Per John Muir, ingegnere, scrittore e naturalista scozzese, «Inquinamento, contaminazione, desolazione, sono parole che non sarebbero mai state create se l’uomo fosse vissuto secondo natura». Così non è stato: lo dimostra la disastrosa situazione ambientale odierna, lo sottolineano gli scienziati di tutto il mondo, lo evidenziano migliaia di ragazzi guidati da una instancabile e incomprensibilmente criticata Greta Thunberg. All’invito ad agire in favore della salvaguardia ambientale lanciato dall’attivista svedese le istituzioni mondiali rispondono picche lavandosi la coscienza con frasi, selfie e promesse d’occasione.
Buone pratiche per l’ambiente
Il premio Nobel per l’economia William D. Nordhaus ha affermato che «L’umanità sta giocando a dadi con l’ambiente». Lo conferma il rinominato report dell’IPCC secondo cui ci restano poco più di 11 anni per salvare l’umanità dalla catastrofe climatica. È chiaro che i rari accordi internazionali e le poche leggi nazionali a favore dell’ambiente, seppur fondamentali, non possono bastare. Tali normative devono necessariamente essere supportate da azioni quotidiane da parte dei singoli cittadini. Insomma, non è più il tempo delle deleghe, delle speranze riposte, dell’indifferenza. Abbiamo bisogno di agire, ora!
Energia, rifiuti, mobilità sostenibile, sono solo alcuni dei settori in cui le singole persone possono intervenire quotidianamente con gesti volti alla salvaguardia ambientale. A tal proposito, Libero Pensiero ha redatto un decalogo in cui è possibile trovare consigli eco-friendly concernenti i tre settori sopracitati. Tale documento, che va ad arricchire un elenco già consistente di regolamenti da cui trarre suggerimenti ecologici, è stato realizzato tenendo conto degli aspetti che risultano essere più comuni nella vita di tutti i giorni e che hanno un elevato impatto sull’ambiente.
Proprio l’impatto delle azioni umane sulla natura ha definito una nuova era geologica. Anche se secondo la scala cronostratigrafica internazionale del tempo geologico ci troviamo ancora nell’era conosciuta come Olocene, che ha avuto inizio circa 11.700 anni fa in seguito alla Glaciazione Würm, possiamo affermare, grazie anche a una recente ricerca pubblicata su Nature, che gli effetti delle attività umane hanno dato vita a una nuova era geologica definita antropocene, termine coniato negli anni ottanta dal premio Nobel per la chimica atmosferica Eugene F. Stoermer.
E pur si move
La scienza ha bisogno di ulteriori prove per confermare l’esatto periodo temporale in cui l’antropocene ha avuto inizio. Non conosciamo quindi il principio dell’era dell’uomo, ma possiamo certamente affermare di essere in possesso di numerosissime prove riguardanti la fine dell’era suddetta. I cambiamenti climatici, l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali e una mancata salvaguardia ambientale da parte dell’uomo stanno spingendo l’intera umanità, gli animali e il regno vegetale verso la sesta estinzione di massa. A conferma di tutto ciò un nuovo rapporto delle Nazioni Unite in cui si sottolinea che, a causa dell’impatto delle attività umane sull’ambiente, un milione di specie potrebbe estinguersi nei prossimi anni, con gravi conseguenze per l’uomo stesso e per il resto della vita sul pianeta.
Notizie del genere spaventano e possono rappresentare un disincentivo nella lotta perenne a favore della salvaguardia ambientale. Cosa rispondere a chi crede che la difesa ambientale non abbia più un senso, soprattutto tenendo conto di tali catastrofici annunci? Come convincere milioni di cittadini del fatto che c’è ancora tempo per agire, che l’unione di singoli individui con un obiettivo comune è più forte dell’inettitudine di qualsiasi governo? Niente di più semplice, grazie a due movimenti nati da poco e che stanno ottenendo ottimi risultati: Fridays For Future e Extinction Rebellion.
Le azioni dimostrative, le pressioni sui governi messe in campo da questi due grandi movimenti da poco formatisi hanno portato il Regno Unito e l’Irlanda a dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale. Anche in Italia ci si muove su questo fronte. L’8 maggio scorso infatti Rossella Muroni, Roberto Speranza e Federico Fornaro hanno presento la mozione per impegnare il Governo italiano a dichiarare l’emergenza climatica. «Per affrontare la crisi climatica ci restano solo 11 anni. Evidenze che dovrebbero spingerci a un’azione immediata e trasversale per approvare le leggi che servono all’ambiente. A partire dallo stop ai sussidi – diretti e indiretti – alle fonti fossi e da un Piano energia e clima adeguato a centrare gli impegni per il clima assunti a Parigi» spiega la Muroni, parlamentare di Liberi e Uguali e già presidente di Legambiente.
“Potestas in populo”
Secondo Confucio «Si può indurre il popolo a seguire una causa, ma non far sì che la capisca». Contraddire il filosofo cinese è compito assai arduo ma in questo caso la causa, quella ambientale, ha bisogno di essere compresa fino in fondo da tutti. Ecco perché necessitiamo dei gesti dei singoli cittadini, ecco perché crediamo che piccole azioni, come quella che Libero Pensiero ha tentato di compiere redigendo il decalogo di cui sopra, possano solo far bene al nostro pianeta.
Ogni giorno, dal momento in cui ci svegliamo fino a quando torniamo a dormire, ogni nostra azione, gesto, comportamento ha un impatto sulla natura. Concentrarsi su questo, diminuire la nostra impronta ecologica quotidiana, comprendere che una concreta salvaguardia ambientale ha bisogno dell’impegno di ogni singola persona è ormai un dovere di qualsiasi cittadino terrestre. Dobbiamo agire, dobbiamo farlo ora, abbandonando quell’insensata voglia di delegare sempre tutto nei confronti di chi ci amministra. Il voto è un diritto fondamentale, ma non deve essere un mezzo con cui lavarsi le mani, non può essere considerato uno strumento grazie al quale poter evitare tutti quei doveri morali e civili che la società ci impone, che il futuro pretende.
Parafrasando John F. Kennedy, non chiedete cosa può fare il vostro pianeta per voi, chiedete cosa voi potete fare per il vostro pianeta.
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Marco Pisano