Domenica 14 maggio 2017. Incontro Susi Stracchino, presidentessa dell’associazione culturale MEDEART, da sette anni attiva sul territorio. “MEDEA” è l’acronimo composto dalle iniziali dei nomi dei suoi figli e fidanzati al seguito, me lo precisa subito: da sempre coinvolgere i suoi figli e dunque le nuove generazioni nella conoscenza del patrimonio campano, soprattutto napoletano è la sua passione. Lo scopo? Contribuire alla formazione dell’identità culturale napoletana, per valorizzare le aree poco note ai più, in primis napoletani.
La Basilica del Santo Spirito è una di queste incognite, costituisce una perla della nostra città: costruita agli inizi del ‘500, sorge nella trafficata Via Toledo, al numero 402. Fa parte di una triplice struttura comprendente il Conservatorio delle fanciulle povere (per lo più distrutto dai bombardamenti del secondo dopoguerra, ricostruito negli amici 50 ma che mantiene intatta la facciata cinquecentesca) e il Banco dello Spirito, successivamente Banco di Napoli. La Basilica ha riaperto per la prima volta un anno e mezzo fa, dopo una decade, ed è stato subito un successo. Ciò ha spinto la dott.sa Stracchino a proporre a padre Enrico Assini e padre Salvatore, rettore della Congregazione dei Bianchi Illuminati, l’apertura della Basilica. Questa è divenuta la sede di numerosi progetti tra cui il ciclo di seminari, tenuto nel mese di marzo sulla Storia di Napoli aperto a tutti gratuitamente e che ha registrato la presenza di 250 persone, a cura e con i professori universitari Luigi Gallo, Giovanni Vitolo, Francesca Canale Cama, Alfredina Storchi e Luigi Mascilli Migliorini.
Tante le iniziative previste per il mese di maggio, l’associazione ha organizzato un concerto gospel, sabato 20 maggio ore 20.30, che ospiterà Rev. Calvin Bridges; inoltre dalla prossima settimana sarà possibile visitare la Basilica, ogni sabato e domenica non solo di giorno ma anche di sera, previa prenotazione, un appuntamento suggestivo. La Basilica è ricca di tesori: le reliquie dei Santi Elena, Cosma e Damiano, Alessio e Massimo, la cupola originaria del ‘500, la tomba di Francesco Maria de Medici, il manierismo di Fabrizio Santafede “il Raffaello napoletano”, e molto altro ancora; senza contare che numerose potrebbero essere le future scoperte, vista la mole continua di ricerche.
L’unico vero peccato è che un luogo cosi ricco di storia e di bellezza partenopea, parte della città stessa, rischi per mancanza di sovvenzioni di non vedere più la luce, di tornare chiuso, a dispetto della missione della MEDEART “open church“, chiesa aperta.
Per ulteriori info potete consultare la pagina ufficiale facebook con tutti gli eventi, ovvero il sito ufficiale.
Alessandra Sasso