Come si evince dalla pagina Facebook, Ya Sona e Basta è “un gruppo di musica popolare che prova a raccontare un altro Sud. Un Sud che spezza il pane e non lascia annegare.

Abbiamo intervistato i componenti del gruppo, in particolare Francesco Gafforio e Alessio Malinconico. A seguire l’intervista.

Com’è nato il progetto Ya Sona e Basta?
“Questo progetto è nato quasi due anni fa fra le mura dell’associazione YaBasta! di Scisciano. Nel mese di Marzo 2015 si stava discutendo dell’edizione del Sanacore, il festival di musica popolare che teniamo ogni anno in piazza XX Settembre e ci stavamo arrovellando sugli eventuali artisti da ospitare: realizzammo che fra noi c’era già chi aveva esperienza in ambito musicale, per cui ci trovammo d’accordo nel cimentarci in quest’avventura che è durata ben oltre il festival di quell’anno. Ricordo che a Luglio scendemmo dal palco, soddisfatti e divertiti e ci dicemmo: “Tutto questo non può finire qui”. E infatti eccoci ancora qui. Inoltre il gruppo è diventato uno strumento per portare in giro l’esperienza delle pratiche di solidarietà e mutualismo dell’associazione Yabasta che ogni giorno porta avanti dei doposcuola gratuiti, una scuola di italiano per migranti gratuita, un laboratorio musicale gratuito e naturalmente il laboratorio di danze popolari da cui è nato il Sanacore e tutto il nostro percorso di ricerca sulla musica e le tradizioni popolari”.
Ya Sona e Basta
Ya Sona e Basta

Perché questo genere musicale?

“Noi crediamo che la musica popolare, in quanto espressione dei valori identitari di un popolo, sia un mezzo utilissimo per evitare di perdere le proprie radici culturali in un mondo sempre più globalizzato, nonché per conoscere quelle altrui. Per secoli è stata la voce di quelle classi contadine incolte che non avevano altro mezzo di espressione, per cui i canti venivano tramandati oralmente: conservare questo straordinario patrimonio umano è un dovere. In essa vi è un sincretismo di sacro e profano, temi amorosi e licenziosi, temi tipicamente popolari e prestiti dalla letteratura e dalla musica colta. E poi, diciamoci la verità: ogni volta che suoniamo e vediamo uomini e donne di tutte le età, le etnie e le estrazioni sociali ballare assieme, dimenticando le differenze che li separano, si rinnova quel piccolo miracolo che solo la semplicità di questa musica può compiere”.

L’11 novembre avete presentato il vostro primo CD. Ci sono altri progetti in cantiere?

“Il nostro cd “Ya Sona e Basta – Ind’o Tiatro” è stato una vera e propria scommessa su noi stessi, sulle nostre capacità. È venuto fuori questo disco di 13 tracce, registrato nel teatro comunale di Scisciano con la collaborazione del maestro Giacomo Paone e il duro ma impareggiabile lavoro del tecnico del suono Ernesto Serpico. Direi che la scommessa l’abbiamo vinta e quasi non ci sembra vero. Nei prossimi mesi, tra diverse serate dal vivo, lavoreremo su degli inediti: per noi sarà un’altra scommessa, dato che abbiamo deciso di inserire contaminazioni di musica popolare e non del resto del mondo, fra cui il blues e l’irish folk. Siamo curiosi di sentire cosa ne verrà fuori”.

Pagina Facebook Ya Sona e Basta

Pagina Facebook YaBasta RestiamoUmani 

Ilaria Cozzolino

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