Le inadeguate pratiche agricole utilizzate nell’agricoltura tradizionale sono responsabili del fenomeno conosciuto come degradazione del suolo, un problema ambientale che nel lungo periodo si traduce in gravi perdite finanziarie. Tra le discipline utili al contrasto di tale problematica, l’Agricoltura Organica Rigenerativa (AOR) si candida come valida pratica per un modello agricolo più efficiente e, al contempo, più rispettoso della natura.
Degradazione del suolo
Con l’aumentare della popolazione mondiale e la sempre più rapida diminuzione delle risorse naturali atte a soddisfare i bisogni della società umana, la sfida della sicurezza alimentare diventa più ardua. Tra le molteplici battaglie ecologiche che i governi si ritroveranno presto, e con colpevole ritardo, ad affrontare, quella sui nuovi metodi agroalimentari meno impattanti assume un ruolo chiave nel futuro dei Paesi di tutto il mondo.
Secondo la Commissione del Codex Alimentarius, fondata nel 1963 dalla FAO e dall’OMS, per sicurezza alimentare s’intende «la garanzia che un alimento non causerà danno dopo essere stato preparato e/o consumato secondo l’uso a cui esso è destinato». Numerosi studi confermano però che gran parte dei problemi ecologici nel settore alimentare si verificano nella fase iniziale della produzione: uso eccessivo di fertilizzanti e di pesticidi chimici, sistemi monocolturali prolungati, allevamenti intensivi, lavorazioni inappropriate dei terreni. Tali fattori sono particolarmente attenzionati dalla “Relazione tra degradazione del suolo, pratiche agricole rispettose del suolo e politiche rilevanti per il suolo” redatta dall’ESDAC (European Soil Data Center). Secondo il rapporto, pratiche agricole inadeguate possono essere causa di processi di degradazione del suolo quali:
- erosione idrica: un processo naturale dovuto a vari fattori (precipitazione intense, basso contenuto di sostanza organica nel terreno, etc.) e intensificato dalle attività umane come le tecniche agricole inadeguate, la deforestazione e/o l’abbandono dei terreni;
- compattazione: causata da una gestione inadatta dei terreni quali il numero eccessivo di capi di bestiame o l’uso improprio di macchinari agricoli pesanti;
- perdita di sostanza organica: determinata da temperature climatiche troppo alte o da altri fattori come la tessitura grossolana dei terreni, un drenaggio non adeguato, il dilavamento dello strato superficiale dei suoli e/o una cattiva gestione della vegetazione presente sui terreni;
- salinizzazione/sodificazione: tra i fattori antropogenici che causano tale fenomeno troviamo l’irrigazione con acque ricche di sali, l’innalzamento della falda freatica causato dalle attività antropiche, l’uso intensivo di fertilizzati, l’utilizzo e lo smaltimento di acque reflue per l’irrigazione e/o la contaminazione dei terreni con acque reflue ricche di sali e sottoprodotti industriali.
Nel 2011 il report della FAO “The State of the World’s Land and Water Resources for Food and Agriculture” denunciava il degrado del suolo inerente la gran parte delle superfici agricole mondiali. Secondo il SOLAW, «un gran numero di ecosistemi sono esposti al rischio di un progressivo deterioramento della loro capacità produttiva, a causa dell’effetto congiunto di un’eccessiva pressione demografica e di usi e pratiche agricole non sostenibili». Col passare degli anni la crescente domanda di cibo unita all’aumento di pratiche agricole ecologicamente insostenibili ha inevitabilmente peggiorato la già grave situazione. Invertire la rotta è diventato dunque un obiettivo fondamentale da raggiungere quanto prima, una sfida che le aziende agricole di tutto il mondo hanno il dovere di accogliere, un’opportunità da non lasciarsi sfuggire utile non solo alla salvaguardia della natura ma anche e soprattutto alla tutela delle economie locali.
Agricoltura Organica Rigenerativa: cos’è e perché ne abbiamo bisogno
Tra le tecniche agricole atte a far fronte alle molteplici sfide sopraelencate, l’Agricoltura Organica Rigenerativa (AOR) rappresenta un’ottima arma ecologica a disposizione degli agricoltori, utile nella lotta al progressivo impoverimento dei terreni. L’AOR consiste in una serie di regole di coltivazione teoriche e pratiche utili a conservare e arricchire la fertilità del suolo, ripristinando allo stesso tempo l’equilibrio biologico dei terreni.
“Più facile a farsi che a dirsi”: ma al contrario di quanto si possa pensare, l’Agricoltura Organica Rigenerativa si basa su tecniche e tecnologie facilmente applicabili in campo. Dopo una preventiva analisi della qualità dei terreni su cui si decide di operare, si procede con pratiche biologiche comuni quali la rotazione e la consociazione delle colture, utile a ridurre la presenza di parassiti, a diminuire il rischio di malattie e ad aumentare la fertilità del suolo. Di fondamentale importanza risulta essere la limitazione al minimo degli interventi meccanici che, se usati impropriamente, rappresentano il primo fattore di distruzione del suolo. L’AOR prevede inoltre l’utilizzo esclusivo di preparati biologici e materiali organici di scarto per la fertilizzazione dei terreni.
L’applicazione delle poche e semplici tecniche descritte rappresentano un vantaggio non solo per la tutela del suolo, ma anche un’utile risorsa nella lotta ai cambiamenti climatici. La ricerca scientifica dimostra infatti che uno stato ottimale del suolo può essere più efficiente nell’assorbimento delle emissioni di CO2. Lo conferma lo studio “The role of soil carbon in natural climate solutions” pubblicato su Nature secondo cui «Il carbonio nel suolo rappresenta il 25% del potenziale delle soluzioni climatiche naturali […]. Il carbonio del suolo comprende il 9% del potenziale di mitigazione delle foreste, il 72% delle zone umide e il 47% dell’agricoltura e delle praterie. Il carbonio nel suolo è importante per gli sforzi atti a prevenire le emissioni di carbonio, rimuovere l’anidride carbonica atmosferica e fornire servizi ecosistemici».
Con l’aumento della popolazione mondiale e il conseguente incremento della domanda di cibo, pratiche agricole come l’AOR, la permacultura, l’agroforestazione e, più in generale, l’agricoltura biologica, rappresentano mezzi efficaci per la transizione ecologica. Come abbiamo visto l’Agricoltura Organica Rigenerativa rientra nella lunga lista di buone pratiche utili alla salvaguardia dell’ambiente, un insieme di tecniche agricole facilmente applicabili capaci di garantire quel futuro sostenibile tanto agognato. Il primo passo verso tale obiettivo è nello sdoganamento di tali pratiche, troppo spesso di nicchia, poco conosciute e perciò poco praticate. Diventa quindi necessario diffondere la conoscenza di queste tecniche agricole, ampliando in tal maniera le scelte a disposizione degli agricoltori. L’agricoltura gioca e giocherà sempre più un ruolo chiave nel futuro dei singoli Paesi e dell’intera società umana. Citando Masanobu Fukuoka, botanico e filosofo giapponese, «L’obiettivo finale dell’agricoltura non è la coltivazione di colture, ma la coltivazione e la perfezione degli esseri umani».
Marco Pisano