Quattro passi in riva al mare per riprendere a respirare, avvolti in quella leggerezza di cui tutti necessitiamo. Con il cuore che, finalmente, batte al ritmo corpo, con l’immaginazione che asseconda il moto ondoso delle acque cristalline, ancora non pronte a essere navigate. “Elle”, il nuovo singolo di Darman, racchiude questo e altro ancora.
L’ultimo brano dell’artista calabrese di base a Torino è un pezzo spensierato e liberatorio, la perfetta fusione di scioltezza e introspezione. Emozionante, determinato e sensibile, Darman offre all’ascoltatore una vacanza musicale che lo porta a riflettere su sé stesso, sui propri dilemmi interiori, prima di lasciarsi andare completamente alla distensione della mente e al gaudio che caratterizzano, non solo la stagione più calda dell’anno, ma anche l’animo di coloro che hanno compiuto un tortuoso e introspettivo viaggio prima di giungere, finalmente, alla tanto agognata quiete interiore.
Sulle nostre pagine, Darman racconta come l’insieme di eterogenei dialoghi musicali abbia permesso la maturazione di una sua dimensione peculiare, sfociata nella pubblicazione del singolo “Elle”.
Ciao Darman, benvenuto ai nostri microfoni! C’è un’affascinante compenetrazione fra il contenuto delle tue liriche e gli arrangiamenti che le avvolgono: come per magia le parole sono esattamente ciò di cui la musica ha bisogno. Puoi parlarci della tua concezione di arte dei suoni e del tuo processo compositivo: parti da un’idea melodica o da altri elementi?
«Ciao, grazie per l’invito. Leggere questa domanda mi riempie di grande orgoglio, perché al suo interno c’è incastonato il fine ultimo della mia arte: far giungere a chi ascolta il mio operato, così com’è stata pensato e concepito, vale a dire in maniera pura e intransigente. Ho un approccio artistico di profondo rispetto verso un’opera d’arte, che deve essere realizzata, a mio avviso, seguendo i dettami dell’ispirazione, senza compromessi. In virtù di ciò, il processo compositivo può avvenire in modalità differenti, partendo a volte dalla musica, a volte dalle parole.»
In riferimento all’ultimo singolo di Darman “Elle”, creare in studio una produzione calda e ariosa, comunque essenziale e priva di orpelli, è stato più complicato che affastellare una sull’altra piste su piste di strumenti, voci e quant’altro?
«Produrre “Rifugio”, il nuovo disco in uscita a novembre dal quale “Elle” è estratto, è stato molto stimolante e curioso per me, visto che venivo da tre dischi ad alto contenuto rock, con importanti lavori di arrangiamento. Questo nuovo lavoro è volutamente caldo, minimale, ancor più intrinseco rispetto ai dischi precedenti. Anche la scelta di avvalermi della collaborazione di Nick Petersen al mastering va verso quella direzione, avendo lui lavorato su un disco meravigliosamente intimo e viscerale come “For Emma, Forever Ago” di Bon Iver. Di Christian Lisi, che ha registrato, editato e mixato il disco sapete già tutto, visto che lavora con me dal primo album.»
Il nuovo brano firmato Darman non ha un intento meramente descrittivo, ma affonda la sua ricerca nel mistero: procede dalla natura, precedendo l’immagine. Come sei riuscito ad esprimere tutti i colori del mare nella sua indole variopinta?
«Il brano è un’ode al mare, all’elemento acqua nel quale tutto ha avuto inizio. È una commistione tra la nascita della vita e la genesi dell’innesco compositivo da cui scaturisce l’arte.»
Ai crepuscoli, nella mattina come nella sera, il cielo e le acque marine si toccano, senza soluzione di continuità. Tale suggestione sensoriale, può essere paragonabile a uno specchio in cui l’uomo riflette il concetto di sé? Il mare è per Darman luogo di scoperta?
«Altra domanda davvero stimolante e bella. Un’altra dote dell’arte è quella di evocare e rievocare. In “Elle” il mare e l’acqua hanno delle connotazioni più riflessive, che riconducono all’elemento in maniera congenita e ancestrale, quasi come se fosse un viaggio nel liquido amniotico. La natura è capace di suscitare sensazioni disparate, così come la musica.»
Vincenzo Nicoletti