Dal 20 al 26 settembre al Pan (Palazzo delle Arti di Napoli), si terrà la quarta edizione di Imbavagliati – Festival Internazionale del Giornalismo Civile ideato e diretto da Désirée Klain.
«Il progetto è nato in modo del tutto casuale. Sono rimasta colpita da una fotografia con soggetto dei bambini siriani che sembrava dormissero, mentre invece erano morti. Questa finestra aperta verso dei luoghi così lontani e così diversi rispetto al nostro, mi ha spinta a chiedermi cosa effettivamente accadesse laggiù e quale fosse la situazione interna». Queste sono le motivazioni che hanno spinto Désirée Klain a darsi da fare per concretizzare questo importante progetto.
Chiusi nelle nostre case, nella nostra tranquilla culla quotidiana, siamo fin troppo inconsapevoli di cosa realmente possa accadere nel mondo. Cosa può esserci oltre alle poche informazioni che ci pervengono dai giornali o dai telegiornali? Quali sono le storie dei giornalisti perseguitati e, appunto, imbavagliati? Uno dei temi portanti di questo festival, quindi, è la condizione e le ardue situazioni che questi paladini della verità hanno dovuto e/o devono affrontare. Tutte le restrizioni, le censure, le assurde regole dei paesi che hanno come nemica la stampa e che censurano anche i propri motori di ricerca. Un popolo colto e informato è un popolo potente e forte, ed è forse per questo che la Turchia è il carcere più grande dei giornalisti.
Il primo a credere in questo progetto, fin dal 2015, è stato Nino Daniele, assessore alla Cutura e al Turismo del Comune di Napoli, che subito ha appoggiato il festival per la libertà di stampa.
Per la prima edizione di Imbavagliati, Désirée Klain chiese l’autorizzazione a Paolo Siani, per utilizzare come immagine del festival la Mehari di Giancarlo Siani, simbolo dell’iniziativa dal 2015. Questo importante contatto ha contribuito ad una collaborazione con Fondazione Polis, una voce molto forte che continua a urlare contro i criminali e che è sempre pronta ad aiutare le vittime, i veri eroi della nostra società. Insieme, i due progetti si occupano di rendere più efficace il riutilizzo dei beni sequestrati alla criminalità organizzata.
Un inevitabile passaparola ha condotto alla cooperazione di altre associazioni, tra cui: l’ordine nazionale dei giornalisti, l’UsigRai, il premio Roberto Morrione, il Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, la Federazione nazionale della stampa, con l’alto patrocinato di Amnesty International Italia e il comitato Unicef Campania.
Per la quarta edizione del festival farà da testimonial Giuseppe Fiorello, in prima fila durante una conferenza sottotitolata “Mai più soli”, (in che modo è cambiata, negli ultimi 10 anni, la narrazione audiovisiva dei fenomeni criminali) in programma al PAN di Napoli il 23 settembre e realizzato in collaborazione con la Fondazione Polis.
“Figli di un’informazione minore” è il tema di questo 2018.
I giornalisti dall’Uzbekistan, dalla Cina, da Malta e dall’Africa, accanto ai più affermati disegnatori e autori satirici italiani, quali Stefano Disegni, Fabio Magnasciutti e Riccardo Marassi, sono pronti a sollevare un pesante velo di indifferenza e di ignoranza, raccontando le loro storie di censure e ingiustizie. La libertà di espressione non ha prezzo e non deve avere un costo, l’informazione deve circolare liberamente e chi la predica non può essere vittima di un sistema governativo chiuso e malato.
Con lo slogan “Chi dimentica diventa colpevole” si rinnova da Imbavagliati l’appello per chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni ed Ilaria Alpi, perché non è importante solo la divulgazione, ma anche il mantenere il ricordo di ciò che accade e la continua ricerca della verità.
Imbavagliati e Articolo 21 appoggeranno anche la causa di “Tutto il mondo è paese”.
Déesirée Klain spiega come il film-movie con Beppe Fiorello debba vincere la sua petizione per essere messo in onda su Rai 1. È importane che l’esempio del sindaco di Riace arrivi nelle case di tutti, soprattutto in questo clima pesante, in cui, nei confronti dei migranti, si respira un’aria tutt’altro che leggera o serena.
La storia di Mimmo Lucano sembra esser stata censurata proprio per la soluzione che ha trovato, per aver dimostrato come, se gestita al meglio, l’attività di integrazione possa realmente avere successo. «A Riace l’emergenza sbarchi è stata trasformata in una risorsa: i migranti sono ospitati nelle case lasciate vuote dalle famiglie del luogo, salvando il territorio da un inesorabile spopolamento» ci racconta la Klain.
A Imbavagliati saranno presenti anche i giornalisti finalisti del Premio Morrione e si aprirà in anteprima la manifestazione con le mostre del “World Press Photo Alfred Yaghobzadeh per Imbavagliati/ Faces of War” a cura di Stefano Renna e “Scatti della memoria” di Renna, Sergio Siano e Faetano e Antonella Castanò in cui saranno riportati i volti più celebri della fotografia napoletana.
Dopo ormai quattro anni, la ricezione del pubblico sembra essere alquanto positiva. Imbavagliati propone una sconcertante realtà, all’apparenza lontana e irraggiungibile, pronta ad aprire un inquietante vaso di Pandora, pronto a sconvolgere e a commuovere gli animi del pubblico.
«Credo che Imbavagliati sia ormai una delle esperienze più belle e di lotta ideale e culturale per questioni fondamentali, che investono la natura e la democrazia del nostro tempo, in cui appunto la libertà di informazione diventa cruciale per dare alla democrazia il suo carattere sostanziale.» ha sostenuto Nino Daniele.
Alessia Sicuro