Alberto Montoro (PAI) si esprime sulla gestione dei canili in Campania
Cucciolo di Pastore tedesco in un canile

In Campania, aumentano le segnalazioni delle associazioni animaliste nei confronti di quei Comuni che stanno proseguendo con bandi di gara al ribasso nell’affidamento delle concessioni dei canili comunali, commettendo così una grave violazione della normativa vigente. Dato che il Partito Animalista Italiano sta raccogliendo queste denunce, abbiamo intervistato il Responsabile nazionale per gli enti locali Alberto Montoro per comprendere meglio questa controversa procedura.

Ai sensi del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, i canili municipali, se non gestiti dal Comune, sono affidati in gestione mediante procedure ad evidenza pubblica. In genere, Signor Alberto Montoro, ritiene che la gestione privata dei canili si mostra in grado di assistere e garantire il benessere degli animali?

«C’è un buon numero di gestori privati seri e attenti al benessere degli animali custoditi che hanno una grande attenzione alle procedure di adozione ma c’è anche l’altra faccia della medaglia, le inchieste sui maltrattamenti e per le inadeguatezze dei gestori e delle strutture le vediamo quotidianamente… Le problematiche da risolvere almeno nell’immediato a mio avviso sono diverse. Innanzitutto il Regolamento regionale all’Art. 10. sostiene che : “le strutture di cui al presente articolo possono avere una recettività massima di trecentocinquanta animali”. Ora, con quale criterio è stato calcolato il numero massimo degli animali? A questo si è aggiunto che i gestori hanno dovuto adeguare le strutture spendendo parecchio danaro, per carità è giusto e deve essere così. Però poi in fase di gara di appalto quali sono i requisiti valutativi? Sarà solo il prezzo di gestione per ogni singolo animale o una valutazione attenta ai proprietari della struttura, al personale, al curriculum ed in particolare la valutazione delle adozioni effettuate? Così si consentirà solo la diffusione di pseudo animalisti imprenditori il cui unico scopo è lucrare sugli animali».

In qualità di Responsabile nazionale per gli enti locali del PAI, Signor Alberto Montoro cosa propone per migliorare la gestione privata dei canili e implementare il benessere degli animale d’affezione?

«E’ opportuno creare una banca dati con criteri valutativi non solo da parte dell’Asl che guarda si gli aspetti sanitari, ma anche dalle associazioni di volontariato e zoofile. Quindi un tavolo allargato alla valutazione coinvolgendo tutto il mondo animalista. Perché solo così si può avere un quadro completo sugli affidatari, stilando una sorta di graduatoria regionale. Credo che i gestori seri e affidabili saranno ben felici di una soluzione del genere e sicuramente anche gli amministratori che non saranno più oggetto di critiche da questo mondo di volontari, che voglio ricordare esiste per la inefficienza delle istituzioni».

Ora passiamo a parlare della questione centrale della nostra intervista. Signor Alberto Montoro, cosa dice la Legge regionale 11 aprile 2019, n. 3, volta a promuovere e a tutelare il rispetto ed il benessere degli animali d’affezione ed a prevenire il randagismo?

«Le posso citare l’art. 1 comma 1 della legge: la Regione Campania, per realizzare sul proprio territorio una corretta convivenza tra le persone e gli animali d’affezione, promuove e disciplina ogni utile iniziativa e servizio per favorire il rispetto e il riconoscimento dei diritti degli animali, come previsto dall’articolo 8, comma 1, lettera s), dello Statuto regionale, dalle convenzioni internazionali e dalla normativa comunitaria e incentiva l’accoglienza e la buona tenuta degli animali d’affezione presso le famiglie proprietarie. La Regione Campania promuove e disciplina il controllo del randagismo, in attuazione di quanto disposto dalla legge 14 agosto 1991, n. 281 (Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo), a tutela della salute pubblica e dell’ambiente e per migliorare in modo efficace il benessere degli animali d’affezione e il loro rapporto con l’uomo».

Come giudica questa legge da molti considerata come una delle più innovative e moderne direttive nazionali in merito all’affidamento dei canili e al benessere degli animali d’affezione?

«Come tutte le leggi anche questa è migliorabile, non esiste la legge perfetta».

Questa legge regionale fissa il prezzo minimo giornaliero per ogni animale ospitato in modo da evitare che gare eccessivamente al ribasso possano indurre le strutture ad essere poco attente al benessere degli animali. Allora come mai alcuni comuni stanno proseguendo con bandi al ribasso nell’affidamento delle concessioni ai canili comunali?

«Siamo stati i primi a sollevare il problema. E tutto parte dal Comune di Arzano che ha fatto una gara al ribasso in barba alla Legge Regionale. Cosa succede nella pratica è semplice, il comune pubblica un bando di gara, si partecipa al ribasso e poi bisogna fare un ricorso al TAR per ripristinare la legge, se ti va bene».

Mi sembra perciò di capire che questa stia diventando una questione politica, piuttosto che giuridica. Signor Alberto Montoro, in che modo il Governatore Vincenzo De Luca e la Giunta Regionale dovrebbero agire per arginare questo fenomeno di gare a ribasso che incoraggiano la mala gestione dei canili?

«Oltre a mandare una lettera per conoscenza all’ANCI devono sanzionare i Comuni inadempienti anche con il taglio di risorse destinato ad altro. Facile fare una legge senza prevedere sanzioni per i Comuni».

Infine una domanda in merito al Partito di Fratelli d’Italia della Campania che sta sostenendo la vostra denuncia. Si tratta di un caso isolato, oppure questa loro iniziativa può dare inizio ad una trattativa finalizzata ad un’alleanza politica nel prossimo futuro?

«Come abbiamo sempre ribadito, noi siamo aperti a tutte le altre forze politiche. Ringraziamo F.lli d’Italia che è stato il primo ad accogliere l’allarme da noi denunciato pubblicamente. Ma non basta una iniziativa singola per fare un’alleanza».

Si evince da questa intervista che la maggior parte dei partiti non hanno in cima alla propria agenda politica il benessere animale, ma cercano di appropriarsi di queste istanze per fini elettorali. Questo succede perché molte organizzazioni animaliste sul territorio nazionale puntano solamente alla costruzione di una contro-narrazione della realtà che le permette di affrontare la questione animale su un piano prettamente etico, piuttosto che essere coinvolti in prima persona all’interno delle istituzioni politiche per provare a cambiare le relazioni sistematiche articolate come dominanti. In mancanza d’altro, il Partito Animalista Italiano si trova quindi costretto a proporre candidati inadeguati ai suoi interessi o addirittura a finire per allearsi con forze politiche che non sono propriamente animaliste, pur di vedere accolte le proprie richieste e provare a realizzare il proprio programma elettorale.

Gabriele Caruso

Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, nutre un forte interesse verso l'antropologia culturale e la sociologia. I suoi principali temi di indagine sono l'antispecismo e le questioni inerenti all'Irlanda del Nord.

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