Ozzo, nome d’arte di Ivano Tomba, famoso dj, msusicista e produttore milanese, annuncia in questa nuova stagione la collaborazione con il collettivo di Los Angeles Standalone-Music, che collabora con i più talentuosi produttori di suoni di tutto il mondo, attraverso la realizzazione di samples e presets per la moderna scena EDM. Tra gli artisti che usufruiscono dei samples da loro creati ci sono Tiesto, Calvin Harris, Steve Aoki.
Il suo nome in arte non rappresenta una band ne il suo operato da solista, bensì un concetto; una storia fatta di sentimenti, musica e passione che unisce le due anime del dj, rock ed electro, che riescono a trovare sfogo e sintonia attraverso la sua vena artistica. Inoltre, avendo alle spalle una decennale esperienza in ambito musicale, con una costante voglia di sperimentare e primeggiando nella scena rock italiana, Ozzo si è occupato della registrazione di alcuni loop di chitarre elettriche.
«Da chitarrista non avrei mai pensato di affrontare la musica dance partendo dalle chitarre, che è il mio background – racconta Ozzo – Ad un anno dal mio debutto come DJ e produttore non poteva esserci modo migliore per unire la mia parte rock con quella elettronica e sono orgoglioso che l’occasione sia capitata con un’importante realtà come Standalone-Music.»
Oggi, ai nostri microfoni, abbiamo modo di approfondire l’argomento e scoprire qualche curiosità in più sull’operato di Ozzo:
Come nasce la tua carriera da musicista dj?
«Credo che la definizione esatta sia “per caso”. Io arrivo da un mondo musicale che non è quello della electro o della dance. Nel 2018 ho prodotto e registrato il mio primo disco come oZZo dal titolo #pastislost, 6 brani che riassumevano le mie ispirazioni musicali principali. Dopo un paio di singoli e un video mi sono detto “perché non remixare un mio pezzo?” Cosi l’ho fatto, partendo da Crazy già coverizzata e riarrangiata nel disco (l’originale è di Seal), ho prodotto e riscritto il brano in chiave dance e fatta uscire per Smilax records. Non contento dopo qualche mese ho preso la traccia più “rock” del disco, Change, e l’ho stravolta in chiave dubstep. Ma non mi sono fermato qui perché poi il passo definitivo l’ho fatto con Choices remixandola in chiave totalmente edm – future house. Sì lo so sembra strano, ma la voglia di sperimentare mi ha portato nella direzione dance, quindi mi definirei piu producer che dj, ma anche questo non è completamente esatto.»
A che età hai iniziato a dilettarti con la musica?
«Come ti raccontavo prima le mie radici musicali non sono nella musica dance o electro, bensi nel punk hardcore e alternative; ho iniziato a metà anni ‘90 con un progetto legato alla scena hardcore (punk) milanese i PHP; era il periodo un cui i centri sociali e gli squat la facevano da padroni e non solo politicamente. Era il periodo in cui Sottopressione, Stuntplasticpark, De crew erano conosciuti in tutta Europa per il loro modo di suonare e portare la voce italiana del punk. Insomma, il periodo un cui l’Italia aveva qualcosa di veramente valido nella proposta underground. Il mio secondo progetto che risale a qualche anno fa sono gli Audrey, realtà sostanzialmente metal core in cui però avevo già messo i semi dell’elettronica. Ho militato per qualche periodo nei Mellowtoy con i quali ho calpestato i palchi europei più importanti sia come headliner che come supporter a band come Papa Roach, Dead by april. La particolarità è che in tutte queste band suonavo la chitarra. La chitarra mi accompagna anche nell’avventura del progetto oZZo sia nella versione band che nella versione dj producer, aggiungendo però la componente electro coi vari synth, drum machine e pad.»
Qual è la storia di Ozzo? Questo nome in arte, oltre a rappresentare la fusione tra i due generi musicali a te cari, come ti è venuto in mente? Cosa ti ha ispirato?
