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Bret Easton Ellis, autore del romanzo "Le schegge", foto di Ralph_PH

Il 10 ottobre 2023, tredici anni dopo la pubblicazione di Imperial bedrooms, tutte le librerie hanno accolto con trepidazione l’atteso ritorno di Bret Easton Ellis con il suo nuovo romanzo Le schegge.
Si tratta di un’opera fuori dagli schemi, intrisa di ambiguità e nutrita dalle ossessioni degli alienati adolescenti della Los Angeles degli anni ’80.

Ellis durante la pandemia del 2020 ha tenuto un podcast in cui leggeva in anteprima i capitoli in fieri e sin dalle prime fasi di scrittura ha chiarito che questo non sarebbe stato un romanzo qualsiasi. Il lettore ha la percezione di scoprire i segreti più intimi dello scrittore che, con la sua penna seducente, sembra far riaffiorare i suoi ricordi più dolorosi, il trauma che ha segnato la sua esistenza. Un giovanissimo Bret vive la sua adolescenza nel privilegio e nella trasgressione, ottenebrato dal fumoso effetto dell’alcool e degli oppiacei, galleggiando a bordo piscina in compagnia della fauna dell’élite locale.
Ciò che Bret Easton Ellis svela solo nelle avvertenze è che Le schegge è un finto memoir, un thriller dai toni inquietanti che saccheggia frammenti di vita dell’autore solo per mantenere la sua maschera “da storia vera” fino alla fine.

Bret: un narratore bugiardo

La trama è tipica di un noir. Un Bret sessantenne ricorda l’autunno del 1981: aveva diciassette anni e Robert Mallory è un nuovo alunno della sua scuola e la sua nuova ossessione, mentre nei ricchissimi quartieri di Los Angeles si aggira il Pescatore a strascico, un serial killer.
Continuamente viene posto l’accento sul fatto che il narratore sia un “bugiardo” e un “favolista”, un aspirante scrittore che non riesce a carpire la realtà per quella che è, senza continuamente andare oltre le sue schegge e immaginare risoluzioni o continuazioni.

«[..]O magari avevano ragione tutti e le cose stavano proprio in quel modo e io sentivo altre cose, che però non c’erano perché ero uno scrittore»

L’Arte e il desiderio di realizzare una produzione artistica segnano ogni riga del romanzo: Bret legge e si forma per dar voce al suo mondo interiore; i protagonisti frequentano assiduamente le sale cinematografiche e anche gli adulti, in tutto il loro carattere disfunzionale, occupano posti di rilievo nell’ambito della comunicazione e della regia.
Numerosissime sono le citazioni e i rimandi a film e canzoni, che hanno il potere di costruire l’atmosfera e l’ambientazione, tanto da renderle immersive, quasi palpabili. Visto il ceto sociale dei personaggi, quasi associabile allo star system, divampa in ogni anfratto di Le schegge l’ossessione per l’aspetto, la cultura materica, edonistica e narcisista per la quale ogni oggetto non è solo un oggetto ma un marchio, uno status symbol, modi per comunicare la propria identità. Un’identità, ben inteso, che si costruisce solo su corpi giovani e perfetti, incastrati in quel sogno americano in cui non è permesso invecchiare. La glorificazione dell’eterna gioventù rema però contro la crescita e il cambiamento, motivo per cui, simbolicamente, gli adulti (schegge della società) vestono gli strettissimi panni degli adolescenti (ricorrono alla chirurgia estetica, indossano abiti inappropriati per la loro età, diventano predatori sessuali di minorenni) mentre invece Bret, il personaggio più malinconico, è un diciassettenne che pretende di saltare la tappe e di diventare al più presto un adulto ma, a causa delle tragedie che lo colpiranno, sarà destinato a restare invischiato per sempre nella sua adolescenza.

