Andy Warhol sarà in mostra a Palazzo Zevallos Stigliano, in via Toledo 185, con due opere particolarmente significative, perché espressione immediata del legame che l’artista americano sentiva con Napoli: “Vesuvius (nero)” e “Vesuvius (rosso)”. Appartenenti, dunque, alla notoria serie Vesuvius, esse saranno esposte dal 14 aprile al 5 maggio, in qualità di tele d’eccezione della galleria di Intesa San Paolo.
Andy Warhol (pseudonimo di Andrew Warhola), esponente egemone della Pop Art, utilizza la serigrafia per rendere plastica la standardizzazione del gusto pubblico. Vesuvius è un emblema ridotto a stereotipo ed è, infatti, centro unificante di molteplici tele in cui si esplica ciò che per Worhol è l’arte di massa. Il capitalismo presenta ogni cosa come oggetto di consumo, persino i miti politici e sociali, per cui la serialità dell’immagine – cifra stilistica dell’artista americano – vuol eternare l’indigestione visiva a cui la propaganda pubblicitaria, che è l’anima della società capitalistica, ci sottopone. Un’estetica provocatoria nella cui conformità, però, per contrasto, l’artista riesce involontariamente ad inscrivere una personalissima impronta, quella che i singoli elementi della serie Vesuvius lasciano nel visitatore.
Al di là del sostrato provocatorio che l’intera opera di Warhol mostra, ricordiamo che il Vesuvio ha ispirato artisti di ogni secolo, come Pierre J. Volaire, autore di Eruzione del Vesuvio dal ponte della Maddalena. Sono però soprattutto i pittori napoletani ad incrementare l’iconografia della “muntagna bella”, testimoniando mirabilmente l’influenza che tale elemento naturale aveva su di essi, ed in genere su tutto il popolo partenopeo. Il Vesuvio, infatti, è simbolo di vita per la sua incessante ed imprevedibile attività, ma è anche immagine di morte e devastazione. Alla sua storia si sono legate leggende e superstizioni, convinzioni connesse a credenze di vendetta divina e punizione dei peccati. Con Vesuvius Warhol si distacca dalla tradizione e identifica nel Vulcano il simbolo della straripante vitalità ed energia del popolo napoletano. Una visione positiva, infusa anche dai colori brillanti da lui utilizzati.
Il rosso ed il nero, protagonisti delle tele in mostra a Palazzo Zevallos, riconducono alla mente la lava incandescente ed il fumo nero che nelle eruzioni contorna la bocca del vulcano e si spande, inghiottendo l’azzurro del cielo; tutti elementi che stimolano quel sentimento, insieme terrificante ed estatico, in cui il Romanticismo aveva identificato il sublime.
Il ciclo Vesuvius si compone di diciotto tele, realizzate nel 1985, in occasione di una mostra tenuta al Museo Nazionale di Capodimonte, dove è attualmente conservata la più famosa di esse, nella sezione di Arte Contemporanea.
Il palazzo Zevallos Stigliano è aperto tutti i giorni, eccetto il lunedì, ed il costo del biglietto – comprensivo della visita alle collezioni permanenti della galleria – è di 5 euro. In occasione della mostra, il museo sarà aperto anche nei giorni festivi del 16, 17, 24 e 25 aprile e del 1 maggio. Il biglietto ridotto ha un costo di 3 euro.
Paola Guadagno
Fateci tornare nei musei unica medicina per l’umanità che vuole risorgere. Grazie sempre Napoli