Dopo ben 8 anni, il 20 dicembre 2017, la Basilica di Collemaggio è tornata a vivere e con essa la città di L’Aquila ha ritrovato un simbolo che, in tutti questi anni, era rimasto impolverato sotto un mucchio di macerie. La Basilica è stata duramente provata dal sisma del 6 Aprile 2009. Ad occuparsi della sua ricostruzione, molto complessa per il valore sacro ed il significato storico, Eni con la progettazione e direzione dei lavori curate dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per L’Aquila e Cratere. Il costo della monumentale opera ammonta all’incirca a 14 milioni di euro.
Presenti alla cerimonia di riapertura il Presidente della Giunta Regionale Luciano D’Alfonso; il sindaco di L’Aquila Pierluigi Biondi, il ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini, Il Chief Service & Stakeholder Relations Officer Eni Claudio Granata, la Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio Alessandra Vittorini e l’Arcivescovo metropolita Giuseppe Petrocchi.
«È un atto dovuto ai cittadini di questa città che hanno attraversato dolori e sofferenze e che oggi vedono la rinascita del simbolo della loro identità», ha detto il ministro Franceschini. «Sono venuto tante volte all’Aquila fin dai primi giorni dopo il sisma, naturalmente è la prima volta che entro nella Basilica restaurata ed è veramente uno splendore», ha aggiunto guardandosi intorno. «È una bellissima storia di collaborazione pubblico-privata per finanziare i restauri – ha aggiunto – che dimostra le competenze scientifiche, eccellenza nel mondo e che ci invidiano ovunque, in tema di restauro e in questo caso anche di interventi antisismici».
Tra gli interventi svolti: il consolidamento strutturale con il miglioramento sismico, la ricostruzione delle parti crollate, il restauro e la ricomposizione degli elementi architettonici e degli apparati decorativi e l’adeguamento tecnologico. Sono stati costruiti, inoltre, nuovi impianti tecnologici ed è stato installato un sistema di monitoraggio della struttura. È stato realizzato anche un impianto geotermico che alimenta il sistema di riscaldamento delle panche per i fedeli. Per rispettare i caratteri artistici della Basilica, gli studi preliminari hanno tenuto conto di tutti gli aspetti di natura storica, culturale e strutturale. Gli interventi successivi di restauro sono stati circoscritti, lasciando inalterate, per quanto possibile, le parti originali dell’edificio.
In coda alla cerimonia, c’è stato anche il rientro nell’edificio sacro delle spoglie di Papa Celestino V, il pontefice che ne volle la costruzione, che a Collemaggio fu incoronato e che istituì la Perdonanza Celestiniana, il primo Giubileo della cristianità, che si celebra ogni anno nel capoluogo abruzzese. Le spoglie del Santo tornano nella loro casa dall’oratorio di San Giuseppe dei Minimi trasportate dai Vigili del fuoco del Comando provinciale, con la scorta del Corpo di Polizia Municipale.
Nessun Tg nazionale ha ritenuto fondamentale seguire una cerimonia di così grande importanza per una città che ha padroneggiato le prime pagine della cronaca per molti mesi, sembra essere stato ignorato il nuovo battito di ali di questa città. Poteva essere una bella cartolina per mostrare uno dei monumenti di punta della dolorante cittadina di montagna che ha bisogno di non essere dimenticata.
Una città che ancora oggi vive immense difficoltà di natura economica, che molto ha potuto investire, negli anni precedenti al sisma, nel turismo che, ad oggi, sembra quasi essere fermo producendo ingenti danni ad una città che sente ancora le ginocchia tremare dopo un disastro che le ha tolto vite e vita. In tanti, in questa giornata, hanno sentito il dolore insieme alla gioia di poter varcare la porta di questa Basilica confrontando nella mente, le immagini della mattina del 6 Aprile 2009 con quelle del 20 Dicembre 2017. La basilica è rimasta in convalescenza per anni ma non è mai stata dimenticata e ha sempre fatto da sfondo a moltissime manifestazioni aquilane e nazionali. Un regalo bellissimo per questo Natale 2017 è stato fatto a questa città che ha bisogno ancora di credere in una completa guarigione dal sisma di 8 anni fa.
Valentina Di Fonzo