La città di Napoli ha salutato con fervore la riapertura di quello che viene considerato uno dei gioielli artistici ed architettonici di maggior valore nella cultura partenopea. Dopo circa sei mesi impiegati in scrupolose operazioni di restauro coordinate dal Polo Museale e realizzati col contributo della Regione, a partire dal 19 dicembre il pubblico ha riacquistato la possibilità di godere delle meraviglie offerte dalla splendida Villa Pignatelli.
Edificio monumentale ubicato nel quartiere Chiaia, nel cuore pulsante della “Napoli bene”, Villa Pignatelli costituisce una delle maggiori gemme in grado di impreziosire con la propria bellezza la Riviera di Chiaia, sulla quale si affaccia con il suo grande parco.
La celebre residenza storica si configura come uno degli esempi di maggiore rilevanza nell’ambito dell’architettura napoletana. L’imponente struttura manifesta carattere neoclassico e riflette palesemente l’intento di conferire all’ edificio il gusto che all’ epoca conobbe maggiore slancio, secondo i canoni dello stile architettonico inglese di fine Settecento.
La particolarità della recente riapertura al pubblico è riscontrabile soprattutto nel fatto che, a differenza di operazioni di restauro che spesso tendono a protrarsi per un lungo arco di tempo, in tal caso ha visto una chiusura limitata a soli pochi mesi.
I lavori hanno interessato i principali ambienti di Villa Pignatelli.
Si passa dalle camere dell’edificio in senso stretto, al Museo interno, fino al parco annesso.
Le operazioni di risistemazione sono state effettuate in modo tale da coincidere con l’anniversario che ricorre ai sessanta anni dalla donazione della Villa allo Stato da parte dell’ultima proprietaria, la principessa Rosina Pignatelli. Tale famiglia tuttavia, costituisce solo l’ultima sezione di una lunga lista di celebri detentori, i quali , di volta in volta, hanno lasciato tracce della propria presenza, destinate ad arricchire la Villa di particolarità.
Procedendo a ritroso nel tempo e giungendo sino alle origini, la storica residenza fu voluta nel lontano 1826 da Sir Ferdinand Richard Acton, figlio del primo ministro di Ferdinando I di Borbone. La realizzazione dell’edificio fu inizialmente conferita all’architetto Pietro Valente, per poi passare, nelle mani di Guglielmo Bechi, a causa dei numerosi screzi sorti fra il proprietario inglese ed il primo architetto, lontano dal gusto tipicamente britannico che il baronetto intendeva conferire alla struttura.
Bisogna giungere alla seconda metà dell’Ottocento, perché la Villa fosse acquistata dalla nota famiglia di banchieri tedeschi von Rothschild, nobili originari di Francoforte, che coinvolsero nella realizzazione della struttura il celebre architetto Gaetano Genovese. Fu in tale periodo che la Villa fu impreziosita di un ulteriore edificio, mediante una nuova palazzina che governa il parco nella sezione settentrionale.
In seguito al raggiungimento dell’Unità Nazionale, con la rimozione del dominio borbonico, furono allontanati anche i Von Rothschild, strettamente legati ai reali. Pertanto la Villa fu conferita ai principi Pignatelli Cortes d’Aragona, con cui, nel giro di pochi anni, la dimora divenne centro di una fitta rete di rapporti con i regnanti e con la più alta aristocrazia d’Italia e d’Europa. I Pignatelli avrebbero costituito i proprietari della residenza sino al 1955.
Fu allora, che l’ultima proprietaria, la celebre principessa Rosina Pignatelli decise di donare l’ingente struttura allo Stato Italiano in qualità di museo destinato in memoria del marito, il principe Diego Aragona Pignatelli Cortes, nel cui nome, nel 1960 la Villa venne aperta al pubblico.
Giovanna De Vita