Il coronavirus non è uno sprint ma una maratona. L’hanno capito subito gli esponenti della cultura, dell’ arte e dell’intrattenimento, che hanno sfoderato le migliori armi per fronteggiare i disagi causati dalla malattia e proteggerci dagli orrori a cui i nostri occhi sono sottoposti ogni giorno.
Tante sono state le iniziative solidali, ma una di quelle che ci ha affascinato particolarmente per la sua dimensione corale, e che vogliamo oggi raccontarvi, è quella di Come Vite Distanti, il progetto editoriale che fa capo all’ARF! Festival.
COme VIte Distanti, infatti, è la risposta del fumetto italiano al virus, un omaggio a chi ogni giorno profonde le proprie energie per vincere questa battaglia: medici, infermieri, strutture sanitarie.
Il progetto, infatti, prevede la realizzazione di un libro collettivo dove ogni tavola sarà disegnata da un illustre fumettista del panorama italiano (potete vedere tutte le tavole finora pubblicate qui).
Il ricavato del libro verrà interamente devoluto all’Ospedale Spallanzani di Roma.
COme VIte Distanti, abbiamo intervistato il fondatore e direttore di ARF! Festival: Stefano Piccoli aka S3Keno
Stefano, come nasce COme VIte Distanti? Come funziona nel concreto la rete di solidarietà fra voi artisti?
«Nasce dall’idea di rendersi utili anche con il nostro mestiere – cioè il fumetto, il raccontare storie – che ovviamente non salva vite umane come il lavoro di medici e infermieri. Nasce quindi da una volontà di unione e partecipazione, che grazie ai rapporti intessuti con i primi cinque anni del nostro ARF Festival, ci ha permesso di coinvolgere immediatamente una serie di attori fondamentali per un’operazione di questa portata, che andava comunque coordinata sia in senso artistico/creativo che produttivo. La risposta delle autrici e degli autori è stata subito entusiasta e generosa. Così come quella del nostro storico partner tipografico PressUP, che stamperà gratuitamente l’intera tiratura del libro in modo che il suo prezzo di 15 euro a copia possa essere donato interamente all’Ospedale Spallanzani di Roma, senza cioè dover nemmeno scalare il suo costo di produzione. Su un impianto sceneggiativo firmato da Mauro Uzzeo, Giovanni Masi, Francesco Artibani e Katja Centomo, dal 25 marzo – cominciando da Gipi – ogni giorno un disegnatore realizza pro bono e pubblica la propria tavola a fumetti lanciando l’autore o l’autrice del giorno successivo. La prima lettura è dunque assolutamente gratuita, sui canali social di ARF. Siamo già arrivati a pagina 16 dopo Stefano Caselli, Giorgio Pontrelli, Gigi Cavenago, Eleonora Antonioni, Bruno Cannucciari, Giuseppe Palumbo, Francesco Guarnaccia, Stefano Simeone, Lorenza Di Sepio, Martoz, Giacomo Bevilacqua, Emiliano Mammucari, Maicol & Mirco, Laura Scarpa e Simone Angelini, a cui seguiranno (già annunciati) tante altre firme prestigiose come Zerocalcare, Sio, Sara Pichelli, Werther Dell’Edera, Rita Petruccioli, Ratigher, LRNZ, Fumettibrutti, Mirka Andolfo, Davide Toffolo, Manuele Fior, Zuzu, Matteo Scalera, Mario Alberti e Silvio Camboni. Giunti a pagina 16, i pre-ordini del libro hanno già permesso di donare 30.000 euro alla raccolta fondi dello Spallanzani, sia in tema di emergenza Coronavirus che di ricerca.»
Concedici la domanda gossip: c’è qualcuno che ha preferito declinare la partecipazione a COme VIte Distanti?
«Sarebbe solo gossip, per l’appunto. In un momento di assoluta emergenza in cui sicuramente non ce n’è bisogno. E sarebbe anche ininfluente, considerando che sarebbero due o tre nomi al massimo su oltre sessanta autrici e autori coinvolti.»
Gli artisti, più di altri, riescono a intercettare ed esprimere i sentimenti del periodo. Pensi che questa emergenza ti porterà nuove ispirazioni?
«Personalmente non influirà sul mio prossimo libro perché tratta di sirene, miti e marinai. Ma questo lockdown di proporzioni mondiali avrà sicuramente un impatto sui prossimi libri, sui prossimi film, sui prossimi fumetti. Su tutto. È un evento talmente epocale che se cambiassero per esempio le misure di distanziamento sociale di ogni ambiente, al pari di come cambiarono le normative sicurezza nel mondo dopo l’11 settembre, anche una sequenza con due persone sedute accanto l’una all’altra in un aereo o un teatro porrebbe sembrare anacronistica. Ma anche a livello narrativo e psicologico, quindi per tutti coloro che lavorano sull’introspezione, sulla natura umana, sui concetti di assenza. La fine di questa pandemia comporterà quasi sicuramente dei cambiamenti sociali e culturali talmente stranianti che non potranno non influire sulle opere di chi – come autore – racconta questo mondo.»
