Diritti trans, finalmente la terapia ormonale sostitutiva è gratuita. E adesso?
La bandiera del movimento transgender. Fonte: blmagazine.it

Quella del 30 settembre 2020 sarà ricordata come una giornata storica per i diritti delle persone transessuali e transgender e per la tutela del loro benessere psico-fisico: è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la decisione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) che ha inserito i medicinali per le terapie ormonali sostitutive nella classe H, quella totalmente a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), e le ha quindi rese gratuite in tutta Italia con entrata in vigore a partire dal primo ottobre. I diritti trans acquisiscono maggiori tutele anche nel nostro paese, seguendo la doppia via della lotta e di una efficace trattativa politico-istituzionale. Tuttavia, a seguito del giubilo doveroso e comprensibile, è necessario sottolineare quanto la strada per l’agibilità pubblica e il rispetto universale dei diritti delle persone trans sia ancora lunga e travagliata.

Un traguardo storico e inaspettato: la terapia ormonale sostitutiva gratuita

Negli ultimi anni, rispetto alla terapie ormonale sostitutiva, si era acceso un serrato dibattito, con annesse strumentalizzazioni propagandistiche della destra clericale, e sembrava che la discussione politica e mediatica lasciasse poco adito ad un approdo giuridico di questa portata per i diritti trans. Animato dalla solita litania pietista che si avvale della tutela dei minori come argomentazione contraria all’introduzione della terapia sostitutiva, il dibattito comune sul tema ha bollato questi trattamenti “farmaci gender” che, se acquistabili con la stessa facilità di un anticoncezionale anche dagli adolescenti, sarebbero distruttivi di una supposta identità di genere.

In realtà, la TOS (terapia ormonale sostitutiva, appunto), ossia l’insieme dei farmaci ormonali per la virilizzazione degli uomini transgender e per la femminilizzazione delle donne transgender, richiede un iter faticoso ed estenuante per essere approvato. Anzitutto sono necessarie diverse perizie medico-specialistiche che accertino la presenza di disforia di genere oppure di incongruenza di genere. Prima della trafila sanitaria, però, c’è un lungo travaglio personale che passa per la comprensione di sé e l’accettazione presso la famiglia, poi nei gruppi sociali e nel mercato del lavoro, nel quadro di una consapevolezza dei diritti trans ancora consistentemente limitata e soggetta a stereotipie. Le persone trans, soprattutto nella fase puberale, sperimentano ancora livelli altissimi di depressione, esclusione e istinti suicidari, e sono le vittime più comuni di atti di omotransfobia (finalmente divenuta reato).

diritti trans
“I diritti trans sono diritti umani”. Fonte: satpink.it

Si sono anche paventati e agitati rischi per la salute che i farmaci TOS provocherebbero intrinsecamente. Piuttosto, questi sono connessi alle perduranti carenze logistiche nella distribuzione e nella produzione dei trattamenti farmacologici. La terapia ormonale deve infatti essere portata avanti per tutta la vita, perché interromperla (a causa dell’impossibilità di reperire i farmaci, ad esempio) significa incorrere in serie ripercussioni psico-fisiche, dagli stravolgimenti somatici alle carenze immunitarie, agli squilibri metabolici, al calo della produzione di globuli rossi, fino all’osteoporosi grave. Il costo di questi farmaci era di per sé proibitivo, e alimentava il mercato nero dei farmaci, oltre che l’invisibilità pubblica, l’esclusione e la vulnerabilità sociale delle persone transgender. Finalmente, era.

Le terapie ormonali gratuite erano tali soltanto presso alcune amministrazioni locali virtuose, come nel caso della regione Toscana sin dal 2006, e di alcune province dell’Emilia-Romagna. Un provvedimento della regione guidata da Stefano Bonaccini e Elly Schlein aveva poi previsto la gratuità delle prestazioni farmacologiche a tutto il territorio regionale. Proprio questo passaggio ha consentito all’agenzia AIFA di portare in Gazzetta Ufficiale, con la determina del 23 settembre scorso, la gratuità della terapia ormonale sostitutiva e, così, estenderla a tutto il territorio nazionale.

Una vittoria storica per i diritti trans, anche se è evidente che non tutte le problematiche legate alle TOS sono risolte. L’accesso alle terapie varia ancora significativamente a livello territoriale, poiché in alcune non sono presenti centri che possano arrivare all’autorizzazione definitiva e per la reperibilità ancora a tratti evanescente dei farmaci: le persone trans sono ancora costrette ad odissee letterali e figurate per le terapie ormonali sostitutive, finalmente riconosciute come diritto alla salute. Ma non solo.

I diritti trans e il cammino in salita della libertà di autodeterminazione

Petra De Sutter alla cerimonia di giuramento. Fonte: fanpage.it

Un paragone sincronico tra l’Italia e altri paesi dell’Europa Occidentale restituisce la misura di un solco ancora profondo nell’ambito del riconoscimento di una pari dignità personale e sociale dei diritti trans. Proprio negli stessi giorni in cui la terapia ormonale sostitutiva veniva finalmente riconosciuta come parte integrante del diritto alla salute, in Belgio la docente universitaria, ginecologa ed ecologista Petra De Sutter diventava la prima transgender a ricoprire la carica di ministro e vice primo ministro in Europa. Poche settimane prima, invece, a Caivano si consumava il dramma di Mariapaola e Ciro, la prima vittima dell’omotrasfobia omicida della sua famiglia, il secondo della grettezza, dell’insensibilità e dell’impreparazione in materia di diritti trans di buona parte dei media.

In generale le persone trans subiscono ancora uno stigma assai radicato, oltre che emanazione diretta dell’etero-patriarcato con solidissima pervicacia sociale, propagatosi anche in seno a quelle frazioni del movimento femminista e LGBT+ dominate dall’assioma cisgenderista del binarismo di genere: basti citare, rispettivamente, le posizioni di TERF (Trans Exclusionary Radical Feminist) e di ArciLesbica.

“Quando c’è la salute c’è tutto”, si dice. Ebbene questo è vero solo in parte: la salute è conditio sine qua non, ma la lotta per i diritti trans è innanzitutto un agone culturale, si estrinseca in più battaglie simultanee, viene combattuta in trincee e non può permettersi troppi festeggiamenti. Più di ogni altra definizione, le persone transessuali ribadiscono, attraverso la carne viva del proprio corpo, che la libertà di autodeterminazione è giroscopica, e parte dal benessere psico-fisico per completarsi nella totale realizzazione personale. Parafrasando le parole della dichiarazione entusiastica MIT (Movimento Identità Trans), per ora si può godere dei frutti di una vittoria storica, all’indomani della quale si riprenderà la battaglia per le altre istanze di una delle comunità più incomprese, ostracizzate e vessate dalla politica e nella società.

Luigi Iannone

Luigi Iannone
Classe '93, salernitano, cittadino del mondo. Laureato in "Scienze Politiche e Relazioni Internazionali" e "Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica". Ateo, idealista e comunista convinto, da quando riesca a ricordare. Appassionato di politica e attualità, culture straniere, gastronomia, cinema, videogames, serie TV e musica. Curioso fino al midollo e quindi, naturalmente, tuttologo prestato alla scrittura.

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