Elisa Giobbi scrive di "Milena Q. - Assassina di uomini violenti"
Fonte: https://www.mardeisargassi.it/milena-q-assassina-di-uomini-violenti-il-nostro-primo-libro/

“Milena Q. – Assassina di uomini violenti” è il nuovo libro di Elisa Giobbi, già autrice di “Rock’n’roll noir”, “La rete”, “Eterni”, “La sposa occidentale”, “Love (& Music) Stories” e “La morte mi fa ridere, la vita no”.
Il testo, edito dalla casa editrice Mar dei Sargassi, fa parte di un progetto che si propone di trattare casi di cronaca nera che hanno avuto luogo in Italia negli anni Settanta e Duemila.
Elisa decide di indagare il caso di Milena e di dar voce a colei che è stata soprannominata “la vedova nera del pavese“.

Trama

Il 2 agosto del 1998, Milena Quaglini confessa ai carabinieri di Stradella, un comune della provincia di Pavia, l’assassinio di suo marito nonché padre delle sue due figlie, Mario Fogli. Questo, però, non è l’unico omicidio che le è stato attribuito con certezza: a esso, infatti, si aggiungono quello di Giusto Dalla Pozza e di Angelo Porrello.

Sebbene possa essere descritto come un caso di violenza di genere verso il sesso maschile, in realtà la storia di Milena Quaglini è anche – e prima di tutto – un caso di violenza nei confronti del genere femminile.
Andando per ordine: Giusto Dalla Pozza, ucciso nel 1995, ha tentato di violentare Milena dopo che questa si era rifiutata di ripagare in natura un prestito che le aveva concesso. Mario Fogli, secondo marito di Milena, era invece estremamente geloso della moglie, anche se si trattava del figlio di Milena avuto dal precedente matrimonio, unica occasione in cui lei aveva potuto sentirsi serena e felice, finito tragicamente con la morte del marito per malattia. Il Fogli, alcolista come la moglie, la maltrattava quotidianamente e lei, dopo l’ulteriore litigio, lo ha ucciso. E poi Angelo Porrello, già condannato per violenza sessuale nei confronti delle figlie, è stato ucciso nel 1999, non prima di averla violentata.

Sebbene non si possa giustificare quanto commesso da Milena, l’autrice vuole mostrare l’altra faccia della medaglia, cioè la sofferenza, il dolore e gli innumerevoli maltrattamenti che Milena ha dovuto subite durante tutto il corso della sua vita, a cominciare dall’infanzia: infatti, sua madre subiva la stessa violenza da parte del marito. E di tutto questo Milena, aiutata realmente solo dal suo avvocato Licia Sardo e dalla sua passione per la pittura, decide di rivendicare la propria libertà con l’atto estremo del suicidio.

Quello che fa Elisa Giobbi non è solo dare informazioni su un caso di cronaca nera italiano, ma è soprattutto tentare di descrivere la complessa personalità della protagonista, mostrare il retroscena e gli sviluppi di quanto accaduto.
È l’autrice stessa che, con un’intervista, chiarisce alcuni punti riguardo a quanto scrive.

Intervista a Elisa Giobbi

Tra tutti i casi di cronaca nera che avrebbe potuto scegliere, Lei ha deciso di parlare proprio di Milena Quaglini. Cosa l’ha toccata del suo caso? Quali sono state le difficoltà maggiori che ha incontrato durante il percorso di conoscenza del personaggio e di stesura della sua storia?

«Ho sempre trovato il caso di Milena Quaglini straordinario per vari motivi, per esempio, per il fatto che fosse una donna per una volta a uccidere uomini per vendetta, il fatto che per giunta non fosse una delinquente abituale ma una signora gentile. Le difficoltà, se ci sono state, sono state quelle dovute alla scelta di prestare la mia voce a Milena e di raccontare la sua storia, quindi in prima battuta gli interrogativi sulla legittimità o/e opportunità di tale scelta, poi quella di riempire le zone grigie mancanti della sua vita.»

