Antonello da Messina

La mostra Antonello da Messina. Dentro la pittura, accolta a Palazzo Reale di Milano dal 21 febbraio 2019, è una rassegna storica di opere, unica nel suo genere. Nata dalla collaborazione tra la Regione Sicilia e il Comune di Milano-Cultura, con la produzione di Palazzo Reale e MondoMostre Skira, rappresenta «uno degli eventi culturali più rilevanti, all’interno del programma nazionale ed internazionale, per l’anno 2019». Il percorso è stato curato da Giovanni Carlo Federico Villa e rimarrà aperto al pubblico fino al 2 giugno 2019. 

Antonello da Messina

Antonello di Giovanni de Antonio, conosciuto come Antonello da Messina, è stato uno dei principali pittori della Sicilia del Quattrocento. Le testimonianze per ricostruire la vita di Antonello da Messina furono merito quasi esclusivo di due figure importanti: il palermitano Gioacchino Di Marzo e il messinese Gaetano La Corte Cailler. I due cercarono e trovarono i documenti d’archivio necessari a tracciare le linee fondamentali dell’esistenza del pittore, prima che il catastrofico terremoto di Messina li distruggesse.

La data di morte di Antonello da Messina si colloca nella medesima città tra il 14 e il 25 febbraio del 1479. Vasari scrisse che aveva quarantanove anni, il che colloca verosimilmente la data di nascita intorno al 1430. Svolge il suo primo apprendistato, molto probabilmente, tra Messina e Palermo. La sua formazione continua a Napoli, intorno al 1450, presso la bottega del pittore Colantonio. Proprio in questi anni, viene a contatto con la pittura fiamminga, spagnola e provenzale, presente sia nelle collezioni reali che nell’esempio di artisti stranieri operanti nella corte angioina e dal 1442 in quella aragonese.

Intorno al 1457, Antonello da Messina, riceve la sua prima commissione come maestro autonomo: un gonfalone per la confraternita di San Michele dei Gerbini a Reggio Calabria. Nel medesimo anno si documenta che aveva sia bottega che apprendisti a Messina. Intono al 1461 entra nella sua bottega come apprendista il fratello minore Giordano. Negli anni poco successivi vengono registrati diversi contatti per icone su tavola e gonfaloni su tela e tavola, destinate a confraternite siciliane.

Ma sono gli anni compresi tra il 1475-1476 a segnare un punto importante e di non-ritorno per la carriera artistica di Antonello da Messina e la storia dell’arte rinascimentale italiana. Il soggiorno nella città di Venezia sancisce l’incontro tra l’arte di Antonello e l’ambiente figurativo veneziano, rappresentato in primis da Giovanni Bellini. Tali condizioni sono le premesse dei suoi capolavori più assoluti come i ritratti del Louvre o i ritratti virili conservati alla National Gallery di Londra e alla Galleria Borghese di Roma. Le caratteristiche tipicamente fiamminghe come la posa di tre quarti, l’attenzione per i dettagli e lo sfondo scuro, si coniugano a una resa della dimensione psicologica inedita e rivoluzionaria.

Le diciannove opere

Il percorso espositivo Antonello da Messina. Dentro la pittura conta una rassegna scelta di diciannove opere, a fronte delle trentacinque attribuite all’artista. Le opere, provenienti da musei nazionali ed internazionali, si fanno protagoniste di una mostra- racconto, volta a mettere in luce la vita, la formazione, la tecnica e la bellezza artistica di una delle figure centrali del Rinascimento italiano. Come dichiara l’assessore alla cultura del Comune di Milano, Filippo del Corno: «questa mostra storica propone al pubblico il racconto affascinante di un artista innovatore dei suoi tempi, il cui carisma è giunto intatto sino a noi». Ancora oggi, lo stile inconfondibile dell’artista messinese, è in grado di affascinare e coinvolgere lo spettatore, in un percorso curato nei minimi dettagli.

Gli spettatori potranno imbattersi nelle tele più importanti dell’artista , dal celebre San Girolamo nello studio (1474-1475), proveniente dalla National Gallery di Londra e considerato come uno dei capolavori più importanti dell’artista, nel quale troviamo una perfetta armonizzazione di dettagli classici e fiamminghi. Passiamo poi al Ritratto di giovane uomo (1478), proveniente dal Museo Statale di Berlino, la Crocifissione (1460 circa), proveniente dal Museo nazionale Brukenthal di Sibiu in Romania, e tanti altri. Per poi giungere in conclusione alla Madonna col bambino (1480) proveniente dall’accademia Carrara di Bergamo. È l’unica opera firmata e datata del figlio di Antonello, Jacobello da Messina, che alla morte del padre decise di portare a termine le opere incompiute.

Nonostante il prestigio, sia nazionale che internazionale, delle opere sopra citate, la protagonista indiscussa dell’esposizione è sicuramente l’Annunciata (1475). Tale rappresentazione è per eccellenza l’icona e la sintesi di tutta l’arte del maestro Antonello da Messina. Definita da tutti come uno dei capolavori dell’arte italiana, l’Annunciata è frutto di un lavoro di precisione, geometria e cura per i dettagli. L’umanità e la semplicità che l’artista vuole donare alla Vergine derivano da una grande bisogno di realismo. Il volto perfettamente inscritto in ovale, lo sguardo così realistico e sfuggevole, le mani disposte in maniera asimmetrica e i dettagli del leggio, sono tutti elementi che elevano il genio messinese ad un gesto artistico pensato, studiato, unico ed inconfondibile tra molti.

Antonello da Messina, Annunciata (1476 circa, olio su tavola, 45×34,5cm, Palermo, Palazzo Abatellis, Galleria Regionale). 

Antonello da Messina. Dentro la pittura è quindi un’occasione unica rivolta a chi sente il bisogno di compiere un viaggio nella bellezza. Una bellezza intramontabile, che non ha tempi di scadenza, come quella della storia dell’arte. Così infatti dichiara Domenica Pirai, direttore di Palazzo Reale: «la mostra è dedicata a chi sogna, a chi ha obiettivi ambiziosi e ha il coraggio di realizzarli. E a chi è convinto che la bellezza possa salvare il mondo».

Marta Barbera

Classe 1997, nata e cresciuta a Monza, ma milanese per necessità. Laureata in Scienze Umanistiche per la Comunicazione, attualmente studentessa del corso magistrale in Editoria, Culture della Comunicazione e della Moda presso l'Università degli Studi di Milano. Amante delle lingue, dell'arte e della letteratura. Correre è la mia valvola di sfogo, scrivere il luogo dove trovo pace.

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