Il Teatro Serra ha inaugurato la nuova stagione teatrale con Deep Blue, la prima è andata in scena il 28 e 29 Ottobre registrando immediatamente il tutto esaurito.
Fino ad Aprile 2018 questo piccolo grande teatro di Fuorigrotta offrirà agli appassionati un bouquet di nove spettacoli trattando svariate tematiche, tutte all’insegna della contemporaneità e della riflessione.
Deep Blue è stato il primo di una lunga serie di spettacoli. Liberamente ispirato a Sunset Limited di Cormac McCarthy, l’adattamento di quello che l’autore stesso ha definito “un romanzo in forma drammatica” vede la regia di Alberto Mele, scrittore nonché presidente del consiglio di Amministrazione del Teatro Serra, e di Marco Montecatino, nel ruolo di co-regista.
All’apertura del sipario al Teatro Serra, osservando l’ambientazione scenica, appare chiara la fedeltà dello spettacolo al testo originario. Una stanza spoglia, un tavolo, un crocifisso alla parete e una Bibbia, niente suppellettili o ninnoli, l’attenzione dello spettatore è portata a concentrarsi esclusivamente sui due personaggi che stazionano sul palcoscenico. Il ‘Bianco’ ed il ‘Nero’ si alternano in un susseguirsi di botta e risposta. L’atto unico in cui è strutturata questa pièce teatrale contribuisce a conservare il pathos, concentrando le tre unità aristoteliche di tempo, luogo ed azione in un’unica stimolante conversazione in cui i due soli protagonisti dialogano a proposito di temi forti e coinvolgenti, temi quali la vita, la morte, la fede, la violenza e la redenzione.
Lo spettatore ha come l’impressione di ritrovarsi proiettato sulla scogliera della famosa partita a scacchi tra Antonius Block e la Morte ne Il settimo sigillo di Ingmar Bergman. Ad ogni ‘mossa’ del Bianco, corrisponde una mossa uguale e contraria del Nero, solo il fine è capovolto: la voglia di vivere e di sconfiggere la Morte da parte del cavaliere si contrappongono alle manie suicide del Bianco, interpretato da Antonio Buonanno, che rappresenta la personificazione dell’uomo sartriano che considera il mondo nient’altro che un “lazzaretto dello spirito” e vede la fede come “una gran cazzata”, dell’uomo colto che pone a se stesso domande alle quali non sa dare alcuna risposta se non quella razionale, logica, inattaccabile.
Il personaggio del Nero di cui veste i panni Pietro Tammaro, magistralmente riadattato in versione partenopea, contrappone al raziocinio del suo ‘avversario’ la disarmante semplicità dell’uomo che ha ricevuto il dono della fede, che si è redento dopo numerosi peccati e che vuole portare avanti la missione che Dio stesso gli ha assegnato. Un personaggio perfettamente plasmato nell’argilla, trasformato da galeotto ad uomo di fede che adorna la sua casa con crocifissi e poster di Patrizio Oliva, convinto di avere la verità in tasca, una convinzione che soltanto la fede può generare. “Secondo me chi fa domande vuole la verità. Mentre chi dubita vuole sentirsi dire che la verità non esiste”
Una scelta coraggiosa quella del Teatro Serra di mettere in scena come spettacolo inaugurale un tema così difficile da affrontare, la fede contrapposta alla ragione, la vita alla morte e la cultura alla superstizione. Grazie alla regia di Alberto Mele e Marco Montecatino e all’interpretazione magistrale di Pietro Tammaro e di Antonio Buonanno, il Teatro Serra ha saputo ridare nuova vita al Sunset Limited reinterpretandolo in chiave partenopea e stemperando la complessità degli argomenti trattati con la piacevole sfumatura comica conferita al personaggio del Nero.
Ma il Teatro Serra è questo e molto altro ancora. «Abbiamo deciso di chiamare la nuova stagione teatrale ‘N9VE perchè, semplicemente, è composta da nove spettacoli» ci ha raccontato Alberto Mele, presidente del consiglio di amministrazione e addetto alla regia al Teatro Serra. «Credo si possa dire formata da un mix di nuove realtà del panorama teatrale campano mischiato a quella che è una nostra esigenza territoriale, infatti metà del cartellone è composto da spettacoli con attori o compagnie della zona flegrea. Gli argomenti trattati variano da quelli più leggeri a quelli analizzati in Deep Blu, fino ad arrivare a quelli con un valore anche didattico. Noi non abbiamo un’esigenza di essere omogenei da questo punto di vista, anzi abbiamo fatto dell’eterogenia quasi una premessa per questa piccola stagione che abbiamo messo in atto. Due dei nove spettacoli sono i nostri perchè uno degli obbiettivi da quando è nata l’associazione è quello di permettere a noi di avere uno spazio e un luogo dove non solo creare i nostri spettacoli, ma anche di metterli in scena vista la difficoltà che il panorama napoletano propone per arrivare ai grossi circuiti. Questi di fondo sono gli obiettivi un po’ generici della nostra associazione e del nostro teatro che, oltre a questo, è molto incentrata sulla formazione dei nuovi attori con sessioni specifiche di preparazione per coloro che vogliono poi entrare nell’accademia o semplicemente crearsi un proprio bagaglio personale».
Alberto Mele e Marco Montecatino sono riusciti con maestria e creatività a mettere in scena uno spettacolo che scinde in atomi uguali due temi forti, due mentalità contrapposte, due differenti modi di approcciare alla vita. Uno spettacolo in grado di smuovere le coscienze, di portare a riflettere chiunque sposi la tesi dell’uno o dell’altro personaggio, riuscendo a catalizzare l’attenzione dello spettatore sulla la caparbietà di chi, pur avendo commesso nel proprio passato delitti e atrocità, riesce ancora a concedere una chance alla vita, facendo della speranza il carburante della propria esistenza.
Sara Cerreto