La migliore tradizione zingara torna con la musica degli ‘O Rom, che hanno presentato lo scorso 8 marzo, all’Asilo (ex Asilo Filangieri) di Napoli, Napulitan Gipsy Power. Questo nuovo lavoro conferma l’intenzione degli ‘O Rom di proseguire lungo il percorso delle contaminazioni musicali ed umane, che corrispondono sempre e comunque ad un arricchimento, dai Balcani al Meridione, passando per le piazze dove si balla e si scambiano esperienze. Ne abbiamo parlato con Carmine D’Aniello.
Cosa è cambiato per voi da “Vacanze Romanes” a “Napulitan Gipsy Power”?
«Dal punto di vista delle sonorità cambia l’ensemble musicale. Mentre in Vacanze Romanes c’era una formazione acustica, Napulitan Gipsy Power diventa più “pop” per avvicinarci alla world music, cambia il rapporto con i suoni elettronici e ci sono state molte contaminazioni. Con la presenza di tanti ospiti come Daniele Sepe e Speaker Cenzou, emerge anche il loro linguaggio. Rappresenta una fusione di generi e culture.»
“Shukar Drom” in lingua romanes significa “Bel Viaggio”. A chi è dedicata?
«Non ha una particolare dedica. Il testo si ispira alla poesia di Konstantinos Kavafis “Itaca”, in cui si fa riferimento a quanto sia importante il percorso e non la meta. Nel testo ci sono riferimenti a godersi la vita e non pensare a raggiungere obiettivi. A dare importanza a quello che si fa. Lo svantaggio della lingua romanes è che non essendo scritta, quello che riusciamo ad imparare si impara dall’esperienza. Vari amici rom mi hanno aiutato a tradurre i testi delle canzoni. Non è semplice parlare in maniera sciolta, ma alcuni termini fondamentali ormai sono stati acquisiti.»
Avete collaborato a diversi progetti: Capitan Capitone e i Fratelli della Costa, Terroni Uniti, Agusevi Djambo Orkestra e Jovica Jovic, senza dimenticare il docufilm Scampia Felix. Quale significato attribuite alle collaborazioni degli ultimi anni?
«Capitan Capitone e i Fratelli della Costa è il primo disco che abbiamo fatto insieme a Daniele Sepe. Avevamo già intrapreso un percorso con lui, che fu anche nostro ospite in diversi spettacoli. Secondo noi, ha messo in pratica una bellissima operazione riunendo in un unico disco tutte le esperienze musicali emergenti di quel periodo, trasformandolo in un disco di collaborazioni (con noi, LaMaschera, i Foja, ecc…). Importante soprattutto voler dare visibilità ad una serie di progetti meritevoli di attenzione.
Terroni Uniti nasce in modo diverso. Nasce per uno scopo politico, per la manifestazione napoletana che diede il benvenuto a Salvini. È stato un collettivo di musicisti che si riuniva per un canzone. Per noi è stata una bellissima esperienza per confrontarci con artisti di diverse estrazioni e generi differenti. Abbiamo ampliato il nostro bagaglio musicale. Anche da lì è nato Napulitan Gipsy Power.
Per quanto riguarda invece Scampia Felix, si tratta di un film prodotto dal Gridas, centro sociale storico di Scampia. Ci chiesero di scrivere una canzone, la colonna sonora per un film. Per la prima volta ci siamo interfacciati con un qualcosa che non avevamo mai fatto. Il testo parla di ciò che c’è di bello in un quartiere come Scampia, che spesso viene etichettato come una zona di mafia e di droga. Scampia è soprattutto altro rispetto a quello che vogliono farci credere.»
Siete sempre pronti a prendere posizione.
«Prendiamo posizione, ma sono questioni su cui secondo noi c’è poco da discutere. L’antirazzismo è alla base del nostro modo di concepire la musica.»
Drom Music Lab è il luogo nel quale è nato l’album. Di cosa si tratta?
«Il Drom Music Lab è uno spazio che si trova all’interno dell’Officina delle Culture Gelsomina Verde, inaugurato nel 2015, in una vecchia struttura scolastica abbandonata. Si trovava adiacente alla più grande piazza di spaccio d’Europa. Insieme ad altre associazioni abbiamo recuperato questo spazio. Ogni associazione ha contribuito al suo recupero, creando laboratori e organizzando attività. All’interno di questo contenitore c’è il Drom Music Lab, che è una scuola di musica autogestita, una sala incisione, un laboratorio musicale per i ragazzi del quartiere. Una struttura attrezzata con tutti gli strumenti musicali»
Funky Tomato è uno sei sostenitori del vostro progetto. Con l’hashtag #alimentarelacultura vuole trasmettere anche un altro messaggio.
«Questo disco nasce dal sostegno di diverse reatà, tra cui Funky Tomato. Abbiamo fatto un crowdfunding per finanziare la registrazione di Napolitan Gipsy Power. Nella prima fase ci ha proposto di poter contribuire al disco. Funky Tomato applica una politica interessante: producono pomodoro ma fanno un discorso etico di lotta al caporalato, anche sulla qualità del prodotto (biologico). Lo scopo è quello di poter, attraverso i loro guadagni, finanziare progetti culturali in territori in cui producono pomodoro.»
Quale viaggio attende ora gli ‘o Rom?
«Stiamo preparando una serie di concerti in giro per l’Italia. Le prime tappe saranno a fine marzo: 28 marzo a Mugnano, 29 marzo a Caserta. E poi ad aprile Milano, Lecce e tante altre».
Zingaro è la parola che descrive meglio Napulitan Gipsy Power. La musica zingara è frutto di un percorso che si contamina attraversando il mondo.
8 marzo, presentazione del disco all’Asilo (Ex Asilo Filangieri) di Napoli.
Sara C. Santoriello