Tra i tifosi dell’Inter c’è chi fa ancora fatica ad accettare l’arrivo di Beppe Marotta quale nuovo amministratore delegato. Tra chi non gli perdona il recentissimo passato juventino e chi, al contrario, gioisce per l’arrivo di una esperta figura che non può che dare maggiore esperienza all’organigramma societario, vi è chi, nel mezzo tra le due posizioni, preferisce attendere il momento giusto per commentare il “nuovo acquisto”, magari a margine di qualche inaspettato colpo di mercato e di qualche tanto agognato successo calcistico. In effetti, l’approdo in nerazzurro di Marotta, che sarà ufficiale solo dopo il 15 dicembre, ha tutte le caratteristiche per essere accostato all’acquisto di un calciatore: un trequartista, magari. E non è un caso che a definirlo così sia stato proprio Luciano Spalletti nella sua ultima conferenza stampa, durante la quale il tecnico toscano ha tessuto le lodi dell’ex AD bianconero, mettendo in risalto tutte le sue indubbie qualità legate all’avvio e alla definizione delle trattative di mercato. Ebbene, a tal proposito, il parallelismo con un numero 10 sorge spontaneo (e non ce ne voglia Lautaro Martinez), dal momento che così come il fantasista agisce da collante tra il centrocampo e l’attacco, mandando in gol i centravanti, allo stesso modo Beppe Marotta può essere definito come il collante tra il mercato e i successi.
Il suo approdo ad una Juventus all’epoca reduce da un periodo nero ha coinciso con l’apertura di un ciclo vincente che ancora oggi non sembra voler terminare. Un ciclo iniziato con delle scommesse, in panchina e in campo, e conclusosi, almeno per lui, con la più grande delle certezze: l’acquisto di uno dei più forti calciatori in circolazione. Ed è forse questo l’unico rimpianto che ci sentiamo di poter attribuire a Marotta, ovvero quello di non essersi potuto godere fino in fondo il talento portoghese in maglia bianconera. Rimpianto che diventerebbe ancor più grande se quello che è stato l’ultimo suo marchio di fabbrica durante un’esperienza settennale imparagonabile dovesse portare l’armata bianconera sul tetto d’Europa con la conquista della Champions League. Eppure, qualcosa ci fa pensare che, dopotutto, non sarà così. Il fatto che il nuovo AD nerazzurro abbia immediatamente deciso di sposare la causa di una società in fase di rinascita nonché diretta concorrente ed eterna nemica della sua cara Juventus, è sintomo di una insaziabile voglia di rimettersi in gioco e, magari, di replicare quanto di buono fatto a Torino. Una nuova sfida per il dirigente sportivo, che nasce dalla voglia di dimostrare che la scelta di Agnelli è quanto meno discutibile, che quel rinnovamento annunciato dal Presidente bianconero come causa del suo allontanamento non era una buona giustificazione per privarsi della sua figura. Ecco perchè Marotta non avrà presumibilmente nessun rimpianto, perché, dopotutto, la sua presenza a Vinovo era divenuta scomoda, o quanto meno non più apprezzata come lo era in origine.
La frettolosa valutazione compiuta dalla dirigenza bianconera sull’affare Higuain-Caldara-Bonucci sarà stata probabilmente l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso, qualcosa che ha incrinato irriversibilmente i rapporti tra l’ex Samp e Andrea Agnelli. Ed è indubbio che frettolosa sia stata anche la scelta della stessa dirigenza bianconera di lasciarlo andare, pur sapendo che una delle potenziali future concorrenti fosse alla ricerca di una esperta figura da affiancare a Piero Ausilio dopo il turbolento addio di Walter Sabatini. In effetti, di fronte alla richiesta dell’Inter, Marotta non ha avuto dubbi su quale fosse la sua squadra da scegliere, come dimostrato dalla celerità con la quale si è concluso l’affare. L’Inter è una società in crescita, che sta man mano raccogliendo i frutti di un lavoro societario iniziato qualche anno fa e che spesso ha incontrato ostacoli sul suo percorso. Dopo i numerosi inciampi degli anni precedenti, la qualificazione in Champions acciuffata all’ultima giornata nello scorso campionato ha dato nuove speranze e consapevolezze al club milanese, rafforzate anche dai notevoli, anche se non sufficienti, progressi in termini di gioco vistisi nella corrente stagione. Quale migliore luogo per rimettersi alla prova e testare le proprie qualità di dirigente sportivo in un ambiente diverso da quello bianconero? A ciò si aggiunge un l’ulteriore fattore: il punto di partenza dell’Inter attuale non è lo stesso della Juventus del 2011. I Nerazzurri sono terzi in classifica e si stanno distinguendo in Champions per le ottime prestazioni sfornate al cospetto di temibili avversari. Certo, sarà difficile, se non impossibile, eguagliare il percorso della Juventus, ma le basi per un progetto serio e promettente ci sono e suggeriscono che il contributo di Marotta sarà determinante nel raggiungimento di qualche possibile futuro successo. Ecco perchè, tra le diverse attitudini dei tifosi nerazzurri mostrate in seguito all’arrivo dell’ex Juve, forse la migliore scelta è quella di non commentare ed attendere i risultati del lavoro del nuovo Amministratore Delegato, che, come lasciato intendere anche da Spalletti, non tarderanno ad arrivare.
A tal proposito, c’è chi fa riferimento a possbili nuovi acquisti già nel mercato invernale di gennaio. Se da un lato qualcuno spera nell’arrivo di giovani talenti quali Chiesa, Barella e Tonali, dall’altro i più visionari sognano una definitiva chiusura dell’affare Modric, quello sì, eterno rimpianto del comunque straordinario mercato estivo nerazzurro. Difficile, ma non impossibile, specie se c’è di mezzo Beppe Marotta, quel fantasista che mancava all’Inter.
La caratteristica principale del trequartista è costituita dalla sua libertà di movimento, dalla sua capacità di fare la differenza muovendosi in un’ampia zona del campo. È tale libertà che gli permette di incidere sul risultato quando ha il pallone tra i piedi. Ad un numero 10 non va limitato lo spazio d’azione, né vanno date troppe indicazioni, in quanto è lui stesso ad inventare le soluzioni. Ebbene, se l’obiettivo della dirigenza interista è veramente quello di completare il percorso di crescita già intrapreso, farebbe meglio a tenerlo a mente.
Fonte immagine in evidenza: goal.com
Amedeo Polichetti
Ottima analisi complimenti.
Grazie Raffaele. Fa sempre piacere ricevere i complimenti dal lettore.