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Eugui Roy, in Messico prosegue la strage di attivisti per l’ambiente

Eugui Roy - Messico
Fonte immagine: animalpolitico.com

Eugui Roy, 21 anni, era un giovane ambientalista messicano. Studiava biologia all’Instituto Tecnológico del Valle de Oaxaca, era appassionato di rettili e anfibi e aveva fatto della divulgazione scientifica la sua arma di battaglia. Eugui collaborava con la piccola associazione Biologgers Divulgacion de las Ciencias e con altre équipe di ricerca universitarie, alle quali inviava foto e video realizzati durante le sue spedizioni sui monti di Oaxaca, in Messico.

Avremmo potuto leggere di Eugui Roy – magari tra qualche anno – come di un biologo affermato, autore di importanti ricerche accademiche o scopritore di una nuova specie di rettili. E invece siamo qui a parlarne usando l’imperfetto perché sono ormai diverse settimane che Eugui non è più tra noi. Erano i primi giorni di maggio, Eugui trascorreva la quarantena nel ranch Magnolia, nell’area delle piantagioni di caffè di Tierra Blanca, quando è stato barbaramente assassinato con colpi di arma da fuoco. Più di un centinaio di amici e colleghi ambientalisti oltre, naturalmente, ai parenti hanno aderito alla richiesta di giustizia presentata al governatore di Oaxaca e al procuratore generale. Ma, a circa un mese dalla sua morte, i responsabili non sono stati ancora trovati e in Messico prosegue impunita la strage di attivisti per l’ambiente.

«Ci uniamo per alzare la voce e rendere un piccolo omaggio al nostro amico Eugui, che ha perso la vita per mano di persone senza scrupoli. Maledetti coloro che tolgono la vita a una persona innocente e coraggiosa per aver difeso ciò che molti di noi non osano “la nostra madre natura”»: queste le parole, cariche di rabbia e risentimento, che i membri del Collettivo Los Tlacuas scelgono per onorare la memoria di un grande uomo. Perché Eugui, anche se aveva solo 21 anni, era esattamente questo: un grande uomo, che aveva fatto della sua passione non solo l’oggetto dei suoi studi, ma anche una battaglia ambientale in difesa dei suoi tanto amati rettili e di quei paesaggi in cui prosperano.

Eugui Roy - Messico
Come fanno a non essere verdi gli alberi della foresta, se la tua anima fa già parte, delle sue foglie…
Fonte immagine: eluniversal.com

Già nel lontano 2016, un Eugui Roy appena diciassettenne scriveva – sotto una foto pubblicata sul suo profilo Instagram – «più di un’ossessione è una dipendenza, più che una dipendenza è una passione, più di una passione è la mia essenza e più della mia essenza è la mia vita». Nella foto in questione, Eugui aveva tra le mani un rettile di piccole dimensioni. Ancora non sapeva che quella che allora definiva come la sua stessa vita sarebbe poi diventata la causa della sua condanna. Una condanna che in Messico colpisce, alla stregua di una vera e propria maledizione, chiunque decida di votare la propria vita alla difesa dell’ambiente.

Quello di Eugui Roy non è, infatti, un caso isolato. Adán Vez Lira, vittima di un’imboscata lo scorso aprile, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nello stato di Veracruz per essersi opposto alla realizzazione di un progetto minerario eccessivamente invasivo. Nel mese di gennaio, invece, ad aver perso la vita è stato Homero Gómez González, protettore delle farfalle monarca, assassinato a causa della sua battaglia contro il disboscamento illegale. Il Messico si conferma, dunque, come uno dei luoghi più letali al mondo per i difensori dell’ambiente, che rischiano ogni giorno la vita anche a causa di chi invece dovrebbe impegnarsi a proteggerli. La promessa di combattere la povertà, fatta del presidente Obrador durante la sua campagna elettorale, ha infatti finito col tradursi nel finanziamento di quegli stessi progetti estrattivi che gli ecoattivisti messicani cercano valorosamente di scongiurare per preservare l’integrità degli ecosistemi. Come si legge nell’annuale rapporto pubblicato da Front Line Defenders, la collusione tra interessi politici e societari costituisce dunque un ulteriore pericolo per gli attivisti ambientali. Quello più pericoloso fra tutti, probabilmente.

All’interno del report, inoltre, è possibile leggere i nomi di tutti gli attivisti assassinati, che – nel 2019 in Messico – sono stati 24. Consapevoli che nel prossimo elenco figurerà anche Eugui Roy non possiamo che augurarci che il suo sia l’ultimo nome della lista. Ma, si sa, chi di speranza vive, disperato muore e di morti in Messico ce ne sono stati già abbastanza. Allora, per dare concretezza alla speranza, dovremmo unire la nostra voce a quella di chi ora la sta alzando per chiedere giustizia per la morte di un innocente. La verità sull’omicidio, invece, la si conosce già. Certo, restano ignote per il momento le identità degli autori materiali, ma del mandante dell’efferato atto criminale si hanno tutte le generalità: un sistema che fa del profitto il suo unico obiettivo, non importa quanti diritti dovranno essere sacrificati in suo nome; quanti ecosistemi distrutti; quante voci messe a tacere.

Virgilia De Cicco

Virgilia De Cicco
Ecofemminista. Autocritica, tanto. Autoironica, di più. Mi piace leggere, ma non ho un genere preferito. Spazio dall'etichetta dello Svelto a Murakami, passando per S.J. Gould. Mi sto appassionando all'ecologia politica e, a quanto pare, alla scrittura. Non ho un buon senso dell'orientamento, ma mi piace pensare che "se impari la strada a memoria di certo non trovi granché. Se invece smarrisci la rotta il mondo è lì tutto per te".

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