Edito dal Gruppo Abele, è arrivata nelle librerie l’ultima opera dello storico e critico d’arte, un viaggio fotografico attraverso l’Italia in cerca dell’emancipazione dal concetto di arte come privilegio per ricchi.
L’arte contro la morte
“Bellezza è verità, verità è bellezza.”: con questo semplice volo John Keats calca quasi un divieto, che è quello di dimostrare che l’arte vive in virtù della sua creazione e l’uomo deve riuscire ad accettare questo mistero. Tomaso Montanari – storico dell’arte e professore di Storia dell’arte moderna all’Università per stranieri di Siena, e Andrea Bigalli – sacerdote, giornalista e attivista, si confrontano su arte, bellezza e verità e insieme spiegano il potere liberatorio dell’arte. L’esperto di arte, Tomaso Montanari, ha scelto venti opere – una per ciascuna regione italiana – scalate lungo venticinque secoli (dalla Cattedrale di Siracusa del V° secolo a.C. a una tela di Levi del 1961 in Basilicata e a un murales su Gramsci del 2016 in Sardegna), commentandole (dopo la riproduzione fotografica a colori) con Andrea Bigalli. Queste venti opere d’arte diventano un pretesto per discutere dell’incontro fra visioni e mondi diversi, e ognuna di queste racconta qualcosa sia della società che l’ha originata sia delle società venute subito dopo.
«L’emozione e l’incanto che proviamo di fronte a certe opere d’arte nasce dal fatto che in esse sentiamo il fremito della vita che esce dal guscio, s’interroga, cerca una direzione»: con queste parole di don Luigi Ciotti, che sono la prefazione al libro, l’arte viene considerata come viva, le opere d’arte non sono pezzi da museo ma rappresentazioni crossmediatiche attraverso cui leggere il presente che ci circonda. L’arte si allea con l’uomo,con l’umanità tutta, per combattere la morte, assurge a finestra sul mondo che ci invita a fermarci, a riflettere e a porci qualche domanda sullo scorrere del tempo.
Perché questo libro
Questo libro persegue un obbiettivo: quello di dimostrare che l’arte non può né deve essere appannaggio di poche persone – quei pochi ricchi che possono permettersi di apprezzarla ma soprattutto di possederla. Tramite venti opere d’arte di epoche diverse si vuole spiegare la storia calandola però nel qui e ora. E proprio grazie a questo lavoro la Maddalena penitente di Antonio Canova è l’aggancio per poter parlare dello sguardo patriarcale degli uomini sul corpo delle donne; il ritratto di Francisco Goya a Louis di Borbone morente diventa un’occasione per osservare la decadenza del potere e contemporaneamente riflettere sulla morte; Carlo Levi e il suo Lucania ’61 denuncia i mali della politica fatta solo di slogan, inganni e schiava del marketing. I murales del 2016 a Orgosolo, in Sardegna, ci parlano di Gramsci, della sua rivoluzione politica e della sua rivoluzione culturale, di fascismo, resistenza. E ancora il Masaccio in Toscana, i Bronzi di Riace in Calabria, passando per gli affreschi della cripta dell’abate Epifanio in Molise e la cattedrale di San Cataldo a Taranto. Stili diversi, epoche lontane tra loro, materiali tra i più disparati, tutto racconta del tempo che era grazie al quale si racconta anche il tempo che è oggi. Non è un libro d’arte ma un libro sull’arte, un libro che ci spiega una cosa molto semplice ma quasi misteriosa: «se si impara a guardare in un certo modo, si vedono le cose come potrebbero essere, non solo come sono».
L’arte è bellezza, ma prima ancora è storia delle persone e del percorso di liberazione e presa di coscienza del mondo e della società. Le opere d’arte non sono più oggetti di consumo di quella che viene definita come l’industria culturale. Lo studio dell’arte serve a diventare cittadine e cittadini del mondo. Amarla non è più amare gli orpelli e i gingilli dei ricchi, ma è amore verso un patrimonio culturale comune che appartiene anche a chi, all’apparenza, non possiede alcunché. Un patrimonio che ci mostra un passato diverso e che ci dà la speranza che anche un futuro diverso sia possibile. Il volume “Arte e liberazione” è un sogno, il sogno dell’arte come liberazione, che ha un potere nascosto: quello di essere la più grande alleata dell’uomo contro la morte.
Valentina Cimino