Cosa sta succedendo a Shanghai con il lockdown
Foto di Edward Jenner da Pexels

Il 17 marzo scorso a Shanghai veniva messo in quarantena un quartiere residenziale della città a causa della Covid-19. Dal 1° aprile, l’intera città entrava in lockdown totale. Le misure eccessivamente restrittive della politica “zero Covid” della Cina cercano di mantenere la situazione pandemica sotto controllo. Un piano che su vari punti non sembrerebbe reggere.

Per la città i droni dalle forme animali avvisano i residenti di non lasciare le loro abitazioni e di seguire le norme varate dal Partito Comunista Cinese. Ad ogni abitazione viene consegnato dai volontari un pacco con beni di prima necessità per sopperire all’impossibilità dei cittadini di raggiungere i negozi per fare la spesa. Dopo pochi giorni però questo sistema iniziò a vacillare. L’inefficienza del servizio di consegna dei beni di prima necessità portò i cittadini di Shanghai a protestare dai balconi cantando e chiedendo le forniture mancanti. Nel mentre altri droni parlanti volavano sui palazzi avvisando i residenti di non aprire le finestre «Controllate il desiderio di libertà della vostra anima. Non aprite le finestre e non cantate. Questo aumenta le possibilità di contagio».

Secondo alcune testimonianze del 22 aprile riportate dal profilo instagram Do you really know China, la mancata consegna dei pacchi in almeno uno dei complessi di edifici di Shanghai sarebbe stata causata da alcuni volontari i quali si sarebbero rifiutati di effettuare le consegne porta a porta perché stanchi. Le scatole, contenenti per la maggior parte acqua e cibo, sarebbero rimaste al sole per ore. Sebbene non sia concesso ai residenti di uscire dalla proprie abitazioni, essi avrebbero deciso di recuperare in completa autonomia le scorte lasciate al sole all’ingresso degli edifici.

Come se non bastasse, all’improvviso e senza preavviso alcuno per la città sono apparsi dei recinti di ferro verde posti davanti agli edifici utili a delineare le zone con i contagi e a contenerli in quelle aree limitando i movimenti della popolazione. I cittadini di Shanghai sono sottoposti a costanti monitoraggi affinché le zone in quarantena possano essere riaperte in sicurezza. Questo sistema però sembrerebbe non funzionare poiché la scoperta di nuovi contagi nei territori appena “riaperti” fanno ricadere questi ultimi in nuovi lockdown. Un loop senza fine.

Per evitare il blocco totale della produzione e quindi il collasso dell’economia alcune aziende cinesi hanno pensato di creare un sistema “a bolla” per i lavoratori così da essere in quarantena e produttivi allo stesso tempo: questo sistema consiste nell’usare gli uffici come delle abitazioni, disponendo di brandine, materassi gonfiabili e anche tende per dormire. Alla SARC Motor Corp., una delle più grandi aziende di automobili della Cina, vengono consegnati dei pacchetti con asciugamani, calzini, piumoni, materassi ad aria e biancheria intima. La Commissione di Shanghai per l’economia e l’informazione tecnologica la sera di martedì 2 maggio ha concesso ad altre aziende di adoperare questo sistema “a bolla” unendosi alle altre 2000 aziende dove questo sistema è già attivo. «Chiediamo con urgenza alle aziende di implementare le misure di sicurezza per il contenimento del virus affinché il lavoro possa tornare alla normalità» afferma Zhao Dandan, il direttore della commissione di salute di Shanghai: queste nuove regole stabiliscono test due volte al giorno, un tampone rapido al mattino e uno molecolare la sera.

Ad oggi però la situazione pandemica sembrerebbe essere sotto controllo: per il 12esimo giorno consecutivo i contagi sono diminuiti del 6,6% anche se nelle zone a minor rischio – perché senza casi Covid-19 da 14 giorni – sono stati scoperti 34 nuovi casi. I casi sintomatici sono aumentati dello 0,4% a 261 casi e i decessi sono 13 nelle ultime 24 ore. Secondo Tianying Meng, un dirigente senior alla ditta di consulenza della Domo Medical con sede a Shanghai «Il rialzo dei casi nelle zone a minor rischio hanno fermato le autorità dall’annunciare che Shanghai ha raggiunto il risultato di zero casi di Covid-19. Ci vorranno un paio di giorni prima che la città possa allentare il rigido lockdown che ormai dura da più di un mese». Una volta azzerati i casi nelle zone a basso rischio, il governo di Shanghai si focalizzerà sulle zone in quarantena (ospedali, siti in quarantena e residenze ad alto rischio) per evitare una propagazione ulteriore del virus. Sembrerebbe ci sia comunque un piano di riapertura per i prossimi giorni che riguarda ristoranti, negozi e fornitori di servizi mantenendo comunque delle restrizioni utili a contenere una nuova possibile esplosione di contagi.

Gaia Russo

Gaia Russo
Eterna bambina con la sindrome di Peter Pan. Amante dei viaggi, della natura, della lettura, della musica, dell'arte, delle serie tv e del cinema. Mi piace scoprire cose nuove, mi piace parlare con gli altri per sapere le loro storie ed opinioni, mi piace osservare e pensare. Studio lingue e letterature inglese e cinese all'università di Napoli "L'Orientale".

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