«La storia di oZZo partendo dalla musica punk per proseguire nell’elettronica è molto semplice e lineare; sempre diretta nel cercare nuove sonorità spinto dalla curiosità di esplorare nuovi territori e farli propri. Adoro le contaminazioni e non posso essere definito per nulla un purista. Questo talvolta è un punto di forza mentre altre volte mi fa apparire un artista sempre fuori contesto o con le idee poco chiare; in realtà lo so perfettamente cosa voglio, non avere limiti ne paletti nella produzione. oZZo rappresenta proprio la fusione delle mie due anime, ma il nome in se stesso è nato come moniker o nick name, in pochi o nessuno mi conosce come Ivano Tomba, se non quando firmo qualche set fotografico.»
Com’è nata la collaborazione con il collettivo di Los Angeles Standalone-Music?
«Se dicessi tutta la verità farei uno spoiler sul mio prossimo singolo, però posso dire che mai e poi mai avrei immaginato di produrre dei contributi per la musica e per i producer di musica dance/electro partendo dallo strumento che mi ha accompagnato da sempre, la chitarra. E potevo immaginare miglior esordio se non con una realtà come la Standalone-music? Direi di no, ma come ti dicevo prima perché smettere di sognare e sperimentare?! Quindi grazie a David – 7Skies per l’occasione!»
Le tracce dei tuoi brani a volte sembrano pervase da una strana malinconia. Tu come li definiresti? Quali sono i sentimenti che trasmetti attraverso il tuo operato?
«Hai colto proprio nel segno, sia i testi che le canzoni soprattutto di #pastislost sono pervasi da una malinconia di fondo; tutto il disco è contraddistinto da un concept tanto semplice quanto lineare – la paura del tempo che passa. Una voglia di non ripercorrere piu le stesse strade del passato e il terrore di non riuscire ad “arrivare” m a non parlo del successo quello non è solo frutto del talento ma di una serie di circostanze casualità e tanta fortuna o spinte, parlo di affermazione come uomo nelle cose di tutti i giorni, dal lavoro all’amore , dalla passione ai sogni. Se guardi invece ai miei remix trovi il contrappasso – la voglia di leggerezza e di godermi le vittorie se pur piccole raggiunte dopo tanti anni di gavetta.»
Quale consiglio ti senti di dare a tutti i giovani appassionati di musica electro che sognano di fare i dj?
«Beh io direi che sognano di fare i musicisti, perché onestamente non credo si possa andare da nessuna parte senza un minimo di cultura musicale generale. Fare il dj per come la vivo io ora (ma forse perché non sono più di primo pelo) è difficile tanto quanto fare il chitarrista o il musicista in generale. Ascoltare tanta musica, leggere, documentarsi… visto che siamo vittime dei social sfruttiamoli, usate youtube per vedere come gli artisti stanno sul palco e come evolvono i loro live dagli inizi fin a quando si afferamano. La curiosità nella musica, come in tutte le arti, è la cosa fondamentale; e non ultimo avere dei punti di riferimento studiarli e poi fatta propria la “teoria” volare con le proprie ali e osare.»
Possiamo avere ulteriori curiosità e notizie su quelli che saranno i tui prossimi progetti?
«Certo, sono appena rientrato da NY dove ho provato a respirare aria nuova (ma non posso svelare tutto) per l’uscita di un nuovo singolo con il suo remix e il suo video. Lo schema di oZZo è questo: scrivo un brano originale lo remixo e dirigo/creo il video, insomma pacchetto pronto all’uso e consumo. E poi sul versante live sto preparando un set che coinvolge djset e band in egual misura perché credo che il concetto di “vado in tour o suono in un locale” sia molto limitante se la proposta non è valida anche a livello di show; di contro voglio rischiare di sentirmi dire che è difficile far suonare una band che fa anche djset (ironico). Se vi ho incuriositi e volete sentire le mie due anime su spotify e le altre piattaforme digitali mi trovate come oZZo e oZZo Dj Mentre su fb e instagram : ozzosound.»
Sabrina Mautone