Schegge di finzione e alienazione

Bret Easton Ellis, di Ralph_PH

Il file rouge di Le schegge è il tema dell’ottenebramento. I personaggi hanno tutte le carte in regola per far parte del mondo e ottenere ciò che desiderano, ma non fanno altro che esserne dei passivi e inetti spettatori. Bret descrive con noia la società di cui fa parte, costruita sull’apparenza e sulla finzione, il suo mondo interiore è invece vivo, gli ribolle sottopelle e per questo è costretto a costruirsi e a indossare costantemente una maschera per mostrarsi a tutti gli altri. Il primo cortocircuito si manifesta nella sua celata omosessualità, primo tassello che lo porterà a nascondere, man mano, tutti i suoi desideri, fino a condurlo a una alienazione progressiva.

«Ero in uniforme, un costume di scena, fingevo di essere fidanzato, stavo per frequentare un anno di lezioni per cui non avevo alcun interesse e mi sarei dovuto camuffare, ero un attore e nulla di più, quello era reale. Questo intorpidimento si consolidò fino a diventare una distaccata freddezza che poi impiegò decenni prima di sciogliersi.»

Gli stimoli della Los Angeles degli anni ’80 sembrano continui e stridenti, ma accomunabili con una scintillante e pomposa cartolina, la fatica per non interagire con essi è gestibile recitando sempre lo stesso ruolo: Bret diventa un attore insensibile, il vuoto e il torpore che sente dentro di sé sembrano quasi tramutarsi in sentimenti, alla stregua della nausea di cui si ammalò Roquentin.

«Volevo scrivere in quel modo: l’insensibilità come sentimento, l’insensibilità come movente, l’insensibilità come ragione di esistere, l’insensibilità come estasi.»

Bret è però in una posizione privilegiata: è lo scrittore che decifra e svela i gesti di chi lo circonda. Tutti conducono la loro vita sotto la zavorra del loro costume, Robert in primis che, nello specifico, ci appare con tre volti (schegge) differenti: c’è la machera e poi la persona pericolosamente malata dietro la maschera di cui ancora nessuno sa niente e poi c’è la faccia che guarda alle cose da un’angolazione più ampia, che cerca di mantenere il controllo e di gestire il continuo frenetico mulinare dietro i suoi occhi.

La letteratura: la salvezza dello scrittore

Il tema metaletterario si posiziona alle radici di Le schegge: abbiamo già visto che l’opera stessa gioca sul genere del memoir e ne diventa satira e parodia. Ellis riconosce che il “romanzo verità” non esiste e che le nostre vite sono ordinate secondo tutte le storie che ci raccontiamo. Così, anche gli omicidi del Pescatore a strascico sono delle messe in scena, storie di un assassino di cui non è importante comprendere le motivazioni, è solo seducente perdersi nella rete delle trame che lui costruisce, alla stregua del lavoro del Bret Easton Ellis romanziere.

La finzione è così confortevole da sostituire la verità, «il sogno diventa irresistibile» suggerisce il Bret personaggio, consapevole che, senza la mediazione della scrittura, i suoi sogni a occhi aperti potrebbero tramutarsi in un gioco pericoloso e imprigionarlo per sempre: lo scrittore è dominato dall’idea e deve espellerla per non esserne soggiogato. La letteratura è quindi un’arma che esorcizza i pensieri e le idee, rende visibile il nostro mondo interiore e, se ben maneggiata, ci permette di evitare la totale e pura alienazione poiché, con la sua mediazione, rende la vita quasi sopportabile.

Sicuro Alessia

Alessia Sicuro
Classe '95, ha conseguito una laurea magistrale in filologia moderna presso l'Università di Napoli Federico II. Dal 2022 è una docente di lettere e con costanza cerca di trasmettere ai suoi alunni l'amore per la conoscenza e la bellezza che solo un animo curioso può riuscire a carpire. Contestualmente, la scrittura si rivela una costante che riesce a far tenere insieme tutti i pezzi di una vita in formazione.

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