Rezophonic torna a parlare di acqua e di aiuto umanitario. Questa volta però, Mario Riso ed i Lacuna Coil hanno deciso di lanciare un messaggio chiaro, contro chi specula sull’impegno altrui senza muovere un dito. Ne abbiamo parlato con il fondatore del progetto, Mario Riso.
Rezophonic lancia un nuovo singolo: “Mayday“. Il duetto con Cristina Scabbia e i Lacuna Coil è incentrato sulla condizione di incertezza dell’essere umano, costretto a vivere in condizioni di disagio nella realtà contemporanea.
«Cristina Scabbia e Lacuna Coil hanno fatto parte del progetto Rezophonic da sempre perché hanno contribuito alla realizzazione del primo singolo (“Can you hear me?”). Prima partecipavano al progetto in maniera individuale: è la prima volta che i Lacuna Coil al completo si prestano per un featuring e hanno deciso di farlo per i 10 anni di Rezophonic e i 20 anni dei Lacuna Coil, insieme. La tematica ci vede coinvolti entrambi. Tutti noi ci troviamo di fronte a una categoria di persone che abbiamo definito “Chiacchieroni”, con le mani nascoste, gli occhi piccoli, ma la bocca sempre aperta per parlare a sproposito, soprattutto per criticare l’operato di chi prova a fare il proprio: chi facendo musica, chi provando a regalare sorrisi. Ci sono persone che non hanno cambiato le sorti del mondo ma ci hanno sempre messo la faccia. Mayday nel suo ritornello vuole proprio raccontare questa cosa: fateci vedere cosa siete in grado di fare.»
Poco tempo fa hai pubblicato una “lettera virtuale” di solidarietà a Cristina per sostenere la sua scelta di partecipare come giudice a TheVoice. Argomentavi dicendo che coloro che producono musica di nicchia devono provare a portare in altri contesti il proprio genere musicale per far sì che il pubblico lo conosca.
«A me capita spesso di scambiare chiacchiere, sia per telefono che di persona o tramite social insieme a tanti altri che in Italia provano a dare il proprio contributo. Ora vanno di moda la trap ed il rap: le persone che appartengono a questa categoria mostrano verso l’esterno l’esistenza di una guerra, in cui periodicamente si sfidano tutti, ma in realtà stanno bene attenti a spartirsi il mercato. Nel rock apparentemente sono tutti amici, in realtà le vittorie di alcuni sono le sfortune di altri. Cristina è stata contestata per aver tradito la fede di un genere musicale. Io penso che ci sia la necessità di riportare il rock al posto che merita.»
Rezophonic IV è compreso all’interno del progetto umanitario. Questo nuovo lavoro è destinato a qualche progetto concreto?
«Rezophonic è nato per parlare di acqua e di sete. Il primo album raccontava dell’Africa. Ho voluto tradurre la mia fortuna di essere nato qui e di fare il musicista nella possibilità di fare qualcosa e di restituire qualcosa a chi non è stato così fortunato. Aver conosciuto la sete mi ha dato la forza di raccontare questa storia agli amici di 20 anni di musica. Nel secondo album ho voluto parlare di acqua perché ho scoperto che in Italia, in molte regioni, l’acqua veniva razionata. Per questo ho concentrato il lavoro sull’importanza di un bene scontato. Nel terzo album abbiamo affrontato il tema dello spreco. Le persone facevano fatica a dare aiuto agli altri, in un periodo di crisi. Nel quarto album parliamo di persone che criticano quelli che fanno. Ora è un’esigenza continuare a raccontare di acqua e ribellarsi contro chi non muove un dito».
Sara C. Santoriello