Awa Fall e la sua musica reggae contro le disuguaglianze
Awa Fall/Instagram

Si chiama Awa Fall Mirone la cantante italo-senegalese che a soli 24 anni viene considerata da molti critici la voce del reggae in Italia.

Awa Fall fin dall’inizio della sua carriera ha cominciato a girare per l’Europa, facendo in media un centinaio di concerti all’anno con tappe in Spagna, Francia, Inghilterra, Ungheria e Polonia, per citare alcuni paesi. Nonostante il suo talento e le diverse esibizioni, Awa ha raccontato di non essere completamente soddisfatta della situazione in Italia, a causa delle discriminazioni nel mondo della musica. Nel paese, infatti, viene ancora dato poco spazio agli artisti di origini straniere, con pochissime eccezioni (come nei casi di Mahmood o Ghali). “Mi piace l’Italia ma tutto mi fa pensare che qui non ci sia posto per me”, ha spiegato la cantante.

Awa Fall è nata e cresciuta a Bergamo: suo padre è senegalese, mentre sua madre è italiana. Suo padre è stato presente solo quando era molto piccola, per poi allontanarsi e farsi un’altra famiglia in Senegal. Awa ha vissuto in una famiglia composta da donne: sua madre, sua zia e sua nonna si sono prese cura di lei, cercando di farle vivere un’infanzia serena, in cui la musica ha avuto un ruolo fondamentale. L’artista ha raccontato di essere stata una ragazza molto timida in passato: è stata la passione per la musica ad aiutarla ad aprirsi e a farsi coraggio, portandola a trasformare la sua debolezza in un punto di forza. Awa ha sempre cantato e suonato il pianoforte e, quando era più piccola, cantava in continuazione.

In famiglia ha sempre ascoltato musica e, fin da piccola, è rimasta fortemente colpita dal ritmo della musica reggae: Bob Marley, massimo esponente del genere, è stato la sua prima fonte d’ispirazione. Tra gli italiani che hanno avuto un’influenza su Awa, ci sono in particolare i cantanti che hanno segnato gli anni ’90: artisti come Radici nel cemento e Sud Sound System. Inoltre, la cantante ha spiegato che la sua città, Bergamo, ha una scena musicale molto interessante, aperta anche a persone con origini straniere.

Il suo primo concerto è stato a 14 anni, insieme a sua zia Valentina Benaglia, che lavorava già come cantante e che per lei è stata come un mentore: erano in vacanza in un hotel e, prima dell’esibizione Awa Fall aveva fatto delle prove in spiaggia per un paio d’ore, per poi debuttare la sera con applausi ed entusiasmo da parte del pubblico. Le due avevano anche formato un duo, chiamato Shame Scandal. Dopo la sua prima esibizione con Valentina, Awa non si è più fermata. L’artista, in seguito, ha lasciato gli studi per potersi dedicare completamente alla sua grande passione: così, ha cominciato a seguire corsi e lezioni di musica. Ha conosciuto gli Eazy Skankers, con i quali ha girato l’Europa, partecipando a festival di reggae, tra cui alcuni celebri come il Rototom Sunplash in Spagna.

Infatti, una volta raggiunta la maggiore età, Awa Fall ha viaggiato a lungo insieme al movimento dei rasta ed ha lavorato con diversi sound system. L’unico lato negativa di questo tipo di vita per la cantante è stato il fatto di essersi sentita tagliata fuori da certe dinamiche e di aver instaurato pochi legami stretti con altre persone.

Con i primi soldi guadagnati dalla musica Awa è partita da sola diretta in Senegal, alla ricerca delle sue radici, in quello che lei stessa ha definito il viaggio della sua vita. Lì ha anche rivisto il padre, che nel frattempo aveva avuto altri tre figli, ed ha potuto vedere i suoi nonni per la prima volta. Per lei è stato un viaggio molto importante e significativo.

Awa Fall e la sua musica reggae contro le disuguaglianze
Awa Fall/Instagram

L’artista è delusa dalle discriminazioni delle case discografiche italiane, chiuse verso gli artisti che hanno origini straniere, rendendo più difficile per questi ultimi l’ascesa nel panorama musicale del paese. In questo modo, però, l’Italia rischia di lasciarsi fuggire molti talenti promettenti, che punteranno verso altri paesi europei.

Awa Fall scrive canzoni di denuncia sociale. Come affermato da lei stessa, gli artisti hanno la “responsabilità di comunicare qualcosa che i media e le istituzioni nascondono”. Il suo obiettivo non è, quindi, fare canzoni d’amore ma “essere la voce del popolo”.

La cantante ha iniziato facendo musica reggae ma, col passare del tempo, si è aperta anche ad altri generi della black music ed ha iniziato a sperimentare anche con testi in italiano – visto il suo amore per Tiziano Ferro.

Awa Fall è un punto di riferimento per la rappresentazione della comunità afro-italiana e per chi crede nella lotta contro le ingiustizie sociali. L’artista dedica le sue canzoni alle giovani generazioni che, come ha spiegato, ormai hanno sempre meno punti di riferimento ai quali potersi ispirare. “Le mie canzoni sono contro le disuguaglianze che non mi fanno dormire la notte”, ha raccontato.

La sua musica arriva dal cuore e colpisce, a sua volta, il cuore di chi l’ascolta, con la sua determinazione e le sue parole che mirano a dare forza e coraggio per un cambiamento. Come artista, sente di dover “comunicare l’amore senza confini, universale”. Il messaggio che trasmette è quello di credere in sé stessi, senza paura, alla ricerca della libertà. Importante è la volontà di dare voce a chi non ne ha: come ha sostenuto anche Awa, il reggae e  il blues rappresentano “the voice of the people”, mentre il soul indica l’anima: si tratta di musica che esprime i sentimenti del popolo e delle “anime che soffrono”. 

Awa Fall ha scritto il suo primo album a 18 anni, prima di partire per il Senegal: nel disco parla del viaggio che per tanto tempo ha atteso. Il suo ultimo lavoro è Music Uniters ed è il risultato del lockdown per via del Covid. Con 7 canzoni di produttori diversi, Awa voleva combattere la solitudine provocata dalla distanza con la formazione di una rete di musicisti.

Cindy Delfini

Classe '97, Milano. Studio scienze Politiche, Economiche e Sociali, con un forte interesse verso i diritti civili. Sono appassionata di arte nelle sue diverse forme di espressione: musica, danza, cinema, serie TV, letteratura.

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