Jacopo Ratini

“Appunti sulla felicità” è il nuovo album del cantautore Jacopo Ratini, pubblicato nel novembre 2018. Dopo la partecipazione al Festival di Sanremo nel 2010 nella categoria Giovani e dopo aver preso parte a numerosi festival, nel 2016 entra a far parte dell’Accademia Spettacolo Italiana come docente di Songwriting.

Abbiamo intervistato Jacopo Ratini che in maniera esaustiva si è lasciato andare raccontandosi nelle sue sfaccettature.

Il tuo ultimo lavoro è “Appunti sulla felicità”: si tratta di racconti e di storie vissute in prima persona e da spettatore. Quali criteri hai utilizzato per selezionare i migliori appunti in giro per la città?

«Alcune di queste cose riguardano me e gli ultimi quattro anni della mia vita. Io prendo sempre appunti sul taccuino del cellulare o sui post-it. Frasi, aforismi, parole, pensieri me li ero appuntati su una lavagnetta di post-it gialli. Ad un certo punto, nel momento in cui dovevo scrivere i testi e le strofe dei ritornelli delle canzoni, mi trovavo molte volte ad alzare gli occhi e a guardare la lavagnetta. Molto spesso realizzavo un collage tra le parole, perché c’era un fil rouge tra i vari pensieri. Sono nate così queste canzoni

Jacopo Ratini

Ad un certo punto dici che “la meritocrazia ha perso valore da quando non va più di moda“. La canzone Il Colore delle Idee ha un testo diverso dagli altri, mirando alla collettività.

«L’evento che ha ispirato questa canzone è la realtà dei fatti, quella che abbiamo intorno. Il merito, in generale, in tutti i campi, è stato un po’ surclassato da quelle che sono state le cose, da questo sistema di raccomandazioni e conoscenze. Una parte di meritocrazia dovrebbe sempre esserci altrimenti non si creano nuove possibilità per le persone, non si avrebbe un ricambio. Un processo che ad imbuto si sta stringendo. Il buco di questo imbuto diventa sempre più stretto.»

Il lavoro è un tema ricorrente, anche sulla base dei tuoi studi pregressi. Come descriveresti, attraverso le tue canzoni, i cambiamenti degli ultimi 10 anni?

«Io sono entrato all’università, sono laureato in Psicologia del Lavoro nella generazione anni ’80, con questo sogno che era “studia perché poi devi ottenere un posto fisso buono, che ti dia delle garanzie per il futuro ed ottenere la fantomatica pensione”. Quando sono entrato nella facoltà di Psicologia non c’era questa crisi. Alla fine del mio percorso di studi è iniziata la crisi lavorativa con contratti a progetti infiniti. Ho lavorato per 2 anni e mezzo da psicologo in una condizione lavorativa precaria, con poche garanzie. Questa cosa da una parte è stata anche il risvolto positivo della storia, altrimenti non avrei fatto il cantautore. Forse, se avessi avuto più garanzie, non mi sarei buttato in maniera così incosciente nel mondo della musica d’autore, l’avrei coltivata come sogno.

Jacopo Ratini
Jacopo Ratini (Fonte: eHabitat)

Dopo Musicultura a Lamezia tornai in ufficio e trovai la mia scrivania occupata. Dopo ho pensato che, se bisogna lottare per uno stipendio di 300 euro al mese, per stare lì dentro per 8/9 al giorno, tanto valeva fare il cantautore. Era un po’ un destino.»

Da qualche anno sei anche professore di songwriting, insegnando ai giovani a scrivere e a lasciarsi andare. Cosa non può mai mancare in una lezione del professore Jacopo Ratini?

«Io credo che più che essere un musicista, io sono un comunicatore ed una persona creativa che sa raccontare storie in canzoni. Quello che non può mancare mai è il lato psicologico e dedicato all’empatia con l’altro. Le canzoni si riescono a creare o a dare una motivazione o un input creativo solo quando una persona è aperta nei tuoi confronti, come scambio emotivo. Questo è alla base del rapporto che c’è tra me ed ogni mio allievo, dal più piccolo al più anziano. Parto sempre dal presupposto che le canzoni sono una cosa seria: un mondo artistico, il metodo, il sudore, la disciplina sono importanti. Consiglio sempre la lettura, visione di film e ascolto di musica.

Il 28 giugno Jacopo Ratini sarà all’Auditorium Parco della Musica per il Retape Summer Festival 2019, organizzato dai giornalisti Assante e Castaldo per convogliare cantautori misti, di fascia media e medio alta. Verranno premiati gli album che si sono fatti ascoltare nell’ultimo periodo. Il prossimo 20 luglio sarà la volta del Festival Smodo a Roma.

Sara C. Santoriello

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