Cecilia Stallone, Fiabe urbane

Fiabe urbane è l’ultimo inedito di Cecilia Stallone, cantautrice italiana nata a Milano. Tale EP, uscito nel 2020, è caratterizzato da cinque brani scritti in lingua italiana, un vero e proprio viaggio tra soul e hip hop a cavallo tra poprap R’n’b. A tal proposito Cecilia afferma:  «“Fiabe urbane” nasce dal desiderio di esprimermi in un linguaggio musicale estremamente ritmico e dedito al groove senza però rinunciare a ritornelli pop orecchiabili. Gli artisti di riferimento sono Pino Daniele, Neffa e tutta la black music in genere. L’EP è caratterizzato da un punto di vista femminile sul mondo ed emerge una vitalità e un istinto di ribellione a canoni stereotipati prestabiliti e un senso di giustizia. Nella scrittura sono stata estremamente diretta e provocatoria, con l’intento di distruggere canoni standard di femminilità e di stili di vita occidentali improntati sulla produttività. Un approccio hip hop, diretto e tagliente. Non mancano però ballate decisamente romantiche e introspettive.»

Cecilia Stallone: il suo esordio musicale

Cecilia Stallone si è cimentata nel mondo della musica e della discografia fin da giovanissima e vanta numerose collaborazioni con i massimi esponenti del genere hip-hop tra cui Emis Killa (2009, Bianco e Nero), Irama (Sanremo Giovani, 2016). Nel 2009 è entrata a far parte del collettivo Fly Girls Milano, capitanato dalla rapper Vaitea, il quale organizza concerti ed eventi dedicati all’hip hop al femminile. Ciò le ha permesso di fare esperienza da palco aprendo concerti a nomi importanti tra cui Dj Gruff e Kaos One.

Il primo singolo ufficiale tratto dall’EP “ Fiabe urbane ” porta il titolo di “Mi dispiace” (con la partecipazione della rapper Vaitea e della ballerina Alice La Scotti). Il brano è stato registrato al Crono Studio di Vimodrone (Milano). Produzione e mix di Stefano Iascone. Master di Andrea De Bernardi. Hanno suonato: Cecilia Stallone (voce), Vaitea (voce), Ermanno Fabbri (chitarra), Federico Paulovich (batteria), Paul Hochaime (basso). Il video è opera del regista Nelson Corallo. Il testo della canzone è estremamente diretto e affronta con sarcasmo e fermezza il tema della libertà e della separazione. 
«“Mi dispiace” è un inno alla libertà. Il tema principale è la ribellione. – spiega Cecilia Stallone – Racconta la storia di due donne che non si sentono capite dal loro compagno e decidono di porre fine a questa relazione insoddisfacente. In questo brano io e Vaitea siamo l’equivalente di Thelma e Louise: due donne che prendono le distanze da una situazione opprimente. Rivendico il diritto delle donne di essere loro stesse senza subire la pressione di dover rispettare le aspettative maschili che spesso le vogliono più docili e dimesse.»

Ecco a seguire, l’intervista rilasciataci direttamente da Cecilia Stallone:

Ciao Cecilia, sappiamo che il tuo amore per la musica è nato già da quando eri solo una bambina e ti dilettavi nel suonare il flauto, la chitarra, esibendoti nelle band locali. Saremmo curiosi di capire però come nasce il tuo interesse e la tua passione per l’hip hop. Com’è che ti sei avvicinata a questo genere?

« Da adolescente mi sono appassionata al canto moderno e jazz componendo brani miei di matrice urban. La cosa che mi appassionò di più fu sciprire che nell’hip hop (come nel jazz) c’era tutto un mondo legato all’improvvisazione chiamato freestyle. Rimasi stregata dalla magia di questi rapper che si trovavano al Muretto di Milano per sfidarsi in freestyle (quando ci andavo io c’erano quelli che sarebbero diventati Emis Killa e Fedez e molti altri) e improvvisavavano su delle basi fatte col beat box. Iniziai ad ascoltare molto e a fare beat box per accompagnare queste sfide. Credo fu proprio l’elemento improvvisativo a conquistarmi il cuore. Eravamo poche ragazze, all’epoca, ora ce ne sono molte di più.
Il rap è un genere esolicito e in esso ho sentito una verità,una componente istintiva che mi rappresentava bene.
»

Quali sono le figure canore ed artistiche che nel corso degli anni più ti hanno ispirato?

