Ai tempi dell’infossicazione, dell’opinionismo di massa e del riflesso ideologico di un mondo capovolto è arduo comprendere quale sia la verità. Ogni conoscenza è temporale e quindi confutabile, del resto lo stesso rigore scientifico prevede il principio di falsificabilità; ragion per cui nulla è assoluto in ambito umano. Nell’attuale post-modernità si tende a semplificare ogni fatto giungendo a conclusioni dogmatiche. Esempio lampante è la post-verità, un inquietante connubio tra positivismo ideologico e irrazionalismo.
Dunque, si percepisce la stringente necessità di dare un senso a ciò che accade, di ridurre la complessità del mondo. Molti neuroscienziati indicano l’amigdala in quanto fattore rilevante nel processo elaborativo. L’amigdala è, quindi, la parte del cervello che fa reagire di fronte alle minacce; l’incertezza e l’ansia per il futuro la rendono iperattiva e ciò spinge il cervello medesimo a un’incessante ri-analisi delle informazioni a disposizione, nel tentativo di organizzarle in una narrazione coerente che permetta di capire cosa stia succedendo, da cosa si è minacciati e come si dovrebbe reagire. Ovviamente l’eccesso d’informazione in circolo con l’obiettivo di eliminare l’ignoranza, ha portato invece a un eccesso d’ignoranza.
Derazionalizzazione e verità online, entrambi i fenomeni sono figli del web e della polarizzazione argomentativa e spesso avviene un’estremizzazione del carattere impulsivo di molte scelte metodologiche e discorsive. Soffermandosi maggiormente sull’aspetto politico, la comunicazione si è immediatamente appropriata di strategie che puntassero a colpire la parte più irrazionale dell’elettore. Del resto, la passione e l’impulsività sono fattori a cui la politica fa costantemente appello. Pertanto, s’è instaurata una psico-democrazia a razionalità molto limitata propensa alle verità assolute.
È necessario classificare qui, per la prima volta, un epifenomeno: idiozie auto-poietiche.
Sì, questo termine è derivato dalle parole greche auto, ovvero se stesso, e poiesis, ovvero creazione. Un sistema auto-poietico è un sistema che ridefinisce continuamente se stesso e si sostiene e si riproduce dal proprio interno. Un sistema auto-poietico può essere rappresentato come una rete di processi di creazione, trasformazione e distruzione di componenti che, interagendo fra loro, sostengono e rigenerano in continuazione il medesimo sistema. Difatti, una costante auto-ridefinizione. Ora pensate a colui che esprime delle idiozie e soffermatevi sull’idiozia. Indubbiamente l’idiozia è fisiologica, nessuno ne è immune, ma l’idiozia auto-poietica è subdola, è integerrima, viscerale e corroborante: possiede strenue capacità rigenerative. Si nutre della sua stessa convinzione dogmatica infondata e si erge a verità stridente e irrefutabile. Ora, poiché l’idiozia è inapplicabile in tutti i campi del sapere e non ha alcuna validità, se non in quanto idiozia, attecchisce con estrema facilità nel modus pensandi di molti individui. E l’idiozia, per via della sua indimostrabile esattezza e per la totale assenza di fondamenti logici e scientifici, è endemica. I sintomi e le cause non sono classificabili, ma gli effetti sono palesemente ravvisabili. I promotori, a volte inconsapevoli, sono un po’ dappertutto, e sono dannatamente rumorosi.
Le idiozie sono il frutto di un movimento storico-reale inevitabile e distorto. Urge combattere questa deriva, che è ben rappresentata attualmente dal governo in carica (Lega-M5s). Di conseguenza proponiamo un tetralogo anti-idiozie.
