Fare impresa in Italia
Fonte immagine: pxhere.com / Autore: rawpixel.com

In diversi paesi del mondo fare impresa è un atto di coraggio. Doversi orientare tra normative, imposte, regimi fiscali, leggi sulla formazione professionale, eccetera è di per sé un impegno gravoso. Senza contare che, dopo aver fatto tutto questo, si tratta di competere sul mercato con un modello di business efficace. Un quadro complesso, che nella cornice italiana assume tinte ancora più forti.

Sì, perché ormai da alcuni decenni l’Italia non è il paese più startup-friendly al mondo. Colpa di una mentalità ancora abbastanza ancorata alle logiche passate, ma anche di un ecosistema che fornisce scarso supporto alle nuove iniziative di business. Negli ultimi mesi però le cose stanno cambiando.

Se è innegabile che dal miracolo economico italiano la burocrazia è andata complicandosi per anni, e le imprese sono chiamate a rispondere a una serie di requisiti sempre più stringenti, da qualche tempo c’è un’evidente volontà di andare incontro a chi apre un’attività.

Un fenomeno che si manifesta chiaramente con la progressiva semplificazione delle normative giuridiche e fiscali: dal decreto Cresci Italia del Governo Monti che ha portato alla nuova forma giuridica s.r.l.s., all’introduzione dei nuovi regimi fiscali semplificati in vigore dal 2016.

Allo stesso tempo, la crisi economica e un costo della vita estremamente alto rendono difficile la sopravvivenza delle imprese. Basti pensare che nell’anno di imposta 2020 il 39% delle aziende ha avuto un bilancio in perdita e molte realtà sono state costrette a ridurre il personale o, nei casi peggiori, a chiudere.

Oggi le condizioni complessive del paese sono migliori, quindi sicuramente fare impresa nel 2023 è più semplice di quanto non fosse qualche anno fa, nonostante il periodo pandemico abbia permesso la nascita di nuovi business. I dati ufficiali confermano un miglioramento della situazione: le dichiarazioni Ires presentate dalle società di capitali nel 2021 e 2022 hanno visto un incremento dell’1,4% in termini quantitativi e il 54% delle imprese ha dichiarato un reddito di impresa positivo.

Oltre alla ripresa economica, lo scenario attuale si presenta migliore per chi avvia un’impresa oggi grazie a una forte componente di finanza agevolata. Attualmente, infatti, in Italia sono attive le misure del PNRR, create proprio per consentire al tessuto imprenditoriale italiano di raggiungere gli standard previsti in fatto di digitalizzazione, innovazione e transizione green.

In altre parole, le nuove imprese e le realtà già costituite possono contare su una lunga lista di agevolazioni, contributi e finanziamenti agevolati erogati tramite enti regionali, ministeriali e comunitari. La convergenza di misure europee e nazionali (dovute al PNRR) e fiscalità semplificata dà maggiori chance di sviluppo ai nuovi business, che partono avvantaggiati rispetto a qualche anno fa. Ma l’Italia resta comunque un paese in cui fare impresa non è semplice.

Il nostro consiglio è quindi di sfruttare al massimo tutte le opportunità di sviluppo e accesso al capitale, valutando con grande attenzione le possibilità di successo prima di dare il via al progetto di business.

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