Veronica Vitale inside-the-outsider

Veronica Vitale è una giovane artista italiana che ha trovato la sua massima espressione artistica negli USA. Il suo ultimo album “Inside The Outsider” è legato ad un libro, che è il diario di bordo degli ultimi suoi anni in giro per il mondo. Con un nuovo genere liquido sfida la trap riportando sul palco musicisti in carne ed ossa.

A partire dal tuo primo album e dal suo titolo, a dir poco geniale, “Nel mio Bosco Reale”, quali sono stati i momenti salienti?

«Senza ombra di dubbio, per quanto riguarda la mia prima produzione, i momenti più importanti sono legati alla gavetta e al contratto discografico in Germania. C’erano tante cose da raccontare, anche dopo Castrocaro, e c’era bisogno di un momento di svolta. Il panorama che incontravo in Italia era saturo per via dei talent show, a cui io non ho mai partecipato. Volevo raccontare una storia diversa. Del mio primo debutto, uno dei momenti salienti che mi torna in mente è stato rientrare nella top 10 della Amazon Deutschland Chart, affiancando star come David Guetta, Sean Paul, Train e Flo Rida; inoltre fui l’unica artista italiana a prendere parte al progetto “Song’s for Japan”, a favore delle vittime di Fukushima nel 2011.

“Il mio Bosco Reale” ha rappresentato anche un modo per comprendere cosa volesse significare una produzione discografica. Ero felice come artista, ma non mi sentivo completa. Gli arrangiamenti non seguivano le mie inclinazioni. Al contrario, la mia massima espressione l’ho raggiunta negli USA. Il mio primo album era ispirato al mio paese, dove, però, capita che chi ha talento trovi qualche difficoltà; ne parlo nel brano “Mille e Cento”. Come dico anche nel mio libro: tutti i cittadini del mondo hanno bisogno di un “Bosco reale” da cui partire».

Nel corso degli anni ti sei esposta anche contro il bullismo e a favore della diversità culturale. Qual è il quid in più che i personaggi pubblici possono apportare alla causa?

«Spero che le persone possano ancora fare la differenza in tutte le cose. Quando sei un artista, sei esposto al pubblico ed hai una responsabilità, non soltanto morale, ma principalmente etica, in quanto sei un portatore di messaggi. Molti confondono quello che è il successo con la fama, una cosa completamente diversa dal merito. Io ho sofferto per via del bullismo da bambina e spero di essere un veicolo, attraverso la mia arte, per un messaggio più grande.» 

Veronica Vitale

Inside the outsider” è un lavoro di Veronica Vitale che si scinde in un libro e un cd. Come si sposano i due?

«Il diario di bordo è nato per primo, perché lo portavo con me e ci appuntavo delle piccole note durante i miei viaggi nel mondo. L’idea di pubblicarlo è arrivata in un secondo momento, a partire dallo scorso anno. Volevo raccontare la mia storia perché in molti mi chiedono “come si fa a fare quello che hai fatto tu?”. Allora rispondere a delle semplici domande: “Chi è Veronica? Cosa ha fatto?” – è complicato. La mia felicità mi è costata tanto, per raggiungerla ho avuto bisogno dell’infelicità. Ho notato che mi stavo risvegliando da un torpore. La tecnologia e il cellulare ti distraggono, mentre uno dei primi appuntamenti da avere è con se stessi

Ad un certo punto dici: «Mi volevano donna ma io ero nata guerriero».

«Qualunque ragazza ha il sogno di diventare una principessa. Però, in realtà, io ho capito dentro di me che quel che sentivo assomigliava ad una chiamata, che più provavo a nascondere e più diventava forte. Posso fare così tanto con la musica, per me stessa e per gli altri ed io devo tanto alla musica. Sono un guerriero, ma non uno di quelli armati. Sono un guerriero della luce come quello descritto da Paolo Coelho…»

Parliamo ora del singolo, che è in rotazione radiofonica: “World Travels” feat Mas Stuntman Reel 2 Real. Il video è carico di significato, come una critica al mondo ipertecnologico e iperconnesso in cui viviamo.

«Il video parla di una storia in un futuro distopico, per infondere un senso di responsabilità verso il presente. Appare apocalittico per la perdita di memoria storica, in uno scenario futuristico. Io credo che la memoria ed il viaggio siano due elementi molto importanti a disposizione dell’essere umano, oltre ad essere veicolo di trasformazione e cambiamento. Ho voluto un po’ rendere omaggio a Darwin e all’idea di futuro sostenibile.»

Veronica Vitale

Il tuo album è stato definito come una tavolozza di sperimentazioni sonore e testi. Potresti spiegarci meglio?

«Ho introdotto una novità: un genere musicale che non esiste in Italia. Il Liquid/Dubstep, che va a superare la trap attraverso musicisti reali che sfidano se stessi, escono dagli schemi e creano qualcosa di nuovo che non passi inosservato. In un ambiente liquido, generi diversi si fondono e possono coesistere tranquillamente. Abbiamo tante influenze diverse e le persone non riescono a comprendere quello che ci circonda: abbiamo bisogno di essere liquidi. Ho registrato personalmente il suono dei treni merce e del battito del mio cuore, per poi inserirli tra le sonorità dei miei brani».

Sara C. Santoriello

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