Jean Auguste Dominique Ingres; la vita artistica ai tempi di Napoleone è il progetto espositivo, in scena a Palazzo Reale fino al 23 giugno 2019, interamente dedicato a uno dei massimi maestri del Neoclassicismo. Con un focus sulla città di Milano e sulla dominazione napoleonica, la mostra si rivela un viaggio, a più voci, nella storia della modernità europea.
Il percorso espositivo è stato curato da Florence Viguier-Dutheil, direttrice del Musée Ingres di Montauban, promosso dal Comune di Milano-Cultura e prodotto da Palazzo Reale e Civita Mostre e Musei, in collaborazione con StArt e il Museo Ingres di Montauban.
Le oltre 150 opere di Jean Auguste Dominique Ingres, di cui più di 60 dipinti e disegni, sono state riunite nella città di Milano, grazie a prestiti internazionali, da parte delle più grandi collezioni di tutto il mondo: il The Metropolitan Museum of Art di New York, il Columbus Museum of Art dell’Ohio, il Victoria and Albert Museum di Londra, il Musée du Louvre, il Musée d’Orsay, il Petit Palais, Musée des Beaux-Arts de la Ville de Paris e il museo di Montaubaun.
Jean Auguste Dominique Ingres: la vita
Jean Auguste Dominique Ingres nasce a Montauban, in Francia, il 29 agosto del 1780. Il suo apprendistato si realizza presso la bottega paterna, finché nel 1791 entra nell’Accademia di Tolosa come allievo del pittore Roques, appassionato cultore di Raffaello.
Nel 1797 si trasferisce a Parigi e si afferma, in poco tempo, come ritrattista dell’altolocata borghesia parigina, arrivando a raffigurare persino l’imperatore Napoleone Bonaparte.
Nel 1806, Jean Auguste Dominique Ingres, giunge in Italia per studiare la scultura antica e la pittura del Rinascimento, rimanendovi fino al 1824. Alle opere di soggetto classico, come “Giove e Teti”, Ingres alterna dipinti di altra natura, riscoprendo e rivalutando l’ambientazione storico-medievale come in “Paolo e Francesca”. Si avvicina in questo modo ad una tendenza pittorica-artistica, popolare soprattutto in Francia, denominata “trobadour“.
Nel dipinto “La morte di Leonardo da Vinci”, Ingres si confronta in modo evidente con questo stile. Una tendenza che vede come protagonisti generalmente dipinti di piccole dimensioni, ma con una particolare attenzione per i dettagli. I soggetti tendenzialmente sono intenti ad affrontare avventure amorose o gesta cavalleresche, in uno sfondo dallo spirito medievale e rinascimentale.
La fama raggiunta in patria grazie ai numerosi ritratti e alle diverse opere impegnate, gli consente di ottenere incarichi prestigiosi: nel 1825 riceve da Carlo X la croce della Legion d’onore, viene eletto membro dell’Académie des Beaux-Arts mentre, dal 1835 al 1841, è direttore dell’Accademia di Francia a Roma. Al ritorno a Parigi anche il re lo vuole a Versailles. Gli vengono commissionati numerosi ritratti e le vetrate per la cappella di Notre Dame de la Compassion a Parigi.
Jean Auguste Dominique Ingres, nel periodo della maturità, dipinge opere che sono frutto di lunghe elaborazioni, tese al raggiungimento della bellezza e della perfezione della forma. Tra il 1858 e il 1860 si dedica anche agli autoritratti e, nel 1862, viene organizzata una mostra di sue opere in suo onore. Muore il 14 gennaio 1867 a Parigi, all’età di 86 anni.
Ingres ha rivoluzionato la storia della pittura con un concetto innovativo, quello “dell’arte per l’arte“, riconoscendo all’arte un valore assoluto, mai sottomesso a nessun tipo di condizione.
Il percorso espositivo tra le sale di Palazzo Reale
La mostra Jean Auguste Dominique Ingres e la vita artistica al tempo di Napoleone intende presentare al pubblico italiano l’artista che più di ogni altro si è ispirato a Raffaello, e nello stesso tempo vuole restituire all’arte ottocentesca la sua carica di novità.
Il percorso espositivo, volto a documentare la grande varietà stilistica e tematica del “nuovo classicismo“, si sviluppa in varie sezioni:
- La prima parte mette in luce l’invenzione del nuovo linguaggio figurativo tra l’Ancien Regime e la Rivoluzione francese. I protagonisti in questione sono il maestro David e i suoi allievi.
- Successivamente l’attenzione si sposta verso la campagna d’Italia, la figura di Napoleone, di Giovanni Battista Sommariva, giungendo al termine con il solenne ritratto di Napoleone in costume sacro, preceduto dai disegni preparatori di Ingres.
- Sul finire, la mostra acquista un carattere monografico: tutta la sezione è dedicata esclusivamente alle opere di Ingres.
Il percorso espositivo, così suddiviso, riflette i tratti salienti di un periodo storico importante, nel quale l’Europa e il suo riassestamento politico fungono da protagonisti. In particolare, l’attenzione verso la città di Milano è un modo per svelare l’italianità dell’artista e l’assetto riorganizzativo politico ed artistico dell’impero.
Ingres assume le veci di questo cambiamento, diventando parte integrante. Egli fu uno degli artefici della modernità artistica europea: un maestro che ha fatto compiere all’arte del vecchio Continente il salto verso le avanguardie.
Percepito da alcuni come l’erede di Raffaello e il precursore di Picasso, è senza dubbio un rivoluzionario, un maestro della precisione e della bella forma, in grado di affascinare sia per le esagerazioni espressive che per il gusto del vero.
Riscoprire da vicino Ingres vuol dire fare un tuffo e un viaggio nella storia delle modernità, e come sottolinea il sindaco di Milano Giuseppe Sala:
«Ritrovare Ingres, con tanti capolavori in arrivo a Milano, soprattutto dal museo di Montauban, vuol dire ritrovare Milano e l’Europa, cioè ritrovare noi stessi».
Marta Barbera
Fonte immagine di copertina: Milano guida