L’anno appena trascorso è stato un anno nero per gli italiani in termini economico-finanziari. A rivelarlo è stata un’indagine condotta da Altroconsumo.
Insieme alle organizzazioni omologhe di Portogallo, Spagna e Belgio, Altroconsumo ha analizzato l’effetto dell’inflazione sulla vita quotidiana delle persone, riportando una fotografia puntuale della situazione delle famiglie del nostro Paese.
Italiani e inflazione: i numeri
Nonostante, secondo i dati, a gennaio 2023 l’inflazione in Italia sia scesa all’8,5% rispetto all’11,6% del mese precedente (calcolata su base annua), i prezzi dei beni, in Italia così come in Europa, non hanno arrestato la loro corsa in salita, registrando un aumento del 10,1% (0,2 punti percentuali in più rispetto a dicembre 2022).
A pagarne le spese sembrano essere i settori dei prodotti alimentari e della cultura. L’acquisto di carne e pesce è diminuito per il 31% degli intervistati, quello di verdure e frutta del 16%. Il 57% del campione, invece, ha dichiarato di aver ridotto drasticamente la partecipazione a eventi culturali.
A incidere in modo importante sulla nuova rotta presa dagli italiani in ogni ambito del quotidiano è stato l’aumento delle bollette. Il 42% sostiene, infatti, che il costo di gas ed energia elettrica sia diventato insostenibile, tanto che il 37% delle persone prese in esame ha dovuto far ricorso prima ai risparmi e dopo (13%) all’aiuto di parenti o amici.
Che fine hanno fatto i risparmi?
Sì, perché se il 56% del campione ha risentito dei cambiamenti del proprio stile di vita tanto da registrare un impatto negativo sul proprio benessere psicologico, i più colpiti sembrano essere stati i risparmi.
L’inflazione ha inferto un duro colpo al portafoglio degli italiani – da sempre popolo di risparmiatori -, al punto che, a dicembre 2022, il 41% di chi ha partecipato all’indagine ha dichiarato di non essere riuscito ad accantonare alcun tipo di risparmio, né in forma mensile né annuale. Solo qualche mese prima, ad aprile dello stesso anno, il numero si aggirava intorno al 31%. Un aumento significativo, dunque, concausa della situazione attuale che continua a rimanere bloccata in un loop di aumento dei prezzi-disallineamento dei salari.
Molti, tuttavia, hanno dimostrato grande interesse nel seguire comportamenti virtuosi e anti-spreco (anche grazie alla rinnovata attenzione nei confronti del benessere ambientale), ritenendosi più informati (almeno il 72% degli intervistati) su questi temi. Non di meno, l’interessamento per i consigli su tematiche come il risparmio e la previdenza sono rimasti intatti, nonostante l’impossibilità di alcuni a trovare un punto di incontro tra spese, proprio stile di vita e aumento dei prezzi.
La percezione dei consumatori su istituzioni e imprese
Il trend della percezione negativa dei consumatori su istituzioni e imprese è, invece, in continua ascesa. Almeno il 30% del campione è convinto che il Governo italiano così come la Commissione Europea non stiano facendo nulla a tutela dei cittadini, mentre il 78% pensa che le aziende private stiano guadagnando dall’aumento ingiustificato dei prezzi.