Come vedi il futuro del fumetto italiano dopo questo scossone?
«Di natura tendo ad essere ottimista, ma questa situazione è davvero molto cupa e sicuramente nel momento in cui avverrà una ripresa (che comunque avverrà) ci saranno da fare i conti con tante cose, con una moltitudine di aspetti tecnici, economici e produttivi di tutta la filiera editoriale, che comprende gli autori, gli editori, gli stampatori, i distributori, le librerie e infine i lettori. La reazione dovrà essere rapida e necessaria. E lo sarà. Non senza che qualcuno si sarà fatto male. Quindi mi auguro soprattutto che prevalga il buon senso, anche a livello di reciproca etica nel nostro ambiente. Un intero ambiente che quando vuole – come nel caso di COme VIte Distanti – unito e generoso lo è eccome.
Ci illustri i tuoi progetti professionali per il futuro?
«Se parliamo di nuovi libri a fumetti, sono fermo “a tavola quattro” da almeno un anno e mezzo! Non riesco a concentrami come vorrei perché mi perdo dietro ad altri diecimila impegni (compreso ARF) che paradossalmente mi tengono lontano dal tavolo da disegno. Però per puro caso – o ironia della sorte? – proprio il 10 aprile, è uscito il mio graphic novel «Guerrilla Radio – Vittorio Arrigoni, la possibile utopia» (pubblicato originariamente dalla Round Robin) come allegato al settimanale LEFT e ne sono molto felice e fiero, perché è un libro a cui voglio un bene enorme, che ha rappresentato due anni molto intensi della mia vita. La cosa paradossale è che dopo tantissimo tempo torno in edicola con qualcosa di mio, proprio in un momento in cui le edicole sembrano essere gli unici presidi culturali ancora aperti, pur dispiacendomi molto dell’attuale situazione di tutte le librerie. Ma al di là della mia veste di autore, il mio più importante progetto professionale per il presente (e per il futuro) rimane ARF, la sua sostenibilità, la sua crescita, il suo consolidamento come appuntamento annuale dedicato interamente al fumetto in tutti i suoi aspetti artistici, culturali, divulgativi e didattici.»
Tra i tanti protagonisti del progetto, Werther Dell’Edera, già disegnatore per Marvel e DC Comics, a cui lasciamo la parola:
Wether il tuo è uno dei tanti contributi a questo bellissimo progetto. Pensi che l’emergenza coronavirus porterà nuove ispirazioni in voi artisti?
«Non saprei dirti. Sicuramente l’isolamento forzato stimola di più il voler “comunicare”. E questo per quanto mi riguarda si traduce in volontà di disegno. Voglio fare, ho voglia di disegnare nuove cose. Vedremo come si concretizzerà questa smania.»
Le persone sono bloccate in casa. Il disegno, per molti, può diventare una vera valvola di sfogo. Dovendo dare un consiglio a chi vuole per la prima volta approcciarsi a questa arte, da dove gli consiglieresti di iniziare?
«Il disegno è per il 90% esercizio. Quindi l’unico consiglio valido è esercitarsi, disegnare, disegnare, disegnare e un’altra cosa: non siate mai soddisfatti di quello che fate perché quasi sicuramente è brutto. Bisogna imparare a guardare con occhio critico quello che si sta facendo. Soprattutto giudicarlo in maniera critica.»
Ci illustri i tuoi progetti professionali per il futuro? Oltre ad attendere la tua tavola per Come Vite Distanti…
«Sto continuando a lavorare sulla storia che vede l’incredibile incontro tra Dylan Dog e Batman orchestrato dalla Bonelli e dalla Dc, scritto da Roberto Recchioni, disegnato da Gigi Cavenago e da me e colorato da Giovanna Niro. Inoltre continua anche il mio impegno sul fronte americano su una serie per la Boom!Studio, di cui sono cocreatore insieme a James Tynion IV, Something Is Killing The Children di cui sono veramente orgoglioso e che sta raccogliendo molti consensi e che vedremo anche in Italia.»
Potete già acquistare COme Vite Distanti in preordine (che, ricordiamo, il ricavato verrà destinato interamente all’Ospedale Spallanzani di Roma) al seguente link:
www.arfestival.it/covid
Enrico Ciccarelli