Trenches è il nuovo disco degli Stolen Apple prodotto a Firenze, in collaborazione con Rock Bottom Records che uscirà nel mese di Settembre 2016 con circa 12 tracce per un totale di 50:05:17 minuti. Tale band si è formata a Firenze nel 2008 dalle ceneri dei Nest e i componenti sono: Riccardo Dugini (voce e chitarre), Luca Petrarchi (voce, chitarre, mellotron, organo e synth), Massimiliano Zatini (voce, basso e armonica) ed Alessandro Pagani (voce, batteria, piano e percussioni).
Il nome della band è stato ispirato dalla storia di Ernest Lossa, bambino jenisch ucciso nel 1944 dai nazisti nell’ambito del loro programma di sterminio degli individui non autosufficienti, narrata fra gli altri da Marco Paolini nel suo spettacolo “Ausmerzen”.
Ma come mai un titolo tanto forte?
Trenches significa trincee, la mente dell’uomo è in trincea, o le trincee sono nelle nostre menti? La band ha lavorato su dodici canzoni intrise di sonorità eterogenee e significati ambivalenti, il disco d’esordio targato Stolen Apple racconta esperienze vissute dentro e fuori la musica in un caleidoscopio di suoni grezzi e parole piene di intimità. L’album di debutto richiama emozioni diverse brano dopo brano, trasportando l’ascoltatore a differenti stadi d’abbandono. Miscelando indie-rock di varie scuole, country desertico, psichedelia, shoegaze, post-noise e ballate alt-country, il suono della band coinvolge mantenendo attitudine e capacità di risultare credibili muovendosi su un terreno difficile come è quello di chi fa musica oggi.
Questo disco è un libro aperto di ricordi, afferma la band, di storie e di avventure: i dodici brani sono il risultato di un lavoro collettivo, seppure svolto senza una progettualità esplicita. “Trenches” lascia in eredità un pensiero urgente che rivela un suggestivo richiamo di reminiscenze adolescenziali: laddove visioni futuristiche sono andate perdute, o sono state disilluse dal vanificarsi (a contatto con la realtà) di concetti relativi ad amore, pace e libertà, la musica riavvicina al sogno; ciò a cui tutti ambiamo e che il riparo nelle trincee moderne, le ‘zone di sicurezza’ dove si celano le paure profonde e le fragilità dell’uomo, sta lentamente – ma inesorabilmente – cambiando le prospettive della nostra vita.
Tracklist:
Song 1 Red Line: Una ballata dance-psichedelica con echi di sitar indiani e tamburi in lontananza ed un finale in crescendo spumeggiante e coinvolgente.
Song 2 Green Dawn: Tema rock incalzante con una chitarra che trafigge, una power-song sorprendente con risvolti quasi punk ed un ritmo frenetico.
Song 3 Fields of Stone: Una canzone acida, un ritmo che incalza, una melodia lacerante, una voce che graffia nel buio.
Song 4 Pavement: Un inno al pop rock, questo brano quasi epico spezza il disco e dà respiro al tutto. Un riff cantalenante di chitarra sul quale riverberi neo-psichedelici fluttuano leggeri.
Song 5 Falling Grace: Muro di suono per questa esplosione di indie-rock fieramente anni ’90 con ritmi quasi tribali e voci che s’incrociano e si rincorrono come rondini in cielo.
Song 6 Living on Saturday: Una pop-stoned song contaminata da richiami blues, ed un ritornello a tre voci in crescendo.
Song 7 Mystery Town: Ballata rock desertica e a tratti liquida, con aperture west-coast ed una splendente slide-guitar.
Song 8 Something in my Days: Canzone intima, con un ritornello spaziale ed una voce che si muove tra melodie autorali e cambi di accordi.
Song 9 More Skin: Una struttura rock dentro una canzone pop o una canzone rock dentro una struttura pop? Thin white pop!
Song 10 Daydream: Testo ricavato da una poesia di Daniela Pagani, accordi delicati ed un testo onirico fanno di questa semi-ballata una piccola perla.
Song 11 Sold Out: Sycho-wave dentro chitarre ruggenti ed un ritmo che non lascia tregua.
Song 12 In the Twilight: Atipica rock-ballad in 3/4 dal tessuto suadente ed arioso, che dipinge un paesaggio sonoro inconsueto, e chiude l’album elegantemente.
Ulteriori Informazioni:
stolenapple.it – stolenapple.bandcamp.com
Sabrina Mautone