Il 15 marzo ricorre la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, ovvero la giornata nazionale contro i DCA, i Disturbi del Comportamento Alimentare. È una giornata importante, portata avanti dal 2012 su iniziativa di un padre, Stefano Tavilla, che ha dovuto sopportare il dolore di perdere sua figlia, Giulia, a soli 17 anni a causa della bulimia.
Giulia perde la vita il 15 marzo 2011, e proprio il 15 marzo ricorre la celebrazione del Fiocchetto Lilla. È una giornata che nasce con l’obiettivo di dare aiuto, speranza, supporto, voce a chi soffre a causa di questa tipologia di disturbi.
I DCA sono patologie, quindi malattie ufficialmente riconosciute e da non sottovalutare, caratterizzati da alterazioni anomale delle abitudini alimentari. Tra questi vi sono:
- Anoressia, la riduzione della normale alimentazione, tale per cui il proprio peso è inferiore all’85% del peso normale per la propria età;
- Bulimia, un’eccessiva assunzione di cibo (le “abbuffate”) con il susseguirsi di un’induzione al vomito, eliminando tutto ciò che era stato ingerito;
- Obesità, un eccessivo accumulo di grasso corporeo con uno squilibrio tra apporto e consumo energetico;
- Binge Eating Disorder, un’alimentazione incontrollata, con episodi di eccessiva assunzione di cibo in tempi troppo rapidi, spesso anche in assenza di appetito; subito dopo causa disgusto verso sé stessi, e porta alla depressione;
- Purging Disorder, l’eliminazione di cibo attraverso vomito autoindotto, uso di lassativi o diuretici per influenzare il proprio peso;
- Night Eating Syndrome, un’alimentazione notturna dettata dal risveglio dal sonno per voler consumare cibo.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità un disordine alimentare scaturisce da fattori di diversa natura: ve ne sono di genetici, ambientali, sociali, psicologici, ma ruolo centrale lo ha l’importanza che viene attribuita al proprio corpo, talvolta sopravvalutandolo, e da lì il bisogno di controllarne il peso e le forme; tuttavia, controllando il corpo si rischia di perdere, d’altro canto, il controllo sui processi mentali.
Ancora, tra i fattori che possono mettere a rischio le abitudini alimentari e di conseguenza la salute fisica e psicologica vi è l’influenza negativa dall’ambiente circostante, da un sistema fondato sul “peso perfetto”, da una mancanza familiare, dalla derisione circostante. Spesso, il paziente con DCA si rende conto di essere entrato/a in una situazione problematica per la propria salute, e decide di farsi aiutare; tuttavia, ancora troppo spesso c’è chi sceglie di non aiutarsi e di autodistruggersi.
Questo tipo di disturbi ha e può avere effetti e conseguenze rilevanti; in primo luogo, tra le conseguenze vi sono danni intestinali, cardiaci, renali, problemi al sistema nervoso, difficoltà motorie, assenza di concentrazione; in secondo luogo, sul versante psicologico sono inevitabili sbalzi di umore, depressione, senso di vergogna e senso di colpa.
In Italia si stima che siano 3,5/4 milioni coloro che soffrono di DCA, e di questi il 70% sono adolescenti; quasi tutti sono donne, e solo una piccola percentuale comprende gli uomini.
Tanti tra coloro che ne soffrono praticano sport, quegli sport che vanno a braccetto con il cibo e con i suoi problemi; noto è lo scandalo sugli allenatori di ginnastica ritmica che hanno pressato le proprie allieve e i propri allievi; così come non mancano casi simili nel mondo della danza; siamo lontani dall’imparare a considerare la persona, e il talento che essa cela a prescindere dalla sua forma e dal suo peso; bisogna smettere di creare pressione. C’è sempre più bisogno di aiuto, quello non basta mai. A tal proposito, dal 2016 è attiva un’app, Sc(Hi)acciaDCA, in grado di fornire supporto nella cura dei disturbi del comportamento alimentare.
Ma il vero aiuto possiamo darlo anche noi, ognuno di noi, nel suo piccolo. Evitando giudizi e pregiudizi, ascoltando, aiutando concretamente; tutti e tutte, fragili e forti, possiamo cadere nella trappola da un momento all’altro, ma con una grande campagna di sensibilizzazione, di diffusione del tema, possiamo contribuire a ridurre la diffusione dei DCA. La giornata del Fiocchetto Lilla nasce proprio con questo scopo: aiutare, sensibilizzare. Farlo abbattendo le informazioni distorte, lo stigma sociale, sensibilizzando alla frequenza del disturbo, alle gravi conseguenze, eliminando il disinteresse, riducendo l’abbandono.
Aiutiamo, ascoltiamo, supportiamo, sensibilizziamo ai DCA. Ma non solo il 15 marzo, facciamolo tutti i giorni.
Annamaria Biancardi