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Non sono le onde a fare l’oceano e la sua infinita bellezza. L’oceano è vasto, sterminato, e le sue onde ne increspano la superficie proprio come la presenza umana frastaglia la vastità dello spazio e del tempo. The Waves Are Not The Ocean, ci ricorda Pat Metheny nella traccia di apertura del suo lavoro più recente, Dream Box, un album che restituisce fin dal primo brano l’ambiente emotivo di una riflessione esistenziale, quasi metafisica, come è d’abitudine per Metheny.

Il chitarrista jazz ci regala un’altra delle sue perle, forse una tra le più riuscite. Un album nel quale l’essenza spirituale dell’autore si rispecchia nelle sonorità timbricamente eteree, quasi incorporee, del tappeto armonico sul quale si poggia la melodia. Il canto della chitarra semiacustica è l’unico elemento al quale viene concesso di assecondare la gravitá, di scavare un solco dentro l’abisso di chi ascolta, e la rotondità del suo suono ricco di alti è la cifra caratteristica di Metheny, l’elemento che lo rende incontrovertibilmente riconoscibile. 

In Dream Box si alternano composizioni originali dell’autore e standard della tradizione (I Fall In Love Too Easily, Morning Of The Carnival). In quest’album la chitarra domina la scena: si tratta di una celebrazione delle potenzialitá di uno strumento molto versatile, del quale in questo caso viene approfondito il lato morbido, quello che si presta alle ballads e alle velocitá non sostenute, se non durante l’improvvisazione. Il virtuosismo tecnico e compositivo che caratterizza Pat Metheny in quest’album si esprime nelle armonie complesse e ricercate più che nelle sezioni improvvisate: l’autore si lascia andare alla ricerca di colori e suoni non sempre prevedibili, senza rinunciare per questo al lirismo delle melodie, che diventano cantabili e si lasciano facilmente ricordare. E allora la magia di questo grande compositore sta proprio in questo, nel lasciare che l’ascoltatorə si immerga in un mondo altro per qualche minuto e che ricordi, anche solo al primo ascolto, qualche stralcio del flusso melodico che lə ha investitə.

Nei titoli, poi, e in copertina, si crea l’universo spirituale di Metheny: la sagoma di una chitarra, l’occhio amorevole e sorridente di una persona amata, le luci notturne di una cittá che vive il tempo della malinconia quando sorgono la Luna e le sue ombre; sono queste le suggestive immagini richiamate alla mente quando si stringe l’album tra le mani. Mentre nei titoli l’esplorazione continua e subisce un’ introversione: From The Mountains, Trust Your Angels, Never Was Love, Clouds Can’t Change The Sky. Le nuvole non incrinano la serenità del Cielo, che è troppo immenso per lasciarsi turbare dalle insignificanti vicissitudini umane. E sebbene Dio non venga citato neanche una volta, la sua presenza aleggia in forma laica tra le note della chitarra di Pat Metheny. Tra un sogno musicale e l’altro vi rimane invischiato, intrappolato, dando la possibilità anche a chi non crede in Dio di immaginare che ci sia qualcosa, qualcuno, a dare sostanza e consistenza ai sogni eterei e immateriali. 

Proprio come se li stessimo pescando da una scatola. Una Dream Box.

Giulia Imbimbo

Giulia Imbimbo
Nata a Napoli a ridosso del nuovo millennio, sono una studentessa di Lettere Moderne, divoratrice di album e libri. Credo nella capacità della cultura umanistica e dell'espressione artistica di rifondare i valori della società contemporanea.

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