barcellona del 1975, che sorge nell’ampio e bellissimo Parc de Montjuïc.
La mostra si concentra sull’ultimo trentennio di operosità dell’artista ( 1966-1989) e raccoglie circa 53 opere tra bronzi, terrecotte e disegni che rimarcano un po’ il modus operandi di Mirò e il suo stretto legame con la fondazione Pilar, prima officina di idee.
Conosciamo un po’ meglio questo artista d’avanguardia nato a Barcellona, in Catalogna, nel 1893. Studia nella sua città natale accostandosi dapprima al Fauvismo poi a Picasso, sino ad essere suggestionato dal surrealismo: tutto sommato traccia le stessa strada dei più importanti protagonisti del XX secolo. Joan Miró nasce come disegnatore dove il colore, vera anima delle sue opere pittoriche, non viene mai meno. Da uno stretto rapporto con la sua terra d’origine Barcellona-Mont-roig, amplia gli orizzonti verso Parigi, luogo di attrazione naturale in quegli anni. Passando poi da una concezione dell’oggetto nello spazio, approda ad una sintesi dello stesso fino all’ultimo trentennio caratterizzato da una sorta di pienezza e forte impulso creativo; la mostra di Mantova, infatti, ripropone le opere di quest’ultimo periodo. Le doti artistiche di Joan Miró possono meglio apprezzarsi e comprendersi se si prova ad abbandonare l’idea di ricerca di un senso concreto immediatamente percepibile, quanto piuttosto provare a cercare di apprezzarlo anche tramite le altre tecniche che l’artista amava impiegare, come l’uso della ceramica. L’ultimo periodo rappresentò una rottura, più impeto gestuale più utilizzo di linee. Joan Miró andò oltre i semplici supporti come la tela, utilizzando il tessuto oppure il bronzo per opere che lo ponessero più a contatto con il pubblico: esemplare in tal senso è il pavimento a mosaico del Pla de l’Os per le Ramblas barcellonesi. Inoltre portò a termine il grande arazzo, progettato per un grattacielo di New York, di cui fece una copia donata alla fondazione di Barcellona nel 1979. La città spagnola reca i segni dei vari omaggi che l’artista rese, come ad esempio il murales esterno dell’aeroporto o i giardini con le sue creazioni plastiche. Quando verso gli anni ’50 Joan Miró si stabilisce definitivamente a Palma de Maiorca, ha finalmente a disposizione un suo spazio creativo, felice momento quindi, sia di vita che di creazione artistica.
Ulteriori informazioni: www.miromantova.it – www.pittart.com
Rossella Mercurio