Miart, la fiera di arte moderna, contemporanea e design, andata in scena dal 5 al 7 aprile nel padiglione 3 di Fieramilanocity, è stata fulcro e riferimento centrale dell’intera Milano Art Week.
186 gallerie provenienti da 19 paesi differenti sono state protagoniste di un macroevento, in cui l’estro artistico ha potuto mostrarsi in ogni sua forma, entrando in contatto diretto con i suoi fruitori.
Miart 2019: «Abbi cara ogni cosa»
«Abbi cara ogni cosa», il verso tratto dal poema “Hold Everything Dear” di Gareth Evans , è il tema – e il senso – che Alessandro Rabottini, direttore di questa 24esima edizione, ha voluto dare a Miart. Il verso di Evans invita i visitatori a volgere l’attenzione su come l’arte possa entrare in contatto con la nostra realtà.
La domanda di partenza è stata proprio questa: di cosa ha bisogno l’arte in questo momento tanto caotico, quanto fecondo?Lo stesso direttore risponde in questi termini: l’arte ha bisogno di attenzione.
«Essa ha il potere di trasformare anche gli aspetti più umili della realtà perché gli artisti posano uno sguardo di cura su di essa, e quando come spettatori facciamo nostro questo gesto di attenzione allora forse diventiamo più consapevoli, e in grado noi stessi di incidere sulla realtà».
L’invito ad ‘avere cara ogni cosa’ e a rendere omaggio al lavoro che gli artisti e le gallerie presenti a Miart hanno sviluppato nell’arco dell’anno di preparazione alla fiera, è stato quindi il punto di partenza e la finalità ultima dell’intera iniziativa artistica.
Miart 2019 è stato luogo di attenzione, cura e riflessione, un luogo da scoprire e nel quale rispecchiarsi. Lo spettatore, immerso in questo fluire artistico, ha avuto la possibilità di rendersi soggetto attivo, e non passivo, dell’intera fiera. Una fiera pensata tra innovazione, confronto, sperimentazione e i valori storici della tradizione. Lo spazio espositivo, situato alle porte della città Milano, ha rappresentato al meglio lo spirito libero della stessa città: aperta alla sfera internazionale e alla diversità.
Le sezioni di Miart 2019
Tra le 186 gallerie provenienti dai 19 paesi presenti a Miart 2019, 72 erano estere e 45 partecipavano per la prima volta, come Hauser & Wirth, Marian Goodman Gallery, Thaddaeus Ropac e Tucci Russo.
Sette sono state le sezioni presentate a Miart 2019:
- Established, la sezione principale, con 129 espositori divisi tra Contemporary, 79 gallerie di arte contemporanea e Master, a cura di Alberto Salvadori, direttore dell’ICA di Milano, con 50 gallerie di opere del ‘900;
- Generations, con otto dialoghi tra artisti di diverse generazioni, da Giacomo Balla a Birgit Jürgenssen, da Piero Dorazio a Patrizio di Massimo, a cura di Anthony Reynolds della Anthony Reynolds Gallery di Londra e Chris Sharp, scrittore e curatore indipendente;
- Decades, con nove gallerie che danno vita a un percorso lungo i decenni del XX secolo;
- Emergent, 21 gallerie provenienti da nove paesi europei dedicate alle giovani generazioni a cura di Attilia Fattori Franchini, curatrice indipendente;
- On demand, 14 gallerie coinvolte in una sezione trasversale dedicata a opere che vivono della relazione con il contesto, con il pubblico e con l’acquirente, a cura di Oda Albera;
- Object, 12 gallerie di design contemporaneo a cura di Hugo Macdonald, critico del design e giornalista.
Attraverso le sue sette sezioni, Miart 2019 si è confermata una tra le fiere con la più ampia e versatile offerta, dando vita ad un connubio perfetto tra storia, innovazione e sperimentazione.
Miartalks: il concetto di bene comune
L’edizione Miart 2019 oltre all’insegna dell’arte moderna, contemporanea e del design, è stata segnata dalla rinnovata collaborazione con Between Art Film, attraverso la realizzazione di “Miartalks“, ovvero dialoghi e dibattiti, suddivisi in tre giornate. Between Art Film, la casa di produzione cinematografica fondata da Beatrice Bulgari nel 2012, ha come scopo l’incoraggiamento e lo scambio tra i diversi linguaggi artistici del nostro tempo, attraverso la produzione di film d’artista e documentari. Per l’edizione di Miart 2019, il tema unificante delle tre giornate è stato il bene comune.
Il concetto di “bene comune” è stato esplorato nelle sue molteplici declinazioni: dalla sua natura profonda alle sue manifestazioni attuali, su come vada creato, preservato e su quali possano essere le sue future espressioni. Tutti questi temi sono stati messi in relazione alle tre principali componenti di Miart: arte moderna, contemporanea e design.
Marta Barbera