trump-coronavirus-tutela ambientale
Fonte: americamagazine.org

La rivista scientifica Nature denuncia le discutibili politiche della US Environmental Protection Agency (EPA), un’agenzia federale, che durante la pandemia globale di coronavirus è intenzionata a compiere una vera e propria marcia indietro in fatto di tutela ambientale, cercando di revisionare o eliminare in poco più di tre anni ben 80 regole inerenti la salvaguardia dell’ambiente, senza alcuna prova scientifica a favore. Viene così dato un colpo di spugna senza precedenti da parte dell’amministrazione Trump alle normative di carattere scientifico volte alla protezione dell’ambiente naturale. 

Le 5 mosse di Trump contro le regole per la tutela ambientale 

Come afferma Nature, proprio nel bel mezzo della pandemia di coronavirus, alla fine di marzo, l’amministrazione Trump ha deciso di ridurre i target per la riduzione delle emissioni prodotte dalle automobili che passeranno dal 5% all’1,55%, scaricando nell’atmosfera ulteriori 867 milioni di tonnellate di CO2. Anche la normativa sugli standard di emissione del mercurio da parte delle centrali elettriche è stata depotenziata da Trump a metà aprile, modificando il modo in cui vengono calcolati i costi e i benefici delle norme. Inoltre, l’EPA, ora guidata dall’ex lobbista del carbone Andrew Wheeler, ha deciso di mantenere gli attuali standard sul particolato, la cui riduzione potrebbe salvare la vita di migliaia di persone ogni anno. Si tratta di un’inazione pianificata che procura gravi danni alla salute pubblica, secondo il parere di molti scienziati. 

«Piuttosto che concentrarsi sulla protezione della salute pubblica, l’EPA ha l’incauta missione di proteggere i profitti delle imprese sottoposte a regolamentazione»: afferma Christopher Frey, un ingegnere ambientale della North Carolina State University. Una decisione sicuramente controversa, dal momento che sembrerebbe ufficiale la notizia della presenza del nuovo coronavirus nel particolato atmosferico. Non a caso, la più alta percentuale di morti è stata registrata in comunità particolarmente esposte all’inquinamento atmosferico. 

Infine, due proposte dell’EPA potrebbero rendere più difficile portare i dati e le prove inerenti la salute pubblica e la tutela ambientale sul tavolo delle decisioni politiche. Una norma sulla “trasparenza” potrebbe limitare l’utilizzo di studi epidemiologici e sulla salute pubblica non accessibili pubblicamente al momento di fissare gli standard e di effettuare le valutazioni scientifiche, mentre un’ulteriore proposta, al vaglio dell’amministrazione Trump, consentirebbe all’agenzia di modificare le linee guida sui costi e i benefici delle normative, così come avvenuto con gli standard delle emissioni di mercurio. In questo modo, le normative diverrebbero eccessivamente costose e Trump riuscirebbe a giustificare la rimozione delle normative, impendendo alle future amministrazioni di compiere sforzi atti a invertire la rotta. 

In sintesi, la denuncia di Nature ha l’intento di evidenziare l’allontanamento delle politiche ambientali di Trump dalla scienza e dai fatti, in un ambito particolarmente strategico come quello della tutela ambientale.

Il Coronavirus come arma di distrazione

Anche il The Guardian evidenzia l’intento poco velato di Trump di abbassare le misure di protezione della salute pubblica, utilizzando la crisi sanitaria come distrazione per dare appoggio alle società petrolifere e del gas. Le agenzie federali statunitensi hanno infatti proposto di eliminare i requisiti di controllo per i distributori di gas naturale, continuando ad affittare beni pubblici alle compagnie petrolifere (come nel caso dei territori occidentali disponibili alle trivellazioni, alle estrazioni minerarie e al taglio del legname) e cercando di velocizzare l’approvazione dei permessi per gli allevamenti ittici offshore

Trump- coronavirus- tutela ambientale
Fonte: nationalgeographic.org

Il presidente Trump e i suoi insistono nello stigmatizzare l’azione contro il cambiamento climatico, alimentando la sfiducia nei confronti della scienza sul clima e minacciando l’uscita dall’Accordo di Parigi, ipotesi non del tutto remota a seguito delle elezioni presidenziali di fine 2020. Si tratta di un vero e proprio copione scritto dagli ambienti conservatori, come gli influenti thinktank, che spingono il governo a stelle e strisce a compiere un grande balzo indietro rispetto all’amministrazione Obama in materia di tutela ambientale. Il coronavirus ha fornito un assist notevole, permettendo al tycoon di giustificare questa marcia indietro in nome della ripresa economica post-pandemia. Il risultato sarà ancora una volta il sacrificio della salute collettiva e della sostenibilità ambientale sull’altare dei profitti ad ogni costo e della crescita senza limiti. 

Sempre secondo il giornale inglese, alcune imprese di combustibili fossili legate a funzionari di Trump si sono appropriate dei fondi destinati alle piccole industrie per fronteggiare la pandemia. Le risorse stanziate per aiutare i settori maggiormente colpiti dalla crisi economica, come i lavoratori e le imprese di piccole dimensioni, sono finite nelle mani di società fortemente inquinanti. 

In un’intervista al Jacobin Magazine Noam Chomsky, professore emerito di linguistica e intellettuale americano, racconta come gli effetti della pandemia di coronavirus siano esacerbati dalle politiche di Trump e dei suoi amici (tra cui vengono citati Bolsonaro e Salvini) che rispondono a specifiche necessità delle élite globali e delle multinazionali che avidamente governano il mondo. Ad esempio, la Casa Bianca ha smesso di finanziare un progetto dell’Usaid, agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, finalizzato a scoprire quei virus animali che potenzialmente potrebbero fare il salto di specie (spillover) infettando gli esseri umani. A causa della distruzione degli habitat e del cambiamento climatico, di fatti, aumenta il contatto diretto fra gli umani e le altre specie. 

«Alla Casa Bianca una banda di sadici sociopatici ha intensificato i danni gravi causati in precedenza dal mercato. E ora sta proseguendo. I ricchi non stanno aspettando di vedere come costruire il mondo di domani. Ci stanno lavorando proprio ora, assicurandosi che venga fuori come piace a loro.» afferma Chomsky.

Nonostante gli effetti di una pandemia che ha sconvolto le società e le economie di tutto il mondo, rendendo più manifesta la relazione fra tutela ambientale e insorgenza di nuovi virus, gli Stati Uniti e molti altri paesi continuano a privilegiare il profitto di pochi a scapito della maggioranza. 

Rebecca Graziosi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.