1) «Non essere irrimediabilmente certo di nulla (eccetto della morte e del nulla)». Gli elettori del governo giallo-verde sono saldamente ancorati al nazionalismo; ma cos’è il patriottismo se non la convinzione che un paese sia superiore a tutti gli altri per il semplice fatto che ci siano nati loro? Sono altresì fermamente convinti che i vaccini siano nocivi e dis-utili, soprattutto se obbligatori. Sapranno valutare sicuramente il valore della profilassi ma la loro prudenza è eccessiva: preferiscono la meningite, la poliomielite e via discorrendo pur di proteggersi dal vaccino. Questi grandi immunologi son però a favore della leva obbligatoria, magari in caserma ti fai gli anticorpi se non crepi prima dei diciott’anni. Sono conviti che gli immigrati siano un male da stroncare. Ovviamente avranno dimenticato le varie etnie che hanno popolato la penisola italica: Etruschi, Latini, Osci, Sanniti, Sabini, Lucani, Romani, Greci, Celti, Normanni, Longobardi. Inoltre, negli anni, l’Italia ha accolto circa 131mila rifugiati, quindi su 60 milioni di abitanti significa una proporzione del 2 per mille. Costoro ascrivono difetti comportamentali alla genetica di un’intera etnia e immaginano che gli esseri umani siano come sono per qualche loro proprietà fisica, e non per fattori economici e culturali. Inoltre, avranno dimenticato i 49 milioni di euro che la Lega ha incassato attraverso rendicontazioni irregolari per ottenere indebitamente i fondi pubblici, per non parlare dei vari consensi espressi durante le votazioni a favore dell’UE e delle privatizzazioni. Avranno dimenticato i grillini le varie contraddizioni politiche, morali e finanziarie in seno al M5S. Ma mi raccomando: «Honestà!».
Nietzsche scrisse: «Le persone si dividono in due categorie; coloro che vogliono credere e coloro che vogliono sapere».
2) «Non cercare di indebolire la riflessione perché è altamente probabile che ci riuscirai». Salvini ha creato una sorta di religione del non-pensiero attraverso una retorica stordente, generica e una comunicazione fortemente emotiva, più che altro violenta. Salvini ha fondato attorno a sé una mitologia liturgica, un’identità basata sul narcisismo dell’io, sull’odio verso il diverso e, in ultimo, un linguaggio gergale di una povertà sconvolgente che a confronto il gioco della fattoria degli animali parlante è più istruttivo. I cardini di questa destra reazionaria sono: Dio, Patria e Famiglia. Tutto molto contraddittorio. In primis, il razzismo e il rifiuto d’accoglienza verso lo straniero non hanno nulla a che vedere con il Dio cattolico, qualora ve ne fosse uno. In secundis, non dovrebbe parlare di patria un partito che, per palesi interessi economici, vorrebbe l’indipendenza della Padania, dunque la scissione della patria italiana. In terzis, qual è il loro paradigma di riferimento per i valori familiari? I vari matrimoni di Giacobbe e di Mosè? Il tentato figlicidio di Abramo? La paternità putativa di Giuseppe? Non esiste un modello di famiglia naturale, la famiglia è una costruzione sociale. Pertanto, il risultato è strumentalizzazione e totale assenza di riflessione.
3) «Trova più stimolo in un dissenso intelligente che in un consenso passivo, perché l’intelligenza è analisi, critica e soprattutto apertura». L’egemonia ideologica impersonificata da Salvini e i grillini è fortemente individualista e soprattutto opera un decostruzionismo negatore della realtà. Un fanatismo fascista impregnato del classico pragmatismo piccolo-borghese e del moralismo cattolico-ortodosso. Secondo la concezione kantiana, pensare vuol dire pensare da sé, massima di una ragione mai passiva. La tendenza alla ragione passiva si chiama così pregiudizio. L’utilizzo di un modo di pensare ampliato che, in primis, è il risultato di un distacco dalle limitazioni relative al giudizio personale, come spiega H. Arendt: «Una svalutazione delle private condizioni soggettive in cui molti sono come imprigionati». Quindi maggiore sarà la sfera in cui l’individuo consapevole è capace di muoversi da un punto di vista all’altro, più il suo pensiero sarà generale. Ciò richiede imparzialità, affinché ci sia una verifica appurata ed esaustiva. In conclusione, una possibile verità che può scaturire da un dissenso intelligente e costruttivo.
4) «Non pensare che valga la pena procedere nascondendo la realtà dei fatti, perché è sicuro che essa verrà alla luce». I fatti hanno la testa dura e la ricerca di una verità fattuale incontrovertibile è incompatibile con gli slogan. S’è creato un rapporto tra leader e masse all’insegna della Grande Semplificazione.
La politica ridotta a evento di clamore, il guru che sostituisce il politico di professione, la notorietà che sostituisce le reali capacità dirigenziali, la popolarità che sostituisce la validità e l’eticità del discorso. Ogni autorità pretende di conoscere l’assoluta verità, giammai i fatti. Del resto, il non saper niente e il credere di saper tutto sono i pilastri di una fantastica carriera politica.
Nessuno è immune alle idiozie però ci si può ingegnare affinché si eludano.
In conclusione, citando Carmelo Bene:
«La democrazia è quella situazione social-politica dove il popolo prende a calci il popolo su mandato del popolo».
Gianmario Sabini