L'alimentazione del futuro? Una dieta di alghe, funghi e insetti
Foto di Christoph Meinersmann da Pixabay

Con l’aggravarsi della crisi climatica l’umanità si appresta a cambiare le proprie abitudini anche a tavola. Cambiamenti climatici, erosione dei suoli, emergenza di nuove pandemie: sono solo alcuni dei fattori che evidenziano la necessità di un cambio radicale dei sistemi agroalimentari. L’alimentazione del futuro dovrà fare i conti con un mondo totalmente diverso da quello che conosciamo. L’homo sapiens sarà costretto a modificare la propria dieta in cui elementi come alghe, funghi e insetti la faranno da padrone. Un recente studio pubblicato su Nature analizza i potenziali benefici derivanti dai futuri sistemi di agricoltura alimentare.

Un sistema alimentare non più sostenibile

I segnali di un mondo che cambia (causa principale l’eccessivo impatto ambientale dell’essere umano sull’ambiente) sono ormai sotto gli occhi di tutti. Scioglimento dei ghiacciai, riscaldamento degli oceani, deforestazione, consumo di suolo, inquinamento: «l’umanità è la principale forza geologica ad avere una notevole influenza sull’avvenire del pianeta Terra». Gli shock causati o indirettamente favoriti dalle attività antropogeniche, uniti ad eventi meteorologici estremi, stanno mettendo a dura prova non solo gli ecosistemi terrestri e la biodiversità di cui sono composti, ma aggravano ulteriormente l’insicurezza alimentare in quei Paesi in cui i sistemi alimentari sono già fragili, compromettendo le catene di approvvigionamento anche in quelle nazioni in cui la sicurezza alimentare è relativamente assicurata.

L’odierno modo produttivo del settore agroalimentare mondiale è l’antitesi della resilienza di cui sempre più spesso si parla nel campo della tutela ambientale. Gli alimenti di origine vegetale (PSF) e di origine animale (ASF) su cui è basata l’attuale dieta saranno esposti a rischi sempre maggiori poiché proprio le modalità di produzione di tali alimenti, come dimostrato da recenti studi, incentivano la crisi ambientale e ne pagano, al contempo, tutte le conseguenze. La produzione agroalimentare come la conosciamo è destinata ad autodistruggersi. Mentre le monocolture di grano, mais, riso e soia verranno interessate in maggior misura da fattori di stress biotici (funghi, batteri, virus, insetti, piante infestanti, animali terricoli), gli allevamenti intensivi subiranno i contraccolpi dei rischi legati alla produzione di PSF destinati al consumo animale e, come se non bastasse, dovranno fare i conti con pericoli quali debolezza scheletrica, deformità, abbattimento prematuro e aumento all’esposizione di agenti patogeni.

Secondo lo studio “Future foods for risk-resilient diets” pubblicato sulla rivista scientifica Nature, «Il cambiamento climatico antropogenico inasprisce una serie di queste minacce, con conseguenze più gravi nelle regioni in via di sviluppo». Per tutti questi motivi, l’alimentazione del futuro dovrà essere basata innanzitutto sulla mitigazione dell’insicurezza alimentare su scala globale. A questo proposito i prodotti commestibili dovranno essere valutati non solo per i nutrienti in essi contenuti, ma anche per il loro benefici ecologici e per la loro resilienza ai rischi fin qui analizzati.

L’alimentazione del futuro cambierà le nostre abitudini

Lo sviluppo tecnologico in ambito di produzione alimentare potrà essere l’arma in più nella lotta all’insicurezza alimentare. Grazie alla tecnologia infatti sarà possibile coltivare e produrre cibo su larga scala in ambienti controllati in cui i rischi legati all’agricoltura convenzionale verranno drasticamente abbattuti. Microalghe (clorella e spirulina), macroalghe (alghe da zucchero, cozze, etc.), microproteine (funghi filamentosi), larve di insetti (mosca soldato nera, mosca domestica, coleottero della farina, etc.): nuovi alimenti per un necessario e radicale cambiamento che, seppur non accolto a furor di popolo, rappresenteranno di certo l’alimentazione del futuro dati diversi fattori positivi quali velocità di produzione, progressi in settori come l’acquacoltura, facile riciclaggio degli scarti organici.

Secondo i ricercatori, una dieta maggiormente resiliente dovuta alla produzione e al consumo di nuovi tipi di alimenti comporterebbe benefici multipli. Oltre ai vantaggi dovuti a coltivazioni in ambienti chiusi, grazie ai quali è possibile «mantenere condizioni fisiche, chimiche e biologiche interne stabili e quindi prestazioni produttive coerenti ed efficienti», i futuri sistemi di produzione alimentare dovranno essere generalmente suddivisi i moduli di produzioni singoli, standardizzati e identici fra loro. Tale suddivisione permetterà un maggior controllo dei rischi, consentendo risposte flessibili capaci di risolvere interruzioni impreviste. Con questo sistema sarà inoltre possibile operare su una singola unità senza intaccare l’efficienza dell’intero impianto di produzione. Molto importante sarà la policentricità delle reti alimentari. Lo studio evidenzia infatti che «I futuri sistemi di agricoltura alimentare offriranno l’opportunità di decentralizzare e localizzare rapidamente la produzione e l’approvvigionamento di nutrienti essenziali. Contrariamente all’agricoltura convenzionale, concentrata in regioni con condizioni ambientali favorevoli, i futuri sistemi di agricoltura alimentare potranno essere implementati in varie aree geografiche».

Affinché si possa godere appieno dei benefici legati ai futuri sistemi di produzione alimentare, occorrerà rimuovere tutte le barriere tecniche (approvvigionamento energetico dei moduli, integrazione con fonti di energia rinnovabile, analisi dettagliate dei rischi futuri, etc.) e istituzionali (sussidi del settore pubblico, assistenza allo sviluppo, etc.) che a oggi rappresentano i veri e più ardui ostacoli per l’alimentazione del futuro.

L’alimentazione del futuro sarà certamente diversa da quella a cui siamo abituati. In un mondo che cambia, stravolto dalle attività antropogeniche, anche le abitudini a cui più siamo legati, subiranno delle modifiche. Il potenziale dei sistemi di produzione alimentare del futuro è indubbiamente alto. Garantire una dieta sana, nutriente e sostenibile, mitigando i funesti effetti della crisi ambientale, è un passo fondamentale verso una sicurezza alimentare globale.

Marco Pisano

Marco Pisano
Sono Marco, un quasi trentenne appassionato di musica, lettura e agricoltura. Da tre e più anni mi occupo di difesa ambientale e, grazie a Libero Pensiero, torno a parlarne nello spazio concessomi. Anch'io come Andy Warhol "Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare". Pace interiore!

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