« Sono una grande appasionata di Prince, credo sia stato un’artista incredibile. Fu ascoltando le sue canzoni che sentii la spinta di approfondire il discorso della vocalità. A pari merito Bob Marley e tutta la reggae music mi colpirono profondamente. Ce ne sono tanti altri,naturalmente. Gli artisti Italiani che mi hanno influenzato maggiormente sono Pino Daniele, Lucio Dalla, Fabri Fibra, Neffa. Quelli interazionali,oltre a Prince e Bob Marley, sono Ella Fitzgerald, Chet Baker, Erykah badu, Macy Gray, India Arie, Lauryn Hill, Alicia Keys e Amy Whinehouse. »

Qual è la tua opinione in merito a tutta la misogenia stereotipata legata al mondo dell’hip hop?

« Il mondo hip hop è sicuramente misogeno ma non meno di tanti altri ambienti musicali. La differenza è che l’hip hop è meno ipocrita e caratterizzato da un lingiaggio diretto e spesso provocatorio e il maschilismo, quando c’è, viene dichiarato. Ma in fondo non è un problema del genere musicale come si tende a pensare, bensì dei singoli individui.Chi attacca le donne ha problemi personali,frustrazioni,irrisolti e dovrebbe andare dallo psicologo oltre che informarsi e leggere qualche libro in più.
Detto ciò negli ultimi anni le donne si sono prese sicuramente più spazio e le cose stanno radicalmente cambiando. Tuttavia credo che ci voglia ancora molto tempo per estirpare secoli e secoli di oppressione nei confronti del sesso femminile.
»

Per quale ragione ogni traccia dell’Ep ‘Fiabe urbane’ è caratterizzata da un titolo fiabesco? Qual è stato il tuo intento?Come mai i soggetti delle tue canzoni sono sempre le donne e la loro prospettiva nelle relazioni sentimentali?

« Le fiabe sono racconti fantastici che hanno come protagonisti esseri umani (al contrario delle favole che hanno gli animali) e spesso contengono una morale, un insegnamento. Queste sono state tramandate oralmente soprattutto dalle donne.
Il femminile è un elemento portante delle mie canzoni. E il mio punto di vista.
Inoltre le relazioni umane sono i temi principali delle mie canzoni.
Mi piace pensare che queste siano come delle storie,delle fiabe ambientate però in un contesto urbano.
Credo di avere un’indole innocente ma le mie esperienze di vita sono state piuttosto difficili ed è quasi impossibile non sporcarsi con la vita stessa. Da qui il contrasto tra l’elemento fiabesco, infantile e candido con quello urbano in cui sono inserite,ruvido e adulto.Questa dicotomia è la storia della mia vita,così ho pensato di intitolare il mio EP Fiabe Urbane. »

Che consiglio senti di dare ai giovani che si addentrano per la prima volta al mondo della musica ed in particolare dell’hip hop?

« Consiglio loro di essere curiosi e ascoltare ciò che è venuto prima,di andare a ritroso e scoprire gli artisti antecedenti. Inoltre mi sento di dire loro che la competizione e l’ambizione sono sane se non diventano arrivismo e mancanza di riguardo per gli altri.
Condivisione e ricerca di uno stile personale sono alla base dello spirito hip hop.
»

Sabrina Mautone

Sabrina Mautone
Sabrina Mautone nasce a Napoli il 18/05/96 e vive a Milano. Giornalista pubblicista laureata in Lingue Moderne presso la Federico II e specializzata in Comunicazione e Cooperazione Internazionale per Istituzioni ed Imprese presso l'Università Statale di Milano. Con un master post-lauream in Giornalismo Radio-Televisivo a Roma, lavora da freelancer e segue eventi in Italia e all'estero.

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