Esiste nel calcio la tradizione non-scritta di scendere in piazza per festeggiare i successi della propria squadra: si va nei luoghi cari alla propria tradizione sportiva e ci si unisce in un grande abbraccio e ad ore di festeggiamenti più o meno incontrollati, e lo si fa spontaneamente senza bisogno di organizzarsi preventivamente. È però quantomeno insolito (per non dire inedito) vedere un’intera tifoseria riunirsi nei pressi dello stadio per festeggiare un passaggio di proprietà. Ma questo è proprio quanto accaduto a Newcastle, con i tifosi che si sono riuniti nei pressi di St. James’ Park per festeggiare il passaggio della società nelle mani del Fondo Sovrano dell’Arabia Saudita, che fa capo al principe Mohammed bin Salman, che inaugura quindi una nuova era per i Magpies. Ma qual è il prezzo da pagare per sedersi al tavolo dei grandi?
Il Newcastle è una squadra dal passato glorioso, il cui Palmares si basa soprattutto sui successi ottenuti tra i primi anni del Novecento e gli anni Cinquanta, il cui presente è fatto di campionati anonimi vissuti galleggiando nella parte destra della classifica, con qualche retrocessione sulle spalle e due exploit nel 21esimo secolo: il terzo posto nella stagione 2002/2003, guidati dal leggendario Alan Shearer, e il quinto posto del 2011/12 con in campo, tra gli altri, Ba, Papiss Cisse, Ben Arfa e Tioté (venuto disgraziatamente a mancare appena quattro anni fa). L’ultimo trofeo portato a casa dal Toon è stata la coppa Intertoto del 2006, a interrompere un digiuno che durava da 40 anni, e in cui la squadra ha mantenuto popolarità solo grazie all’uscita del film Goal!, in cui il protagonista, Santi Muñez, giocava proprio per i Magpies. Anni di grigiore e di stagioni vissute in Championship che hanno spento la passione di quella che, per molti anni, è stata una delle tifoserie più calde della Premier League. Il passaggio al Fondo del Principe Mohammad bin Salman è stato quindi accolto con enorme entusiasmo da parte dei tifosi, memori anche dell’esempio del Manchester City che, dopo anni di oblio, è diventata una realtà vincente del calcio inglese, proprio in seguito all’acquisizione da parte della holding dello sceicco Mansur.
Ma l’acquisizione del Toon rischia di diventare questione ben più controversa, che va oltre il semplice arrivo di un altro “riccone” sul calciomercato internazionale, in un periodo in cui le squadre col portafoglio grosso sono malviste in tutta Europa. E il motivo di questa controversia va cercato proprio nella figura del principe d’Arabia. Il 2 ottobre 2018, il giornalista saudita progressista Jamal Khashoggi si recò al consolato saudita di Istanbul per ricevere alcuni documenti relativi al suo matrimonio, ma non uscì mai più da quell’edificio. Per molto tempo lo stesso Khashoggi aveva criticato l’operato del Re Salman e del Principe, e da un anno non viveva più nel paese proprio per timore di ripercussioni. Dopo le indagini sulla sua morte, sia la CIA nel 2018 che l’ONU nel 2019 hanno concluso che fu proprio il nuovo proprietario del Newcastle, Mohammad bin Salman, il mandante dell’omicidio del giornalista che per anni aveva espresso forte dissenso contro il governo arabo per la politica di intervento in Siria e in Yemen e per l’oppressivo regime autoritario imposto nel paese.
Tuttavia, come spesso accade quando sono coinvolti personaggi di un certo peso politico, il principe saudita non ha subìto un processo, e non è stato destituito dal suo incarico. Bin Salman è quindi rimasto alla guida del Public Investment Fund, ed è riuscito ad acquisire il club da Mike Ashley dopo ben 18 mesi di trattative, iniziate ad aprile 2020, e continue pressioni da parte del NUST (associazione a protezione degli interessi dei tifosi del Newcastle) desideroso di vedere il proprio club nelle mani di un ricco investitore (e soprattutto di chiudere i rapporti con un presidente non molto amato, specialmente dopo la vicenda Gutierrez), con la speranza di poter finalmente uscire dal pantano della metà classifica.
Il passaggio di proprietà e il progetto decennale per raggiungere la vetta della Premier League, pianificato dalla direttrice esecutiva Amanda Staveley e dal neopresidente Yasir Al-Rumayyan, è bastato per far raggruppare i tifosi all’esterno dello stadio al grido di “abbiamo riavuto il nostro club”, e far registrare il tutto esaurito per la sfida contro il Tottenham. Senza girarci intorno, il Newcastle invaderà già da gennaio il calciomercato per rafforzare una rosa senza capo né coda, sorretta dai soli Allain Saint-Maximin e Martin Dubravka; e probabilmente già nei prossimi due anni avrà raggiunto l’Europa League o addirittura la Champions League. Il prezzo da pagare rischia però di essere enorme, non solo perché si parla di avere alle spalle un fondo i cui proventi non sembrano avere un’origine esattamente chiara, ma perché se si procedesse al processo nei confronti di bin Salman, il club si ritroverebbe nella posizione di non poter più contare sul fondo stesso, rischiando così la bancarotta. E senza alcun antipatia nei confronti di una delle squadre più amate d’Inghilterra, l’augurio è prima di tutto che venga fatta giustizia nei confronti di Jamal Khashoggi e di tutti coloro che sono stati zittiti con la forza dal dispotismo di certi governi.
Andrea Esposito