“Parkour (Lato A)” è l’ultima fatica in studio dei Kaufman, in uscita per INRI. Al prosieguo dell’eccelso riscontro in termini di ascolti ottenuto con la pubblicazione di Belmondo (2017) e dei numerosi singoli costellati di featuring importanti – Asia Ghergo, Legno, Galeffi e Cimini fra i tanti -, inseriti nelle principali playlist di Spotify, il quartetto torna alla carica con un album dalla forte valenza ritmica ed evocativa.
Pur mantenendo intatto quello stile unico e inconfondibile che li ha fatti conoscere e apprezzare dal grande pubblico, i Kaufman hanno preso una direzione diversa rispetto a quella alla quale ci avevano abituati. Lorenzo, Alessandro, Matteo e Simone ci regalano, nelle otto tracce in esso contenute, un’attenta e minuziosa descrizione della precarietà, termine che rimandando all’immanenza, alla fisicità, alla temporalità e alla caducità di ogni cosa terrena, definisce a pieno regime la struttura dell’esistente in tempi incerti, ponendolo di fronte a sé stesso e ai propri limiti.
Per captare al meglio le onde sonore che arrivano dall’universo dei Kaufman, abbiamo analizzato la loro più recente pubblicazione, vale a dire “Parkour (Lato A)”, track by track.
Bart Simpson
La prima traccia del nuovissimo lavoro in studio dei Kaufman è una relativamente briosa “Bart Simpson”, che si alimenta di suggestive immagini pop – da Joker a Charles Manson, passando per Paolo Conte -, al fine di enunciare, in maniera chiara, semplice e diretta, gli intoppi nel costruire una relazione reale e matura, dovuti alla tendenza intrinseca di creare una propria realtà soggettiva non corrispondente all’evidenza. Le sonorità sono altrettanto pop, con quell’inclinazione indie che da sempre risulta essere il marchio di fabbrica del gruppo lombardo-veneto.
Trigonometria (feat. Legno)
“Trigonometria”, brano che vanta la compartecipazione dei Legno, parimenti facendosi portavoce di una generazione disinvolta e ed inquieta, non si discosta per nulla dai toni gioviali della canzone precedente. L’effetto che i Kaufman sperano di ottenere è creare una sorta di allegra nostalgia, capace di riportare l’immaginario dell’ascoltatore tra quegli amati/odiati banchi di scuola che ne hanno contraddistinto l’infanzia e l’adolescenza.
Judo (feat. Cimini)
C’è lo zampino di Cimini in “Judo”: l’artista calabrese trapiantato a Bologna apre il pezzo musicale dei Kaufman, tra i più apprezzati dell’intero album musicale, con dei dei fiati che ben si sposano con i ritmi moderati e la sagace ironia (“è solo che pensavo a te mentre ero fuori a far pisciare il cane”), elementi che fungono da collante.
3 Gin Tonic
Ecco la quantità alcolica di “3 Gin Tonic”, un dolce e morbido invito al ballo, e più in generale al movimento, nonché un litigio fuori dall’Ikea condito una serie di riferimenti al mondo orientale messi a casaccio, senza alcun apparente senso logico.
Universo
La ballata “Universo”, caratterizzata, in aggiunta ai riferimenti pugilistici, dal suo battito determinato e netto è già tra le più ascoltate dell’intero album dei Kaufman (seconda propria a “3 Gin Tonic”).
Lelaina
Si riacquista ancora ritmo con “Lelaina”, traccia che torna ad affondare le notti nei cocktail, a farsi portavoce di un accelerato trantran in cui le disavventure amorose sono un abituè. Riferimento vintage a “Sid e Nancy” giusto per il finale.
Aston Martin (feat. Rossella Essence)
Non mancano i tuffi nel passato anche all’interno di “Aston Martin”, come già si può evincere dal titolo che i Kaufman le hanno affibbiato. Adornato dagli intarsi vocali di Rossella Essence, che donano alla canzone sprazzi di fantasia pressoché continui, risulta un brano di per sé assai colorato.
Babilonia
Il finale di “Parkour (Lato A)” è riservato a “Babilonia” che, costruendosi un percorso ritmato dagli handclap, disegna un panorama urbano decisamente sognante in cui vale la pena perdersi per poi ritrovarsi.
La gara per raccogliere l’eredità lasciata dai pionieri dell’itpop, che ne hanno reso possibile la travolgente ondata è iniziata: allineandosi, anche per quest’occasione con estrema spontaneità, non si può negare che i Kaufman abbiano, a primo acchito, buone chance di sorprendere positivamente il loro ambiente di riferimento, lasciando gli appassionati della corrente musicale che sta rimescolando i confini della scena indipendente made in Italy a bocca aperta.
Vincenzo Nicoletti