I delitti della Quaglini sono in parte riconosciuti come conseguenza degli abusi subiti durante l’infanzia e di una vita permeata da dolore e sofferenza. Tuttavia, dal Suo racconto emerge che, a parte il sostegno ricevuto dal suo avvocato, il sistema giudiziario più che aiutare Milena abbia contribuito alla sua distruzione. È andata davvero così?

«Più che il sistema giudiziario parlerei della società nella sua interezza: Milena è stata lasciata sola coi suoi problemi da quasi tutti, a partire dalla famiglia. Nessuno, compreso il personale sanitario, ha mai compreso veramente la natura del suo disagio e di conseguenza nessuno è stato capace di aiutarla nel modo corretto.»

Riportando quanto dice Milena: «chi mi giudicherà è sicuro che se avesse vissuto quel che ho vissuto io, come l’ho vissuto io, non avrebbe reagito come me? È sicuro che i cosiddetti normali non potrebbero anch’essi trasformarsi in mostri, pericolosi delinquenti se vivessero quel che ho patito io?». La sua personale opinione a riguardo qual è?

«Preciso che queste non sono parole originali di Milena Quaglini, ma è quanto immagino avrebbe potuto dire per difendersi. Quando si verificano episodi simili, a sedere sul tavolo degli imputati c’è una persona sola, ma ritengo che in teoria dovrebbero essercene tante, perché la violenza crea violenza e una cultura acquiescente non migliora le cose. Dunque benché gli omicidi di Milena non siano giustificabili, ritengo sia importante capire perché e come si possa arrivare a certi atti estremi.»

Nelle note Lei sostiene che gli omicidi di Milena Quaglini le sono sembrati «ascrivibili a una forma estrema, anche se inconsapevole, di ribellione a un patriarcato cieco e violento». Secondo Lei, quanto è cambiato il sistema patriarcale negli anni – sempre che sia cambiato – e su cosa bisogna ancora riflettere e lavorare?

«Il sistema patriarcale è cambiato più in alcune zone che in altre, la cultura contemporanea soprattutto giovanile è molto attenta a certi temi, anche se non sempre in modo equilibrato, a mio parere. Però c’è ancora molto da fare, soprattutto in alcuni territori del mondo, dove le bambine, le ragazze, le donne sono ancora assai lontane dalla libertà

Elisa Giobbi, autrice del libro "Milena Q. - Assassina di uomini violenti" - Fonte: www.mardeisargassiedizioni.com
Elisa Giobbi, autrice del libro
“Milena Q. – Assassina di uomini violenti” www.mardeisargassiedizioni.com

In questo libro, benché traspaia la posizione dell’autrice riguardo a determinate tematiche, la storia di Milena appare il frutto di un lavoro minuzioso: tra le pagine, infatti, si trovano documenti originali e un’intervista dettagliata all’avvocato di Milena, che dà un quadro ancora più preciso della situazione. Di Milena vengono descritte attentamente le due facce della sua personalità, sintomo di un disagio profondo, che l’autrice chiarisce bene attraverso il suo modo di scrivere. Tuttavia, questo non implica necessariamente che gli eventi non vengano descritti in maniera oggettiva; anzi, sebbene il lettore possa guardare la vicenda attraverso lo sguardo di Milena, ha sempre presenti i fatti.
La storia di Milena Quaglini raccontata da Elisa Giobbi non rimane fine a se stessa, ma apre a una riflessione più profonda su tematiche che necessitano sempre più di una discussione che sia davvero proficua.

Mariella Rivelli

Mariella Rivelli
Nata e cresciuta a Potenza, in Basilicata, dove ho conseguito un diploma di maturità classica, ho studiato poi a Napoli Mediazione Linguistica e Culturale e Letterature e culture comparate. Curiosa, appassionata di lingue e culture straniere, amante della lettura, della scrittura e di ogni manifestazione culturale, durante le mie esperienze di studio e di lavoro all'estero ho imparato che non si possono esplorare e apprezzare mondi diversi senza conoscere il proprio. Credo fermamente che la determinazione sia fondamentale per raggiungere i propri obiettivi.

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