Non erano streghe, ma donne. La riabilitazione delle donne perseguitate in Catalogna
Non una di meno. Roma, 26 novembre 2016.

L’episodio della caccia alle streghe è stato per troppo tempo vittima di una narrazione edulcorata, a causa della quale hanno preso piede personaggi fiabeschi: dalla famosa strega di Biancaneve a quella di Hänsel e Gretel. Streghe, sirene carnivore, fate spietate, vampire; il femminile è stato e continua a essere rappresentato dagli uomini in tutta la sua mostruosità.

Eppure, alla radice di questa narrazione sbagliata, c’è una verità che a lungo ha aspettato di essere dissotterrata e che è la matrice di ogni violenza maschile: la paura.

La paura del patriarcato nei confronti delle donne – una paura così insolita che forse può far storcere il naso e perfino far sorridere – ci appare però comprensibile e sensata se pensiamo che fra le accusate di stregoneria figuravano soprattutto prostitute, lesbiche, guaritrici, levatrici, donne nubili, sterili o che praticavano l’aborto.

Una paura che, più da vicino, ha a che fare con una sessualità femminile che elude il controllo del maschio e che può addirittura arrivare a mettere in crisi l’eteronormatività, uno dei pilastri fondanti del patriarcato; una paura che ha a che fare con l’autodeterminazione del corpo e il suo diritto di mettere o non mettere al mondo un altro essere. Non deve quindi sorprenderci se nelle società europee tra Quindicesimo e Diciottesimo secolo, a muovere questa folle persecuzione non siano state esclusivamente motivazioni teologico-religiose, superstizioni e fenomeni di isteria generale. Pensare a una gerarchia sociale diversa, a causa della quale il patriarcato corre il rischio di mostrarsi vano e del tutto estraneo ai meccanismi delle realtà femminili, era ed è un’ipotesi assolutamente inaccettabile.

Oggi più che mai, si fa urgente la necessità di sottrarre da questo alone di mistero e superstizione uno degli avvenimenti più oscuri e di riconsegnarlo alla storia con il suo vero nome: femminicidio di massa. Parlarne ancora è importante e necessario perché la paura del femminile è atemporale, cresce ed evolve assieme alla società e in forme sempre più subdole. Le streghe, donne che si ribellano all’oppressione maschile e che rivendicano la propria autodeterminazione, fanno ancora paura, e le forme di repressione e di controllo non si discostano poi così tanto dai meccanismi del passato: ancora oggi, transessuali e prostitute hanno tra il 45% e il 75% delle probabilità di essere aggredite sessualmente mentre lavorano. Lesbiche e bisessuali subiscono violenze sessuali, incluso lo ”stupro correttivo”, con una frequenza fino a due volte superiore rispetto alle donne etero.

A proporre uno studio sulla caccia alle streghe da una nuova prospettiva, quella di genere, fu la seconda ondata del femminismo. I primi movimenti femministi degli anni Settanta, riappropriandosi dell’etichetta di “strega” e connotandola positivamente, ne hanno fatto uno degli slogan più famosi di sempre: tremate, tremate, le streghe son tornate!

Se siete donne e avete l’ardire di guardarvi dentro,
siete delle streghe.
– Manifesto di WITCH (Women’s International Terrorist Conspiracy from Hell)
New York, 1968

Cosa succede in Catalogna

Prima ancora che in Catalogna, in Scozia la campagna Le streghe di Scozia ha portato alla riabilitazione di circa quattromila donne accusate di stregoneria attraverso un disegno di legge approvato in parlamento dalla premier Sturgeon. Secondo la studiosa Claire Mitchell, il tasso di condanne in Scozia è molto elevato rispetto al resto d’Europa.
Solo recentemente in Catalogna il fenomeno della caccia alle streghe è stato osservato da una prospettiva di genere, arrivando finalmente a definirlo “una persecuzione misogina”.

Martedì 25 gennaio, il parlamento catalano ha infatti approvato un provvedimento proposto dalla deputata Jenn Díaz, del partito indipendentista di sinistra Esquerra Republicana de Catalunya, grazie al quale saranno riabilitate più di ottocento donne uccise fra il Quindicesimo e il Diciottesimo secolo. Approvata anche da JXC, CUP, dal Partito Socialista catalano e da En Comú Podem, la risoluzione non ha mancato tuttavia di suscitare dissenso tra i partiti di estrema destra: i conservatori del Partit Popular Català e i deputati di Vox. Secondo questi ultimi, infatti, il parlamento avrebbe dovuto dare precedenza a questioni più importanti e attuali, ma rendere giustizia a delle donne uccise e perseguitate ingiustamente, è un esercizio di revisione storica estremamente importante.

Maria Joaneta, Antònia Rosquellas e Margarida Puig alias Cassadora, donne accusate di stregoneria e impiccate nella cittadina di Viladrau a Girona, sono solo tre dei quattordici nomi che, in seguito al provvedimento, potrebbero intitolare alcune strade in Catalogna.

Melissa Sellitto

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