Nasce Scampia Trip Tour, un itinerario turistico che porta a scoprire segreti e bellezze del quartiere più tristemente noto di Napoli, grazie al lavoro congiunto di Daniele Sanzone della band ‘A 67 (Tradotto “la 167”, legge che introduce i Piani di Edilizia Economica Popolare, per mezzo della quale è nato il quartiere di Scampia) e di Ciro Corona dell’Officina delle Culture. Essi credono fortemente di poter rilanciare l’immagine di Scampia, facendo conoscere quelle realtà che vengono sistematicamente obliate dalla risonanza delle notizie riguardanti camorra e malaffare. Dal suddetto intento, nel giugno del 2010, è nata un’antologia di racconti, associati ad una compilation, Scampia Trip, edito da ‘Ad Est dell’equatore’.
“Oggi i tempi erano maturi per rendere reale quel trip, da cui l’idea – quasi un ossimoro – di portare i turisti a Scampia, per raccontare una Scampia diversa. Noi non neghiamo la criminalità, la camorra, ma crediamo che ci sia tanto altro a Scampia. Lo scopo di questo tour è farlo emergere, far conoscere la resistenza culturale che c’è nel quartiere”, racconta Daniele Sanzone ai microfoni di La Repubblica.
Lunedì 13 marzo il progetto – sponsorizzato dal Sindaco Luigi De Magistris e dall’Assessore alla Cultura Nino Daniele – è stato presentato a Palazzo San Giacomo, ed esso consentirà non solo di rinnovare l’immagine di Scampia, ma anche di creare nuove occasioni di lavoro, di cui si ha enorme esigenza, giacché è solo attraverso il riscatto personale che si può giungere a quello collettivo.
Segnaliamo le principali tappe dello Scampia Trip Tour, che è possibile prenotare sul sito internet ad esso dedicato (clicca qui):
la Palestra Star Judo Club, di proprietà di Gianni Maddaloni, padre del campione olimpico di judo a Sydney 2000, perché lo sport è un elemento di lotta alla dispersione nel quartiere; il ristorante Chikù, un meraviglioso progetto di integrazione che utilizza l’arte culinaria per fondere la cultura italiana e quella rom; il GRIDAS, associazione culturale fondata nel 1981 da Felice Pignataro, Mirella La Magna e Franco Vicario allo scopo di sostenere e promuovere le attività artistiche, la Scuola Calcio Arci Scampia, nata nel 1986, quando il Napoli si apprestava ad diventare Campione di Italia con Maradona, a cui proprio in questi giorni si sta pensando di dedicare una statua per mezzo di una crowdfunding tra i cui contribuenti c’è proprio l’Arci Scampia; le celebri Vele ed ovviamente l’Officina delle Culture.
Essa mira a dare possibilità formative e lavorative ai minori a rischio ed alle classi svantaggiate della periferia nord di Napoli, attraverso laboratori e corsi professionali. Quest’ultima struttura, bonificata in due anni senza fondi pubblici, grazie a tantissimi volontari, vanta di un laboratorio teatrale e di cinematografia, nonché di un ostello per minori in affido. Essa sorge nella zona che un tempo costituiva il principale sito di spaccio, e la struttura – prima del 2005 sede dell’Istituto Professionale – era diventata luogo di ritrovo, finanche casa, per tossici senza dimora. Si può solo immaginare lo scrupoloso ed enorme lavoro compiuto al fine di trasformare l’officina dell’illegalità in quella delle culture. Comprendiamo, dunque, che esiste una Scampia che vuole liberarsi dagli stereotipi e riscattarsi, e che lo fa in sordina, giorno dopo giorno, come solo chi ha un grande amore per la sua terra sa fare.
Paola Guadagno