Santa Chiara, grande patrimonio napoletano che con la sua imponenza sovrasta la storica piazza del Gesù, è da tempo vittima di gravi atti vandalici.
La facciata laterale del complesso di Santa Chiara è stata imbrattata da vandali che hanno potuto agire tranquillamente per la mancanza di videosorveglianza nella suddetta zona.
Questa chiesa, capolavoro gotico del ‘300, è riuscita a sopravvivere a due guerre mondiali e persino ad una bomba inesplosa che ne ha però distrutto il tetto, e ora a distanza di settecento anni dalla sua costruzione, è vittima di deturpazioni che nuocciono all’immagine di una Napoli sempre più attiva sul versante culturale.
Per questa ragione, poiché uno scempio del genere non è ammissibile in un luogo così magnifico, si è deciso di intervenire una volta e per tutte. I frati francescani, gestori della cittadella monastica di Santa Chiara, sono riusciti ad intervenire fin dove hanno potuto restaurando, in concordanza con la Soprintendenza delle Belle Arti e Paesaggio di Napoli, alcuni sarcofagi di epoca medievale posti nelle cappelle laterali della Basilica, ma il lavoro è tutt’altro che terminato. All’esterno, nell’area di proprietà comunale e fuori dal controllo dei religiosi, il basamento della basilica ed il suo ingresso laterale sono tuttora devastati da graffiti e perché questi vengano rimossi c’è bisogno di un intervento ben più grande e sostanzioso.
Per questa ragione l’associazione di crowdfunding Meridonare ha organizzato una raccolta fondi denominata Liberiamo Santa Chiara. Come è spiegato sul sito di Meridonare lo scopo è «rimuovere i graffiti presenti sull’interno basamento del prospetto principale e del fronte Est della Basilica.Per fare ciò ci sarà un pre-consolidamento della pietra tufacea al fine di non danneggiarla durante le operazioni di pulitura. Immediatamente dopo si avvieranno le operazioni di rimozione dei graffiti sia meccanicamente che grazie all’utilizzo di soluzioni chimiche compatibili. L’intervento finale consiste nel restauro e nella conseguente protezione finale della pietra. Per la salvaguardia del bene restaurato poi, prevederemo di installare un sistema di videosorveglianza da annettere a quello già attivo all’interno del percorso di visita del Monastero.»
La Chiesa di Santa Chiara è gestita dalle monache di clausura e dai frati francescani sin dall’epoca della sua costruzione ma è comunque bene di proprietà dello stato (FEC Fondo Edifici di Culto). Viene naturale chiedersi perché associazioni come Meridonare debbano intervenire coinvolgendo privati quando un intervento dello stato, così promotore della cultura e del patrimonio artistico territoriale, sarebbe più lecito, data soprattutto l’importanza di un complesso monumentale di tale portata.
In ogni caso, grazie a questa raccolta fondi ed agli interventi pianificati, in poco tempo potremo vedere Santa Chiara nel suo antico e magico splendore, sperando che stavolta la videosorveglianza possa scongiurare gli atti di vandalismo.
Daniela Diodato